Gilgameš: differenze tra le versioni
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==== Tavola X ====
Incipit della Tavola in accadico: '''<sup>d</sup>'''ší-du-ri sa-bi-tum šá ina sa-pan tam-ti áš-bat; (''La divina Šiduri, la taverniera che vive sulla riva del mare'').
* '''Gilgameš e la divina taverniera Šiduri
* '''L'incontro con il battelliere [[Urshanabi|Uršanabi]] e l'attraversamento delle Acque della Morte (Mē Mūti)'''. Gilgameš raggiunge la foresta armato e si scontra con Uršanabi che lo colpisce ma anche gli domanda quale sia la ragione del suo stato pietoso e di rimando Gilgameš gli dà la stessa risposta offerta alla divina taverniera: «L'amico mio che io amo, è diventato argilla/e io non sono come lui? Non dovrò giac[ere pure io e non alzarmi mai più?» (Tav. X vv. 145-6). Uršanabi spiega al re di Uruk che da solo non può raggiungere l'altra sponda e che per prima cosa deve costruire dei pali forniti di pomelli e portarglieli. Gilgameš predisponde quanto richiestogli dal battelliere, e i due si imbarcano per il pericoloso viaggio, raggiungendo le Acque della Morte (''mē mūti''). Uršanabi avverte Gilgameš che non deve prendere contatto con le acque mortifere e in tre giorni compirono un viaggio che normalmente si percorre in un mese e mezzo. Dall'altra riva Utanapištim osserva il re di Uruk e si rende conto che non è una persona da lui conosciuta.
* '''L'incontro con Utanapištim ''. Infine Gilgameš raggiunge Utanapištim il quale gli chiede conto delle sue condizioni pietose, anche a lui il re di Uruk spiega che la morte dell'amico Enkidu e la scoperta della morte lo hanno angosciato, la taverniera non lo ha aiutato e ora sta lì di fronte Utanapištim che agognava di incontrare. Utanapištim gli replica che non ha senso che un essere divino destinato ad essere re viva come un mendicante e che la sua agitazione gli ha fatto solo «avvicinare il giorno lontano della verità» (rigo 300, lett. "hai avvicinato a te i tuoi giorni lontani": ''ru-qu-tu tu-qar-r [a-ab] ūmī(u4) <sup>meš</sup>-ka)''. Utanapištim spiega quindi al re di Uruk che:
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