Brigantaggio postunitario italiano: differenze tra le versioni

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In un articolo, nella sezione di cronaca contemporanea, del 25 maggio 1867 ''Civiltà Cattolica'' imputava l'incremento del brigantaggio nelle province pontificie alla fomentazione, da parte dei [[garibaldini]], allo scopo di indebolirne lo stato, aumentare il malcontento della popolazione e facilitare l'invasione dello stato e la conseguente presa di Roma, veniva altresì indicata la cifra di oltre 50 briganti costituitisi dall'inizio dell'anno che, come riportava la rivista:
 
{{citazione|senza contar quelli che soccombettero negli scontri, o che cadendo nelle mani della forza insecutrice subirono il rigore delle leggi. Tra questi, per non parlare de'più recenti, ricorderemo i nominati Caprara, Devizi, Capri e Bubboli che subirono l' estremo supplizio nei mesi di Febbraio e Marzo scorso, Mastrantoni e Jorio che lo subirono nel giorno di ieri.<ref>Vedi pag. 617-619, ''Cronaca contemporanea'', Civiltà Cattolica, Anno decimo ottavo, Vol. X della serie sesta, 1867</ref>}}
 
=== La presa di Roma e la fine (1869-1870) ===
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[[File:Battipaglia brigands.jpg|thumb|upright=1.6|[[Battipaglia]], 1865: cattura del [[grand tour|viaggiatore inglese]] W.J.C. Moens. Liberato dopo il pagamento di 30000 [[Ducato (moneta)|ducati]] (5100 lire), raccontò la sua avventura nel libro ''English travellers and Italian brigands'', Hurst and Blackeet Publisher, Londra, (1865)]]
[[File:Banda manzo.JPG|miniatura|350px|destra|Ritratto in studio della banda Manzo, eseguito da Raffaele Del Pozzo, poco prima della loro costituzione]]
{{Citazione|... Qui, o Signora, io sento battere colla stessa veemenza il mio cuore, come nel giorno, in cui sul monte del [[Sacrario di Pianto Romano|Pianto dei Romani]], i vostri eroici figli faceanmi baluardo del loro corpo prezioso contro il piombo borbonico! ... E Voi, donna di alti sensi e d'intelligenza squisita, volgete per un momento il vostro pensiero alle popolazioni liberate dai vostri martiri e dai loro eroici compagni. Chiedete ai cari vostri superstiti delle benedizioni, con cui quelle infelici salutavano ed accoglievano i loro liberatori! Ebbene, esse maledicono oggi coloro, che li sottrassero dal giogo di un dispotismo, che almeno non li condannava all'inedia per rigettarli sopra un dispotismo più orrido assai, più degradante e che li spinge a morire di fame. ... Ho la coscienza di non aver fatto male ; nonostante, non rifarei oggi la via dell' Italia Meridionale, temendo di esservi preso a sassate da popoli che mi tengono complice della spregevole genia che disgraziatamente regge l' Italia e che seminò l'odio e lo squallore la dove noi avevamo gettato le fondamenta di un avvenire italiano, sognato dai buoni di tutte le generazioni e miracolosamente iniziato.|[[Giuseppe Garibaldi]] ad [[Adelaide Cairoli]], [[1868]].<ref>Citato in ''Lettere ad Anita ed altre donne'', raccolte da G. E. Curatolo, Formiggini, Roma 1926, pp. 113-116. http://dbooks.bodleian.ox.ac.uk/books/PDFs/300061937.pdf on line</ref>}}
 
{{Citazione|Fino all'avvento della Sinistra al potere, Lo stato italiano ha dato il suffragio solo alla classe proprietaria, è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e a fuoco l'Italia meridionale e le isole, crocifiggendo, squartando, seppellendo vivi i contadini poveri che gli scrittori salariati tentarono infamare col marchio di «briganti».|[[Antonio Gramsci]] in [[Avanti!]], 18 febbraio [[1920]]<ref>La frase di Gramsci è tratta da un articolo intitolato “Il lanzo ubriaco”, pubblicato sull'edizione piemontese dell'“Avanti!”, anno XXIV, n. 42, 18 febbraio 1920 (editoriale). L'articolo è stato raccolto nel volume di Antonio Gramsci: L'Ordine nuovo 1919-1920, a cura di Valentino Gerratana e Antonio A. Santucci, Einaudi, Torino 1987, (la citazione si trova a pag. 422)</ref>}}
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{{citazione|ogni parte d'Europa ha avuto banditi e delinquenti, che in periodi di guerra e di sventura hanno dominato la campagna e si sono messi fuori della legge […] ma vi è stato un solo paese in Europa in cui il brigantaggio è esistito si può dire da sempre […] un paese dove il brigantaggio per molti secoli si può rassomigliare a un immenso fiume di sangue e di odi […] un paese in cui per secoli la monarchia si è basata sul brigantaggio, che è diventato come un agente storico: questo paese è l'Italia del Mezzodì.<ref>Francesco Saverio Nitti ''Eroi e briganti'' (edizione 1899) pag. 9</ref>}}
 
In relazione alla tesi che vede i briganti meridionali come sostenitori della dinastia borbonica o comunque come anti-sabaudi, si osserva che, dopo il 1870, la fine del brigantaggio nel meridione non fu seguita dalla nascita di alcun movimento anti-sabaudo ad oltranza; inoltre la tesi che vede il sud ostile ai Savoia dopo l'unità, non spiega il fatto che con la [[nascita della Repubblica Italiana]], in occasione del referendum del 2 giugno 1946, fu il sud a votare a grande maggioranza in favore della monarchia sabauda, mentre il nord votò per la repubblica, e dal 1946 al 1972 i partiti monarchici (poi confluiti nel [[Partito Democratico Italiano di Unità Monarchica]] (PDIUM)), ottennero consensi soprattutto nel Meridione e a Napoli, dove, in occasione del referendum del 1946, in [[Via Medina]] diversi cittadini napoletani morirono nella cosiddetta [[Strage di via Medina (1946)|strage di via Medina]], durante gli scontri a sostegno della monarchia sabauda.<ref>Marco Demarco, ''L'altra metà della storia: spunti e riflessioni su Napoli da Lauro a Bassolino''. Guida Editori, 2007</ref><ref>La strage di via Medina nel 1946 a Napoli, ''[http://www.monarchia.it/via_medina_special.html U.M.I. - Unione Monarchica Italiana - Napoli: i fatti di via Medina] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20120307140121/http://www.monarchia.it/via_medina_special.html |data=7 marzo 2012 }}''</ref><ref>[http://www.ilgiornale.it/news/quei-monarchici-napoli-uccisi-anche-storia.html Quei monarchici di Napoli uccisi anche dalla storia da ilgiornale.it]</ref>
 
== Memorialistica ==
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* {{cita libro|nome=Antonio|cognome=Cappelletti|titolo=Trattato elementare di costruzione delle strade ferrate italiane|anno=1872|editore=Galle e Omodei editori e libraj|città=Milano|cid=Cappelletti, 1872}}
* {{cita libro|nome=Angiolo|cognome=de Witt|titolo=Storia politico militare del brigantaggio nelle province meridionali d'Italia|anno=1884|editore=Girolamo Coppini Editore|città=Firenze|cid=de Witt, 1884}}
* Ludwig Richard Zimmermann, ''Memorie di un ex Capo-Brigante: "libero e fidele"'', Traduzione note e commento di Erminio de Biase, Napoli Arte Tipografica Editrice, 2007
 
== Voci correlate ==