Michele De Benedictis: differenze tra le versioni

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Nel 1960 diviene assistente ordinario alla Cattedra di Economia e politica agraria e, nel 1963, consegue la libera docenza. Durante questo decennio, insieme a Quirino Paris, contribuisce a innovare radicalmente i metodi di analisi dell’economia agraria italiana, introducendo strumenti analitici avanzati già in uso in altri paesi ai quali l’accademia oppone una esplicita resistenza.
Nel 1965 il Department of Agricultural Economics [[Università della California, Berkeley]], dove ha trascorso un anno come visiting professor (alla Giannini Foundation<ref> T[https://giannini.ucop.edu/ he Giannini Foundation of Agricultural Economics]</ref>) gli offre una tenure track di Assistant Professor a cui rinuncia per rientrare in Italia.
Negli anni successivi De Benedictis si concentra sull’economia della produzione e sul ruolo del progresso tecnico nello sviluppo dell’agricoltura. individuando una stretta relazione fra il dualismo strutturale che caratterizzava in quegli anni l’agricoltura italiana e quello che De Benedictis definisce come “dualismo tecnologico”, principale fattore di innesco di una spirale negativa che allarga i divari di reddito fra imprese, settori e territori.
 
Nel 1968 viene chiamato a ricoprire la seconda cattedra di Economia e politica agraria dell’Università di Napoli e nel 1971 consegue l’ordinariato.
 
Tra il 1974 e il 1976 siede per la prima volta al Consiglio di amministrazione dell’Istituto Nazionale di Ecoomia Agraria (Inea, oggi [[Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria|CREA]]-PB<ref>[http://www.crea.gov.it/politiche-e-bioeconomia/ Sito del CREA-PB]</ref>), dove tornerà, poi, negli anni ’80. Nel 1975, assume con Enzo Di Cocco e Corrado Barberis la direzione della [[Rivista di economia agraria]]<ref>[http://www.fupress.net/index.php/rea Sito della Rivista di economia agraria]</ref>, che terrà fino al 1981.
 
Nel 1975, con il pensionamento di Rossi-Doria, De Benedictis è chiamato a ricoprire la prima Cattedra di Economia e politica agraria presso l'[[Università degli Studi di Napoli Federico II|Università di Napoli]] e assume la direzione dell’Istituto di Economia e politica agraria e del Centro di Portici<ref>[http://www.centrodiportici.it/ Centro di Portici]</ref>.
 
Nel corso della seconda metà del decennio prende corpo il volume “Economia dell’azienda agraria”, in collaborazione con Vincenzo Cosentino. Il manuale, che vedrà la luce nel 1979- immediatamente dopo la prematura scomparsa di Cosentino in un incidente ferroviario- nel 1980 riceve il Premio Saint Vincent per il suo alto valore didattico.
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Nel 1978 Rossi-Doria si ritira anche dal Centro di Portici e De Benedictis – che ha perso oltre a Cosentino un altro suo stretto collaboratore, Lucio De Angelis – decide di trasferirsi all’[[Università La Sapienza di Roma]]. Qui si apre una nuova fase nella quale lo spostamento progressivo dei suoi interessi è in qualche misura governato anche dalle nuove occasioni di impegno istituzionale e professionale offerte dalla capitale. Su questo fronte, la sua nomina a esperto di settore del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro ([[Consiglio_nazionale_dell'economia_e_del_lavoro|Cnel]]), avvenuta nel 1976, è cruciale per lo sviluppo del filone di analisi della bilancia agroalimentare italiana e della cosiddetta politica per le strutture dell’allora [[Comunità economica europea]].
 
In questo stesso periodo De Benedictis partecipa come responsabile del team italiano a un’importante ricerca europea sugli effetti regionali della politica agricola comunitaria (lo studio RICAP), lavorando a stretto contatto con molti colleghi europei impegnati sul tema. A questi impegni seguiranno numerosi lavori in tema di commercio internazionale e di politica agricola dell'[https://europa.eu/european-union/index_it[Unione UEEuropea]], molti dei quali realizzati insieme al suo allievo Fabrizio De Filippis.
In questa fase è cruciale la nascita, nel 1981, della rivista "La Questione Agraria", diretta da [[Guido Fabiani]], alla quale De Benedictis assicura il suo contributo, fino a diventarne nel corso del tempo un importate punto di riferimento e della quale assumerà la direzione nel 2000.
 
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I soggiorni americani di questi anni (1986-87 e 1995) accendono il suo interesse verso la questione ambientale e la sua importanza come tema di politica economico-agraria. Il suo contributo si inquadra nel dibattito in corso in quel periodo sui rapporti tra economia dell’ambiente (disciplina che resta nell’alveo neoclassico) ed economia ecologica (con una strumentazione concettuale necessariamente transdisciplinare), e dà ampio spazio alle interdipendenze tra agricoltura e ambiente.
Al contempo, egli continua il filone di ricerche che esplora il fenomeno delle imprese familiari e del part-time in agricoltura. A considerarle dalla prospettiva attuale, si può ben dire che le riflessioni sviluppate da De Benedictis nel corso di alcuni decenni hanno contribuito in modo decisivo al riconoscimento del cosiddetto “modello di agricoltura europeo” basato sulle piccole aziende, familiari, multifunzionali e pluriattive, fortemente integrate con il territorio e variamente sostenute dal settore pubblico.
In questo decennio si riallacciano anche i rapporti con la [[FAO]]], con la quale De Benedictis è lungamente impegnato in Siria su un progetto di Institution building per il Ministero dell'agricoltura a supporto di una strategia di graduale apertura dell’agricoltura della Siria al commercio estero.
Nel 1997 De Benedictis tiene la sua ultima lezione presso il dipartimento di Economia pubblica de La Sapienza. Durante la lezione svolge alcune riflessioni amare sull’inerzia che caratterizza docenti e istituzioni universitarie sl fronte della didattica.
Da questo momento – dirigendo l’Associazione per Studi e Ricerche Manlio Rossi-Doria, fondata nel 1996 con un gruppo di amici e allievi di Rossi-Doria– si dedica con rinnovata passione ai temi del Mezzogiorno e del territorio,