Persia: differenze tra le versioni
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Sotto Dario I l'impero achemenide raggiunse la massima estensione: si spingeva infatti fino all'[[Indo]] ad est e fino alla [[Tracia]] ad ovest. Dario cercò di conquistare la [[Grecia]], ma la sua spedizione fu sconfitta nella [[battaglia di Maratona]]. Suo figlio [[Serse I]] ritentò l'impresa, ma fu respinto dai greci, guidati da [[Temistocle]], vittoriosi dopo la [[battaglia di Salamina]] ([[480 a.C.]]).
L'impero achemenide fu il più grande e potente impero mai visto fino ad allora. Ancora più rilevante, esso fu ben governato ed organizzato. Dario divise il suo impero in una ventina di satrapie (province), ognuna amministrata da un [[satrapo]] (governatore), molti dei quali avevano legami personali con lo [[scià|shah]], essendo per la maggior parte parenti del Gran Re. Istituì un sistema di tributi per tassare ogni [[satrapia]], adottò e migliorò il già avanzato [[sistema postale]] assiro e costruì la famosa [[Via Reale di Persia|Strada Regia]],
Durante il periodo achemenide, lo [[zoroastrismo]] divenne la religione dei sovrani e della maggioranza dei Persiani. Il suo fondatore [[Zoroastro]] visse intorno al [[600 a.C.]] e riorganizzò il pantheon tradizionale nella direzione del [[monoteismo]], enfatizzandone gli aspetti dualistici della lotta eterna tra il Bene e il Male, in attesa della battaglia finale ancora da venire. Lo Zoroastrismo sarebbe diventato, così come le pratiche misteriche della tribù dei [[Magi (zoroastrismo)|Magi]], un tratto caratteristico della cultura persiana.
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La [[letteratura persiana]] della fase più recente o neopersiana, scritta in [[alfabeto arabo]], ha il suo primo centro nel X secolo nella corte samanide di Bukhara, ove si distinse una prima pleiade di poeti panegiristi ([[Rudaqi]], [[Farrokhi]], [['Onsori]], [[Manuchehri]] e il grande [[Ferdowsi]] o Firdusi (m. 1026 circa), l'autore dell'epos nazionale iranico: ''Libro dei Re'', un poema di oltre 50000 versi, tradotto in italiano da Italo Pizzi. I generi più coltivati dai poeti classici sono: la ''quartina'', di carattere spesso gnomico-sentenzioso, o talora quasi filosofico, in cui eccelse [[Omar Khayyam]] (m. 1126 circa); la ''qasida'', una sorta di ode panegiristica in cui si distinsero poeti quali [[Amir Mo'ezzi]] (m.1147), [[Khaqani]] (m. 1191 circa), [[Anvari]] (m.1191); il ''ghazal'', un componimento tipicamente lirico che è un po' l'equivalente del nostro sonetto, in cui emerse [[Hafez]] di Shiraz (m. 1390), considerato il "Petrarca" dei persiani, ammirato in traduzione dal [[Goethe]] e imitato ad libitum, nella cui opera si combinano ambiguamente temi erotici e mistici, edonismo e religiosità; il ''masnavì'', poema lungo in distici a rime baciate, di vario argomento (epico, romanzesco, mistico, didattico ecc.) che ebbe tra i suoi massimi cultori i poeti epici [[Daqiqi]] (m. 980 circa), il citato [[Ferdowsi]] e [[Asadi]] (m. 1073 circa); i poeti romanzeschi [[Gorgani]] (m.1080 circa), [[Nezami]] di Ganja (m. 1204) e [[Khwaju di Kerman]] (m. 1352); poeti satirici come [['Obeyd Zakani]] di Shiraz (m. 1371 circa); i poeti mistici [[Sana'i di Ghazna]] (m. 1141), [[Farid al-Din 'Attar]] (m. 1230 circa), [[Gialal al-Din Rumi]] (m. 1273), [[Sadi|Sa'di]] (m. 1291). [[Nezami]] di Ganja si esercitò un po' in tutti i generi di masnavi su nominati e ne compose un celeberrimo "Quintetto" che fu presto imitato da numerosi poeti persiani e turchi, oltre che fornire materia d'ispirazione ai miniaturisti dei secoli seguenti. Il periodo classico si chiude con il versatile [[Jami|Jāmī]] (m. 1492) che operò alla corte di Timuridi di Herat.
Le guerre civili e le conseguenti migrazioni in [[India]] diedero vita al cosiddetto ''stile indiano'', che godette la protezione dei principi moghul e, riportato in Persia, influenzò poi la letteratura dell'epoca safavide ([[1500]]-[[1736]]). La produzione letteraria moderna più significativa è rappresentata dalla poesia satirica e dalla prosa: questa si ispira sia alla
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