Pseudobiblion: differenze tra le versioni

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Per '''Pseudobiblion''' (dal composto greco ψευδής/ψευδές, ''falso'', e βιβλίον, ''libro'') si intende un libro fittizio citato come vero in un’opera letteraria. Gli pseudobiblia sono, nell’accezione comune del termine, spesso utilizzati al fine di approfondire e rendere più verosimile l’universo narrativo nel quale sono inseriti.
 
Gianfranco De Turris e Sebastiano Fusco parlano di pseudobiblia in termini di libri nascosti, soppressi o banditi, i libri non riconosciuti o nascosti in altri libri.<ref>Cfr. Gianfranco de Turris, Sebastiano Fusco “Gli pseudobiblia nella letterature fantastica” in Robert William Chambers, “Il re in giallo” Roma, Fanucci, 1975, pp.7-28</ref> Secondo [[Domenico Cammarota]]<ref>“Gli pseudobiblia di Chtulhu”, Roma, Fanucci, 1986, pp.217-233</ref> gli pseudobiblia possono essere suddivisi in quattro categorie:
# Libri esistiti ma che oggi non esistono più perché andati distrutti, perduti o dispersi;.
# Libri che non sono mai esistiti ma che potrebbero esistere (per ricostruzione apocrifa, giochi di citazioni, ecc.);
# Libri che esistono ma è come se non esistessero (per irreperibilità o estrema rarità);
# Libri che esisteranno ma che ora non esistono.
Gli pseudobiblia sono quindi i falsi libri o i libri che mentono. La menzogna non riguarda ciò che essi dicono, bensì la loro stessa esistenza.<ref>Marcello Bonini, Books That Are, Yet Are Not, La letteratura degli pseudobiblia, Tesi di laurea in Letterature Comparate, Alma Mater Studiorum, Bologna, 2016</ref>
 
== Origine del termine ==
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== Casistica ==
 
Gianfranco De Turris e Sebastiano Fusco parlano di pseudobiblia in termini di libri nascosti, soppressi o banditi, i libri non riconosciuti o nascosti in altri libri.<ref>Cfr. Gianfranco de Turris, Sebastiano Fusco “Gli pseudobiblia nella letterature fantastica” in Robert William Chambers, “Il re in giallo” Roma, Fanucci, 1975, pp.7-28</ref> Secondo [[Domenico Cammarota]]<ref>“Gli pseudobiblia di Chtulhu”, Roma, Fanucci, 1986, pp.217-233</ref> gli pseudobiblia possono essere suddivisi in quattro categorie:
# Libri esistiti ma che oggi non esistono più perché andati distrutti, perduti o dispersi;.
# Libri che non sono mai esistiti ma che potrebbero esistere (per ricostruzione apocrifa, giochi di citazioni, ecc.);
# Libri che esistono ma è come se non esistessero (per irreperibilità o estrema rarità);
# Libri che esisteranno ma che ora non esistono.
Gli pseudobiblia sono quindi i falsi libri o i libri che mentono. La menzogna non riguarda ciò che essi dicono, bensì la loro stessa esistenza.<ref>Marcello Bonini, Books That Are, Yet Are Not, La letteratura degli pseudobiblia, Tesi di laurea in Letterature Comparate, Alma Mater Studiorum, Bologna, 2016</ref>
 
Vi sono diversi casi di pseudobiblia che, dopo essere stati citati, sono stati pubblicati realmente (esempi su tutti, il celebre ''[[Manuale delle Giovani Marmotte]]'' o il ''[[Necronomicon]]'' citato nelle opere di [[Howard Phillips Lovecraft]]). Inoltre, vi sono alcuni casi di pseudobiblion il cui titolo coincide con quello del romanzo in cui sono citati (come nei casi de ''[[L'ombra del vento]]'' e ''[[Guida galattica per gli autostoppisti (serie)|Guida galattica per autostoppisti]]''). Altri casi rilevanti sono ''[[La cavalletta non si alzerà più]]'', centrale ne [[La svastica sul sole|''La Svastica sul Sole'']] di [[Philip K. Dick]] ed il ''[[Libro Rosso dei Confini Occidentali|Libro Rosso]]'' di [[J. R. R. Tolkien|J.R.R. Tolkien]].
 
=== Nel cinema ===
Un caso celebre di pseudobiblion nel cinema italiano lo si trova nel [[Fantozzi (film)|primo film]] della saga di [[Ugo Fantozzi|Fantozzi]], in una famosa scena in cui il protagonista corre alla stazione per riportare il libro giallo ''"L'albicocco al curaro"'' alla figlia di un'azionista dell'[[Megaditta|Azienda]]. Nella corsa Fantozzi rivela anche il nome dell'assassino: ''Dylan Chesterton Junior''.