Propaganda: differenze tra le versioni

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Il successo della propaganda necessita di una efficace [[censura]] sui fatti esposti, altrimenti essa sarebbe facilmente smantellata. La presenza di una situazione di censura è un pesante indizio di una propaganda in corso. La propaganda ha la capacità di esaltare e rendere più importanti i sogni, i pensieri, i desideri rispetto alla realtà dei fatti, facendo spesso uso di simboli in modo da indurre le persone a far coincidere l'obiettivo della propaganda con i simboli utilizzati, anche quando talvolta in realtà fra loro non c'è nessun nesso. Sul fronte contrapposto, la contropropaganda si identifica come attività volta a rilevare e contrastare le azioni di propaganda svolte da attori ostili e include le iniziative finalizzate a neutralizzare o mitigare gli effetti della propaganda avversaria ovvero a sfruttarla a proprio vantaggio.<ref>Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica (2013), Il linguaggio degli organismi informativi – Glossario intelligence. P. 38. Disponibile online in https://www.sicurezzanazionale.gov.it/sisr.nsf/quaderni-di-intelligence/glossario-intelligence.html</ref>
 
=== Tipologie di propaganda ===
[[File:PropagandaNaziJapaneseMonster.gif|thumb|Propaganda USA della [[seconda guerra mondiale]] che invita alla piena produzione.]]
 
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* la ''propaganda nera'' finge di arrivare da fonte amica, ma in realtà è dell'avversario;
* la ''propaganda grigia'' finge di arrivare da fonti neutrali, ma in realtà arriva dall'avversario.
 
=== Problematiche storiche e attuali ===
 
La propaganda ha assunto nel corso della storia un ruolo rilevante soprattutto col procedere della massificazione della società. Infatti, per motivi già semplicemente di ordine “fisico”, laddove il numero degli individui formanti una comunità si ingrandisce, maggiori diventano le difficoltà, o se si vuole le esigenze, del fattore comunicativo, nella costruzione delle relazioni sociali, politiche, economiche, ecc.<ref>Si veda su questo tema lo storico lavoro di [[Jacques Ellul]], ''Propaganda: The Formation of Men's Attitudes'', New York: Knopf, 1965.</ref> Tale attività, pur mantenendo storicamente sempre la stessa struttura di fondo, a partire dalla fine del XIX e i primi del XX secolo ha assunto forme e dimensioni mai viste prima, negli ambiti, spesso correlati, di politica, economia, cultura e soprattutto informazione.
 
Molti analisti sostengono che negli ultimi decenni i [[Mezzo di comunicazione di massa|media]], oltre a "divertire, intrattenere e informare", abbiano avuto la funzione (il più delle volte implicita) di "imprimere negli individui valori, credenze e codici di comportamento atti a integrarli nelle strutture istituzionali della società di cui fanno parte". Funzione questa, assolutamente coerente con la precedente storia dell'uomo, nel corso della quale parte delle produzioni culturali e delle attività informative hanno da sempre svolto anche una funzione “propagandistica” (come già accennato sopra). Solitamente nella storia le varie società, caratterizzate da determinate strutture economiche, sociali e istituzionali, hanno avuto bisogno (e fatto sì) che i sistemi formativi e informativi non andassero a interferire con tali strutture; al contrario, sono stati chiamati a rafforzarle.
 
E questo è stato particolarmente evidente nei casi in cui le élite politiche ed economiche siano state in grado di controllare direttamente i mezzi di comunicazione. Oggi si fa notare come i [[mezzo di comunicazione di massa|media]] siano generalmente espressione di grosse imprese economiche, controllate da forze orientate al mercato e al profitto, o del potere politico. Dunque, l'informazione fornita da quei media (che sono peraltro maggioritari) non potrà non risentire degli interessi di chi li finanzia e li controlla. Philip M. Taylor (docente di Comunicazioni Internazionali dell'Università di Leeds e uno dei maggiori studiosi viventi di propaganda), nella sua ''History of Propaganda'', scrive che in seguito all'estensione del diritto al voto e alle innovazioni tecnologiche nel campo delle comunicazioni, il [[XIX secolo]] ha assistito a "una costante crescita nel ruolo dell'[[opinione pubblica]], e nell'uso della propaganda da parte delle élite governative per influenzarla"<ref>Ibid., p. 158.</ref>.
 
=== Tecniche di produzione della propaganda ===
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== Analisi sociologica ==
 
=== Problematiche storiche e attuali ===
 
La propaganda ha assunto nel corso della storia un ruolo rilevante soprattutto col procedere della [[Massa (sociologia)|massificazione]] della società. Infatti, per motivi già semplicemente di ordine “fisico”, laddove il numero degli individui formanti una comunità si ingrandisce, maggiori diventano le difficoltà, o se si vuole le esigenze, del fattore comunicativo, nella costruzione delle relazioni sociali, politiche, economiche, ecc.<ref>Si veda su questo tema lo storico lavoro di [[Jacques Ellul]], ''Propaganda: The Formation of Men's Attitudes'', New York: Knopf, 1965.</ref> Tale attività, pur mantenendo storicamente sempre la stessa struttura di fondo, a partire dalla fine del XIX e i primi del XX secolo ha assunto forme e dimensioni mai viste prima, negli ambiti, spesso correlati, di politica, economia, cultura e soprattutto informazione.
 
=== Problematiche storiche e attuali ===
 
Molti analisti sostengono che negli ultimi decenni i [[Mezzo di comunicazione di massa|media]], oltre a "divertire, intrattenere e informare", abbiano avuto la funzione (il più delle volte implicita) di "imprimere negli individui valori, credenze e codici di comportamento atti a integrarli nelle strutture istituzionali della società di cui fanno parte". Funzione questa, assolutamente coerente con la precedente storia dell'uomo, nel corso della quale parte delle produzioni culturali e delle attività informative hanno da sempre svolto anche una funzione “propagandistica” (come già accennato sopra). Solitamente nella storia le varie società, caratterizzate da determinate strutture economiche, sociali e istituzionali, hanno avuto bisogno (e fatto sì) che i sistemi formativi e informativi non andassero a interferire con tali strutture; al contrario, sono stati chiamati a rafforzarle.
 
E questo è stato particolarmente evidente nei casi in cui le élite politiche ed economiche siano state in grado di controllare direttamente i mezzi di comunicazione. Oggi si fa notare come i [[mezzo di comunicazione di massa|media]] siano generalmente espressione di grosse imprese economiche, controllate da forze orientate al mercato e al profitto, o del potere politico. Dunque, l'informazione fornita da quei media (che sono peraltro maggioritari) non potrà non risentire degli interessi di chi li finanzia e li controlla. Philip M. Taylor (docente di Comunicazioni Internazionali dell'Università di Leeds e uno dei maggiori studiosi viventi di propaganda), nella sua ''History of Propaganda'', scrive che in seguito all'estensione del diritto al voto e alle innovazioni tecnologiche nel campo delle comunicazioni, il [[XIX secolo]] ha assistito a "una costante crescita nel ruolo dell'[[opinione pubblica]], e nell'uso della propaganda da parte delle élite governative per influenzarla"<ref>Ibid., p. 158.</ref>.
{{Citazione|Il XX secolo è stato caratterizzato da tre sviluppi di grande importanza politica: la crescita della democrazia, la crescita del potere economico, e la crescita della propaganda per proteggere il potere economico dalla democrazia|Alex Carey, ''Taking the Risk out of Democracy: Corporate Propaganda versus Freedom and Liberty'', University of Illinois Press, 1997, p.19}}