Diocesi (impero romano): differenze tra le versioni

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Nella riorganizzazione dell'impero iniziata con la [[tetrarchia]] e portata a termine da [[Costantino I]], l'impero venne diviso in dodici diocesi (al posto delle vecchie province augustee), di cui la più grande, Oriente, includeva sedici province. Le altre erano le prefetture dell'Italia, della [[Gallia]] e dell'[[Illiricum|Illirico]], che corrispondevano alla divisione dell'impero in zone di influenza della tetrarchia.
 
Ogni diocesi era governata da un ''agens vices praefectorum praetorio'' o semplicemente ''[[vicario]]'' (''vicarius''), sottoposto al [[prefetto del pretorio]] (alcune diocesi, peraltro, potevano essere governate direttamente dal prefetto del pretorio).<ref name=Jones373/> Il vicario controllava i [[governatore|governatori]] delle province (variamente denominati: ''consulares'', ''correctores'', ''praesides'') e giudicava in appello le cause già decise in primo grado dai medesimi (le parti potevano scegliere se appellarsi al vicario o al prefetto del pretorio).<ref name=Jones374>{{cita|Jones|Vol. I, p. 374.}}</ref> Si sottraevano dalla giurisdizione del vicario le province governate da [[proconsole|proconsoli]] e le città di Roma e di Costantinopoli, governate da un ''[[praefectus urbi]]''.<ref>{{Cita|Jones|Vol. I, p. 375.}}</ref> I vicari non avevano poteri militari, infatti le truppe stanziate nella diocesi erano sotto il comando di un ''comes rei militaris'', che dipendeva direttamente dal ''[[magister militum]]'' e aveva alle sue dipendenze i ''[[duce (storia romana)|duces]]'' ai quali era affidato il comando militare nelle singole province. Qui sotto trovi la prima riorganizzazione voluta da [[Diocleziano]] con la ''[[Tetrarchia di Diocleziano|tetrarchia]]'', divisa in 12 diocesi, di cui 6 in [[Impero romano d'Occidente|Occidente]] e 6 in [[impero romano d'Oriente|Oriente]].<ref>T.Cornell & J.Matthews, ''Atlante del mondo romano'', Novara 1984, pp. 172-173.</ref>
 
Molti studiosi moderni attribuiscono l'istituzione delle diocesi a Diocleziano datandola a non più tardi del 298.<ref name=Wiewiorowski53>{{cita|Wiewiorowski|p. 53.}}</ref> Un passo di [[Lattanzio]] (ostile nei confronti dell'imperatore a causa della [[persecuzione dei cristiani sotto Diocleziano|persecuzione dei cristiani]]), in effetti, attesta l'esistenza all'epoca dioclezianea di ''vicarii praefectorum'':
{{Citazione|E, affinché fossero tutti pieni di terrore, [sotto Diocleziano] si sminuzzarono pure le province: una pletora di governatori e ancora più uffici presiedevano ogni singola regione e quasi ogni città, come anche molti contabili e ''magistri'' e vicari dei prefetti, i cui atti civili erano in tutto oltremodo rari, ma le condanne tante e le proscrizioni frequenti, le confische innumerevoli, non dirò frequenti ma perpetue, e, nelle riscossioni delle tasse, le ingiurie intollerabili.|Lattanzio, ''De mortibus persecutorum'', VII,4.|lingua=la|4. Et ut omnia terrore complerentur, provinciae quoque in frusta concisae; multi praesides et plura officia singulis regionibus ac paene iam civitatibus incubare, item rationales multi et magistri et vicarii praefectorum, quibus omnibus civiles actus admodum rari, sed condemnationes tantum et proscriptiones frequentes, exactiones rerum innumerabilium non dicam crebrae, sed perpetuae, et in exactionibus iniuriae non ferendae.}}
Nonostante Lattanzio citi in questo passo i ''vicarii praefectorum'' come attivi già in età dioclezianea, alcuni studiosi moderni hanno obiettato che il passo non prova che essi fossero già titolari di diocesi con una giurisdizione territoriale ben definita o stabile.<ref name=Wiewiorowski53/> Le fonti coeve di età dioclezianea attestano un Aurelio Agricolano ''agens vices praefectorum praetorio'' attivo in Spagna, che nel 298 condannò un centurione di nome Marcello alla decapitazione in quanto cristiano, e un certo Emiliano Rusticiano, considerato da alcuni studiosi il primo vicario della diocesi d'Oriente di cui si ha notizia. Lattanzio cita inoltre un certo Sossiano Ierocle come "ex vicario" attivo in Oriente in età dioclezianea. Inoltre Settimio Valenzione è attestato come ''agens vices praefectorum praetorio'' di Roma tra il 293 e il 296. Tuttavia, queste fonti non provano che questi ''vicarii'' o ''agentes vices'' fossero già titolari di diocesi con una giurisdizione territoriale ben definita o stabile. In particolare Settimio Valenzione era certamente il comandante della guardia pretoriana durante i periodi di assenza del prefetto del pretorio dall'Urbe, ma non ancora il vicario civile dell'Italia Suburbicaria. Secondo Zuckerman, la costituzione delle diocesi sarebbe da datare intorno al 313-314, in seguito all'annessione dell'Armenia all'Impero romano e l'incontro di Milano tra gli [[Augusto (titolo)|Augusti]] Costantino e [[Licinio]].<ref>{{cita|Wiewiorowski|p. 65.}}</ref> La questione è comunque controversa.
 
Qui sotto trovi la prima riorganizzazione voluta da [[Diocleziano]] con la ''[[Tetrarchia di Diocleziano|tetrarchia]]'', divisa in 12 diocesi, di cui 6 in [[Impero romano d'Occidente|Occidente]] e 6 in [[impero romano d'Oriente|Oriente]].<ref>T.Cornell & J.Matthews, ''Atlante del mondo romano'', Novara 1984, pp. 172-173.</ref>
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