Lastebasse: differenze tra le versioni

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Fin dall'antichità la storia di questo territorio è stata caratterizzata da controversie tra le popolazioni di etnie e culture diverse e, soprattutto, tra chi deteneva il potere, anche con lo spostamento dei confini.
 
=== Epoca antica e Medioevo ===
Durante la [[Preistoria]] il territorio fu abitato sin dal [[paleolitico]];. ilIl popolamento fu favorito dalla presenza di numerosi ''covoli'' (caverne) che potevano essere utilizzati come rifugi<ref name=proloco/>. Più tardi venne abitato dagli [[Euganei]], dopo l'insediamento dei [[Veneti]] nella pianura vicentina.
 
=== Epoca modernamedioevale ===
Il possesso dell'altopiano di Tonezza-Fiorentini-Folgaria e del fondovalle della Valle dell'Astico fu oggetto di aspre contese fin dal medioevo. Il termine più attestato per indicare tale area è la terra delle Laste, usato anche dal Caldogno<ref>Il conte infatti scrive: «''la...Montagna ...delle Laste...si divide in due parti...le Laste di sotto, che al piede sono bagnate dall'Astico... le Laste di Sopra, le quali sul capo d'ogni intorno sono minacciate da più alti monti.. Le Laste di sotto et di sopra s'intrecciano per mezzo di alcuni scaglioni.''» cfr. {{cita|Caldogno|manoscritto p. 30|Caldogno}}</ref>.
 
La strada che collega Restele con il passo Sommo di Folgaria sembra quasi la linea di demarcazione tra le Laste Alte (o di Sopra, a monte della strada, il vasto altopiano) e le Laste Basse (o di Sotto, a valle, parte ripida e scoscesa che precipita nel sottostante Astico)<ref name=munari11 >{{cita|Munari|p. 11|Munari}}</ref><ref name=bello108 >{{cita|Bellò|p. 108|Bellò}}</ref>. Gli abitanti delle Laste, provenienti dal veronese (già nel 1000<ref name=zordan147 >{{cita|Zordan|p. 147|Zordan}}</ref>), da Folgaria stessa<ref name=caldogno40 >{{cita|Caldogno|manoscritto p. 40|Caldogno}}</ref> o dall'alto vicentino<ref name=bottea81 >{{cita|Bottea|p. 81|Bottea}}</ref> attorno al '500-'600 cominciarono ad essere chiamati dal nome della loro terra: i Lastarolli. Le località in cui vivevano erano Busatti, Giaconi, Snideri, Posta, Tamburinari, Montepiano a fondovalle, S. Fermo e Rustico in altopiano, tutti contadini e pastori salvo pochi addetti ad attività artigianali<ref name=munari12 >{{cita|Munari|p. 12|Munari}}</ref><ref name=bello108 />.
 
Nel [[Basso Medioevo]] fu feudo dei conti di [[Velo (famiglia)|Velo]], signori dell'Alto Vicentino, spesso in lotta con i conti di Beseno di [[Folgaria]], per il possesso della parte montana di un territorio "carico di altissimi pezzi, abeti, larici e faggi mirabili" e "ricco di boschi di squisita bellezza e bontà, che per esservi erbe eccellenti rendono ottimi frutti"<ref name = Brazzale12 >Antonio Brazzale, ''Terra di confine …", ''op. cit.'', pp. 12-13</ref>.
 
Per la gestione del territorio già nel 1188 gli uomini di Folgaria avevano giurato fedeltà ai conti Velo<ref name=bortolami283 >{{cita|Bortolami|p. 283|Bortolami}}</ref> e nel 1202 un ''instrumentum''<ref>ASVI, Ufficio del Registro, 1422, libro sesto 269v-v271r</ref> aveva sancito il confine settentrionale del territorio vicentino assegnandolo alla Comunità di Arsiero<ref name=zordan174 >{{cita|Zordan|p. 174|Zordan}}</ref>. Il territorio avrebbe potuto essere amministrato in accordo con i Velo, ma pochi anni dopo i signori di Beseno iniziarono a minacciare la terra delle Laste, per porre il confine in Val Lozza. Nel 1222 i Beseno fondarono la Comunità di Folgaria rivendicando diritti sulle “selve di Pioverna”, le “cime dei monti” fino al “fondo dell'Astico”<ref name=munari22 >{{cita|Munari|p. 22|Munari}}</ref><ref name=bello106 >{{cita|Bellò|p. 106|Bellò}}</ref>.
Nel XIII secolo il territorio passò al [[comune medievale|comune]] di [[Vicenza]], con il quale condivise le sorti nei secoli successivi. Fu comunque oggetto di continue controversie con il signore di Beseno; lastarolli e folgaretani si contendevano l'uso civico dei pascoli e dei boschi, ricorrendo alla giustizia.
 
Iniziarono quindi le dispute. Nel 1285 “Folgaria prestò giuramento di fedeltà e di vassallaggio a Guglielmo di Castelbarco, signore di Rovereto”, casato agli inizi del '300 acquistò Castel Beseno mantenendolo fino al 1456<ref name=teso10 >{{cita|Teso|p. 10|Teso}}</ref>.
 
Nel XIII secolo il territorio passò al [[comune medievale|comune]] di [[Vicenza]], con il quale condivise le sorti nei secoli successivi. Fu comunque oggetto di continue controversie con il signore di Beseno; lastarolli e folgaretani si contendevano l'uso civico dei pascoli e dei boschi, ricorrendo alla giustizia.
A quel tempo l'abitato non si trovava nella posizione attuale ma, come scrive il [[Gaetano Maccà|Maccà]], "assai più in alto in faccia alla chiesa di San Sebastiano, curazia della chiesa parrocchiale di Folgaria, e l'Astico era quello che divideva le dette Laste Basse, ch'erano in numero di 44 case con un picciolo oratorio dedicato a San Fermo"<ref name = Brazzale12/>.
Verso la metà del [[Trecento]], durante la dominazione [[scaligeri|scaligera]], il territorio di Lastebasse fu sottoposto, sotto l'aspetto amministrativo, al [[Storia del territorio vicentino#I Vicariati civili|Vicariato civile]] di [[Schio]] e tale rimase sino alla fine del XVIII secolo<ref>{{Cita| Canova, 1979|p. 25}}</ref>.
 
=== Dominio veneziano ===
Verso la metà del [[Trecento]], durante la dominazione [[scaligeri|scaligera]], il territorio di Lastebasse fu sottoposto, sotto l'aspetto amministrativo, al [[Storia del territorio vicentino#I Vicariati civili|Vicariato civile]] di [[Schio]] e tale rimase sino alla fine del XVIII secolo<ref>{{Cita| Canova, 1979|p. 25}}</ref>.
Le controversie continuarono anche dopo il passaggio del Vicentino, nel 1404, sotto la Repubblica di Venezia.
 
Nel 1430 Venezia estese la sua influenza sulla Val Lagarina: inviò Andrea Mocenigo, Capitano di Padova, per assegnare “la Valle Orsara e le Laste ai vicentini”, e il doge Foscarini concesse a Folgaria l'emancipazione dai Castelbarco<ref name=munari22 /><ref name=bello108 />. Nel 1448 la Serenissima decise di vendere alla Città di Vicenza la Montagna delle Laste, mentre nel 1470 i conti Trapp, subentrando ai Castelbarco, cominciarono a rivendicarne antichi diritti sul territorio<ref name=munari25 >{{cita|Munari|p. 25|Munari}}</ref><ref name=bello108 />. Nel 1535 le dispute confluirono nella “Sentenza Tridentina”, che diede tra l'altro le Laste Alte a Vicenza, l'utile dominio a Folgaria e condannò i Trapp al risarcimento danni<ref>Pompilio Valle, ''cit.,'' p. 16</ref>, ma questi non rispettarono la sentenza e le angherie proseguirono<ref name=cevese168169 >{{cita|Cevese|pp. 168-169|MunarCevesei}}</ref>.
=== Epoca moderna ===
Le controversie continuarono anche dopo il passaggio del Vicentino, nel 1404, sotto la Repubblica di Venezia. Con la storica "sentenza roveretana" del settembre 1605, quando la potenza della Serenissima si era indebolita, venne deciso lo spostamento dei confini e il trasferimento del territorio chiamato delle "sette montagne"<ref>Il territorio compreso tra la Valle Lunga, la Valle Orsara, la riva destra dell'Astico e il Monte Maggio</ref> alla comunità di Folgaria, con la perdita di varie località e di un'area di circa 1.600 ha di malghe e di boschi di alto fusto.
 
Nel settembre 1605 ci fu pertanto la storica “sentenza roveretana”, che decise lo spostamento dei confini, confermò le Laste Alte a Vicenza, diede a Folgaria le Laste Basse e il territorio chiamato delle "sette montagne"<ref>Il territorio compreso tra la Valle Lunga, la Valle Orsara, la riva destra dell'Astico e il Monte Maggio</ref> e riconobbe a Venezia la sovranità sulle montagne vicentine<ref name=munari2930 >{{cita|Munari|pp. 29-30|Munari}}</ref><ref name=bello121 >{{cita|Bellò|p. 121|Bellò}}</ref>. Ma mentre Lastebasse nel 1612 si ergeva a comune veneto autonomo da Folgaria, quest'ultima impediva ai Lastarolli "la fruizione dei boschi e dei pascoli comunitari"<ref name=bello121122 >{{cita|Bellò|pp. 121-122|Bellò}}</ref>, tanto che per difendersi nel 1610 costituirono con Tonezza una milizia volontaria di 125 archibugeri <ref name=cevese169 >{{cita|Cevese|p. 169|Cevese}}</ref>.
Durante il secondo convegno di Rovereto tra la [[Serenissima]] e il [[Sacro Romano Impero]] ([[1750]]-[[1754]]), per porre fine alle liti territoriali tra i lastaroli e gli abitanti della vicina [[Folgaria]], ci si accordò per distruggere il villaggio e trasferirne la popolazione più a valle, dietro il pagamento di 15900 fiorini da parte dei folgaretani. Da questo spostamento a valle del nucleo abitato deriva l'attuale toponimo (''laste'' è invece un riferimento ai piani rocciosi che caratterizzano il territorio)<ref name=diocesi/>.
Tra il 1750 e il 1754 si tenne il "secondo convegno di Rovereto", indetto per evitare i sanguinosi conflitti che ancora stavano continuando, durante il quale venne imposto ai lastaroli di abbandonare il paese. Il 12 maggio 1752, mentre gli uomini del villaggio erano scesi al mercato di Thiene, una spedizione distrusse le 44 case del villaggio e la popolazione di donne, bambini e anziani venne deportata a valle.
 
DuranteTra il 1750 e il 1754 si tenne il "secondo convegno di Rovereto" tra la [[Serenissima]] e il [[Sacro Romano Impero]] ([[1750]]-[[1754]]),indetto per porre fine alle liti territoriali tra i lastaroli e gli abitanti della vicina [[Folgaria]],: civenne siimposto accordòai perlastarolli di distruggereabbandonare il villaggiopaese. eIl trasferirne12 lamaggio popolazione1752, piùmentre agli valleuomini del villaggio erano scesi al mercato di Thiene, dietrouna ilspedizione pagamentodistrusse le 44 case del villaggio e la popolazione di 15900donne, fiorinibambini dae parteanziani deivenne folgaretanideportata a valle. Da questo spostamento a valle del nucleo abitato deriva l'attuale toponimo (''laste'' è invece un riferimento ai piani rocciosi che caratterizzano il territorio)<ref name=diocesi/>. L'Austria risarcì questa distruzione con 15.900 fiorini, ma non ripagò la perdita del territorio.
L'Austria risarcì questa distruzione con 15.900 fiorini, ma non ripagò la perdita del territorio; in seguito, nel 1843, quando ormai il Veneto era sotto il [[Regno Lombardo-Veneto]] e quindi apparteneva all'[[Impero asburgico]], fu spostato il confine e il territorio delle "sette montagne" fu annesso al Trentino.
 
Il paese venne ricostruito a spese della Repubblica Veneta intorno al 1760 nella posizione attuale, sulle rive dell'Astico dove fino a quel momento vi erano solo i sassi di una frana staccatasi dalla montagna, posizione molto più arida di risorse rispetto alla precedente. La Repubblica, per sostenere i lastaroli, acquistò per loro dal comune di Vicenza la montagna delle Laste Alte, spendendo il risarcimento dato dall'Austria. Tale era comunque la povertà che "''una volta l'anno - e anche due in caso di carestia - la Serenissima passava a questo povero comune 100 staja venete di [[sorgo]]''"<ref name = Brazzale12/>. Ad ulteriore compensazione, Venezia staccò da Brancafora le tre contrade di Tamburinari, Montepiano e Posta e le diede a Lastebasse.
 
=== Ottocento ===
Ad ulteriore compensazione, Venezia staccò da Brancafora le tre contrade di Tamburinari, Montepiano e Posta e le diede a Lastebasse.
Folgaria nel 1814, divenuta austriaca, distrusse le pietre di confine alla Porta del Leon (sopra Buse) e in Valle Orsara. Dopo essere passata sotto Rotzo (1818), Lastebasse nel 1843, quando ormai il Veneto era sotto il [[Regno Lombardo-Veneto]] e quindi apparteneva all'[[Impero asburgico]], vide arretrare il confine provinciale su quello comunale da parte della Cancelleria Aulica<ref name=munari7781 >{{cita|Munari|pp. 77-81|Munari}}</ref><ref name=bello124 >{{cita|Bellò|p. 124|Bellò}}</ref>: fu spostato il confine e il territorio delle "sette montagne" fu annesso al Trentino.
Ritornata comune autonomo nel 1850, dopo l'annessione del 1866 chiese inutilmente al Regno d'Italia il ripristino del confine sulla linea Monte Maggio-Valle Orsara. Infine nel 1868 l'istituzione della dogana a Busatti rese la vita impossibile per la presenza del confine e del fossato a ridosso delle case, pertanto nel 1882 furono i Lastarolli a far saltare i cippi confinari<ref name=munari8386 >{{cita|Munari|pp. 83-86|Munari}}</ref><ref name=bello124 />. Sfumata in nulla di fatto nel 1887 la risposta positiva del Governo Regio di ripristinare la distinzione tra confine comunale e statale, come anche la discussione in merito presso la Camera dei Deputati del 1894<ref name=munari102103 >{{cita|Munari|pp. 102-103|Munari}}</ref>, agli inizi del '900 la vicenda confinaria si intersecò con la realizzazione della cosiddetta "linea dei forti", soprattutto i forti Cherle, Campomolon e Belvedere.
 
=== Epoca contemporaneaNovecento ===
Durante la [[prima guerra mondiale]] la vicinanza al [[fronte italiano (prima guerra mondiale)|fronte]] provocò la completa distruzione del paese<ref name=proloco>{{cita web|url=http://www.consorzioprolocoaap.it/joomla/lastebasse.html|titolo= Pro Loco di Lastebasse - Cenni storici |accesso=21 maggio 2017|editore=Consorzio Pro Loco Alto Astico e Posina}}</ref>, della chiesa, delle case e di alcuni opifici sorti lungo il torrente, insieme con il danneggiamento dei boschi e dei campi. La Grande Guerra provocò l'esodo, il secondo, dei cittadini di Lastebasse. Chi dal 1919 ebbe la fortuna di ritornare, riprese le rivendicazioni.
Nel 1923, in una nazione vittoriosa sull'Austria, si giunse vicini ad un accordo: Vicenza e Trento discussero fino alla proposta di concedere a Lastebasse la “Fittanza”, area di dirupi rifiutata dai vicentini. Nel 1932 sembrò vicina la soluzione grazie al Prefetto dott. Francesco Piomarta, ma non si giunse a una soluzione conciliativa<ref name=munari139143 >{{cita|Munari|pp. 139-143|Munari}}</ref><ref name=bello125 >{{cita|Bellò|pp. 125|Bellò}}</ref>.
 
Dopo la guerra, quando il Trentino era ormai passato all'Italia, i lastaroli tentarono di riavere la montagna che era stata loro sottratta 150 anni prima, ma senza riuscirci. Nonostante la ricostruzione dell'abitato, il paese rimase così povero che la popolazione cominciò ad emigrare in massa, spopolamento che continuò anche dopo la seconda guerra mondiale.
 
Concluso il secondo conflitto mondiale, ritornò più pressante la carenza di risorse e il conseguente malcontento, tanto che nacque una sorta di società segreta, l'“Orsara”, che si prefiggeva la riconquista delle terre usurpate tramite atti dimostrativi<ref name=munari146147 >{{cita|Munari|pp. 146-147|Munari}}</ref>. L'Amministrazione comunale, non condividendo questa soluzione, decise di cercare altre vie. Su consiglio di esperti si decise di rivendicare l'uso civico delle montagne di Folgaria e nel 1952 ne rivolse istanza al Commissariato agli Usi civici di Milano. A tal fine venne designato il Ministero dell'Agricoltura e Foreste quale autorità competente, che nel 1971 diede incarico al Commissario agli Usi Civici di Venezia<ref name=munari149152 >{{cita|Munari|pp. 149-152|Munari}}</ref>. Dopo alterne vicende nel 1997 fu nominata una Commissione tecnica d'Ufficio di esperti scelti tra i ricercatori dell'Università di Trento<ref name=munari156157 >{{cita|Munari|pp. 156-157|Munari}}</ref>.
 
Nel 1998 la commissione giunse a queste conclusioni: il comune di Lastebasse ebbe origine da quello di Folgaria condividendone il demanio civico fino al 1751; tale uso civico non si limitava alle terre sul versante destro dell'Astico (per le quali ebbe il risarcimento di 16.000 fiorini), ma anche sul versante sinistro.
Sulla base di tali conclusioni dapprima il Giudice di Venezia indicò al comune di Folgaria un risarcimento a quello di Lastebasse di dieci milioni di euro per la mancata liquidazione dei diritti di tale uso civico, poi, dopo una serie di alterne vicende, nel 2008 si giunse ad una transazione: la Provincia autonoma di Trento corrispose al comune di Lastebasse tre milioni di euro, quest'ultimo rinunciò a rivendicazioni sul territorio di Folgaria. La transazione si inserisce in un accordo di integrazione turistica a investimento congiunto previsto dal Piano di Sviluppo turistico e valorizzazione ambientale del 2004 della Provincia di Trento, che prevede piste da sci, impianti di risalita e strutture nell'area lungo il confine (delibera provinciale 04/06/2004).
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
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== Bibliografia ==
*{{Bibliografia|Bellò|Bellò, ''Storie di confine,'' La Serenissima, Vicenza, 2006}}
*{{Bibliografia|Bortolami|Sante Bortolami, ''Storia dei Sette Comuni''}}
* Antonio Brazzale Dei Paoli, ''La terra di confine dei Comuni di Lastebasse, Pedemonte, Tonezza del Cimone, Valdastico'', La Serenissima, 1990
*{{Bibliografia|Caldogno|Francesco Caldogno, ''Relazione delle Alpi vicentine e de' passi e popoli loro''}}
* {{cita libro|titolo=I castelli medievali del vicentino|autore1=Antonio Canova |autore2 =Giovanni Mantese|editore= Accademia Olimpica|città=Vicenza|anno=1979|cid= Canova, 1979}}
* {{Bibliografia|Cevese|Tommaso Cevese, ''Luci di un altopiano:. Tonezza e i Fiorentini, immagini e storia'', Vicenza, La Serenissima, 2003Vicenza, 1999}}
*{{Bibliografia|Munari|Munari Lorenzo Munari, ''I lastarolliLastarolli,'', Vicenza, La Serenissima, Vicenza, 2002}}
 
*{{Bibliografia|Zordan|Simeone Zordan, ''La Valle dell'Astico Corte Longobarda,'' Nuova Grafica Vigorovea, 1983}}
* ''Fatti storici relativi alla questione dei confini territoriali fra Lastebasse, Vicenza e Folgaria, Tirolo'', Arsiero, Stabilimento tipografico G. Bozzo, 1892