Propaganda: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Riga 29:
Il gran coppiere allora si alzò e gridò a gran voce in ebraico:
"Udite la parola del gran re, il re d'Assiria! Dice il re: 'Non vi inganni Ezechia, poiché non potrà liberarvi dalla mia mano. Ezechia non vi induca a confidare nel Signore, [...] Fate la pace con me e arrendetevi; allora ognuno potrà mangiare i frutti della sua vigna e dei suoi fichi, ognuno potrà bere l'acqua della sua cisterna, finché io non venga per condurvi in un paese come il vostro, in un paese che produce frumento e mosto, [...] in un paese di ulivi e di miele, voi vivrete e non morirete'. Non ascoltate Ezechia che vi inganna, dicendovi: il Signore ci libererà! Forse gli dèi delle nazioni hanno liberato ognuno il proprio paese dalla mano del re d'Assiria?"».</ref>.
 
Propaganda era il [[De bello Gallico]], che servì a [[Cesare]] per accrescere la propria reputazione a [[Roma]].
L<nowiki>'</nowiki>''[[Eneide]]'' di [[Virgilio]] accanto alle finalità estetiche ne aveva anche di “politiche”, vale a dire l'esaltazione di Roma (erede della mitica [[Troia]]) e dell'imperatore [[Ottaviano Augusto]] (della famiglia Iulia, fondata da [[Iulo]] figlio di [[Enea]]).
 
[[San Paolo]], poi, fu uno tra i più "insigni" propagandisti della storia religiosa.
 
Nel [[Medioevo]], una delle propagande più famose è forse quella operata da certi ambienti della società europea dell'[[XI secolo|XI]], [[XII secolo|XII]] e [[XIII secolo]], a favore della causa [[crociate|crociata]]. Non a caso il ruolo chiave lì fu svolto dal [[clero]] cristiano, depositario della cultura e quindi del sistema informativo e formativo dell'epoca (si veda il [[Discorso di Urbano II a Clermont]] nel 1095).
 
Famose, in [[età moderna|epoca moderna]], la propaganda controriformistica e quella colonialista; ma anche i libelli di [[Martin Lutero]] e gli scritti di [[Karl Marx]] sono statifurono, in parte, scritti con presupposti propagandistici.
 
L<nowiki>'</nowiki>''[[Eneide]]'' di [[Virgilio]] accanto alle finalità estetiche ne aveva anche di “politiche”, vale a dire l'esaltazione di Roma (erede della mitica [[Troia]]) e dell'imperatore [[Ottaviano Augusto]] (della famiglia Iulia, fondata da [[Iulo]] figlio di [[Enea]]). Gli esempi sono numerosissimi: inIn parte propagandistiche furono le intenzioni e il significato della [[Dichiarazione d'indipendenza degli Stati Uniti]], un "capolavoro di propaganda razionale", volto a cristallizzare l'opinione pubblica nordamericana e giustificare la rivoluzione all'estero<ref>Childs, ''Propaganda''.</ref> (si pensi in tal caso al “divario” tra l'''idea'' di democrazia e uguaglianza, e la ''realtà effettiva'' di una classe dirigente eletta da una percentuale della popolazione che si aggirava intorno all'1,5% del totale).
In seguito all'estensione del diritto al voto e alle innovazioni tecnologiche nel campo delle comunicazioni, il [[XIX secolo]] ha assistito a "una costante crescita nel ruolo dell'[[opinione pubblica]], e nell'uso della propaganda da parte delle élite governative per influenzarla"<ref>Philip M. Taylor (docente di Comunicazioni Internazionali dell'Università di Leeds e uno dei maggiori studiosi viventi di propaganda), nella sua ''History of Propaganda'', a p. 158.</ref>.
 
In seguito all'estensione del diritto al voto e alle innovazioni tecnologiche nel campo delle comunicazioni, il [[XIX secolo]] ha assistito a "una costante crescita nel ruolo dell'[[opinione pubblica]], e nell'uso della propaganda da parte delle [[élite]] governative per influenzarla"<ref>Philip M. Taylor (docente di Comunicazioni Internazionali dell'Università di Leeds e uno dei maggiori studiosi viventi di propaganda), nella sua ''History of Propaganda'', a p. 158.</ref>.
 
Ma anche dalla parte opposta, gli scritti di [[Karl Marx]] contengono, in parte, declinazioni propagandistiche della sua filosofia politica.
 
{{Citazione|Il XX secolo è stato caratterizzato da tre sviluppi di grande importanza politica: la crescita della democrazia, la crescita del potere economico, e la crescita della propaganda per proteggere il potere economico dalla democrazia|Alex Carey, ''Taking the Risk out of Democracy: Corporate Propaganda versus Freedom and Liberty'', University of Illinois Press, 1997, p.19}}
Line 56 ⟶ 65:
La propaganda, in attività “storicamente rilevanti”, si è manifestata in relazione ad ambiti diversi e quindi in tipologie diverse, spesso intrecciate fra loro. La ''propaganda religiosa'' è solo una delle forme storicamente più definite e diffuse di propaganda, connessa con il [[proselitismo]].
 
La ''propaganda culturale'', e in particolare quella ''letteraria'', è tra le più importanti, essendo la propaganda un fatto essenzialmente “comunicativo”. [[San Paolo]] è uno tra i più "insigni" propagandisti della storia religiosa; propaganda era il [[De bello Gallico]], che servì a [[Cesare]] per accrescere la propria reputazione a [[Roma]]. Questa tipologia di propaganda si è dunque intrecciata spesso con quella religiosa o ancor più con la ''propaganda politica''. In questo caso la finalità politica si aggiunge a quella prettamente estetica-artistica, in misura ovviamente variabile (nei casi “più estremi” la finalità artistica può essere solo un velo posto su quella primaria, politica).
 
L<nowiki>'</nowiki>''[[Eneide]]'' di [[Virgilio]] accanto alle finalità estetiche ne aveva anche di “politiche”, vale a dire l'esaltazione di Roma (erede della mitica [[Troia]]) e dell'imperatore [[Ottaviano Augusto]] (della famiglia Iulia, fondata da [[Iulo]] figlio di [[Enea]]). Gli esempi sono numerosissimi: in parte propagandistiche furono le intenzioni e il significato della [[Dichiarazione d'indipendenza degli Stati Uniti]], un "capolavoro di propaganda razionale", volto a cristallizzare l'opinione pubblica nordamericana e giustificare la rivoluzione all'estero<ref>Childs, ''Propaganda''.</ref> (si pensi in tal caso al “divario” tra l'''idea'' di democrazia e uguaglianza, e la ''realtà effettiva'' di una classe dirigente eletta da una percentuale della popolazione che si aggirava intorno all'1,5% del totale).
 
Più delicata appare storicamente la questione della ''propaganda economica'', soprattutto nelle forme assunte a partire dalla fine del [[XIX secolo]].