Carrobbio: differenze tra le versioni

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{{citazione|Renzo s'abbatteva appunto a passare per una delle parti più squallide e più desolate: quella crociata di strade che si chiamava il carrobio di porta Nuova| [[Alessandro Manzoni]], ''I Promessi Sposi'', cap. XXXIV}}
 
Tra le vie romane che convergevano verso il ''Quadrivium Portae Ticinensis'' c'era il ''[[Cardine (storia romana)|cardo]]''. Con il tempo il toponimo iniziò ad essere usato nella città di Milano solo per il ''Quadrivium Portae Ticinensis'', che era quello più importante, e che è giunto sino a noi: all'epoca questo carrobbio rivestiva una grande rilevanza viabilistica, visto che era il quadrivio di [[Porta Ticinese (romana)|Porta Ticinese romana]], ovvero della [[Porta Praetoria (architettura militare)|Porta Pretoria]] dell'originario ''[[castrum]]'' romano che diede poi origine al centro abitato dell'antica ''Mediolanum''. In particolare, l'origine del moderno del Carrobbio risale ai tempi della [[Repubblica romana]]: il moderno slargo ha poi mantenuto l'urbanistica originale.
 
Dopo l'[[assedio di Milano (1162)|assedio di Milano del 1162]], che fu opera di [[Federico Barbarossa]], le [[mura romane di Milano]] furono abbattute assieme alle relative porte, eccezion fatto per una delle torri di Porta Ticinese romana, chiamata poi "Torraccia" o "Torre dei Malsani", visibile ancora oggi nel cortile di uno dei palazzi dell'area<ref name=LT3>{{cita|Latuada, vol. 2|pg. 3}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/LMD80-00671/|titolo=Ponte e Torre romana del Carrobbio|autore=LombardiaBeniCulturali|accesso=07-11-2015}}</ref>. Secondo lo scrittore Massimo Fabi, che scriveva nel 1860, «prima della devastazione del Barbarossa erano in questo luogo medesimo le vecchie mura, di cui alcuni resti ancora veggonsi nella cantina dell'antica osteria dei Tre Scagni».<ref>{{Cita libro