Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche: differenze tra le versioni

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==Storia==
Con [[Regio decreto legge]] 17 novembre 1927 n. 2207 venne stabilita la trasformazione dell'[[Unione radiofonica italiana]] (URI) in EIAR. Il successivo 15 dicembre venne stipulata la nuova convenzione (resa esecutiva dal R.D. 29 dicembre 1927, n. 2526) che affidava all'EIAR la gestione della radiofonia circolare per i successivi 25 anni<ref name=Annuario1988>''Annuario RAI 1988 1989'', Torino, Nuova ERI, 1989</ref>.
L'EIAR fu costituita con [[Regio decreto|R.D.]] 17 novembre 1927 n. 2207 (reso esecutivo dal R.D. 29 dicembre 1927, n. 2526), con la trasformazione dell'[[Unione radiofonica italiana]] (URI). L'URI (tra i cui soci vi erano la [[General Electric]], la [[SIP - Società idroelettrica piemontese]] e la [[Fiat]]) aveva ricevuto la concessione, in esclusiva, per la gestione degli impianti e la diffusione dei programmi radiofonici nel [[1924]]<ref name=autogenerato1>[http://www.cisi.unito.it/marconi/rai.html La radiotelefonia in Italia: dalla SIRAC alla RAI<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. Con lo stesso decreto le trasmissioni furono poste sotto il controllo del regime, attribuendo le relative competenze al [[Ministero delle poste e delle telecomunicazioni]] e riservando ad esso la nomina di quattro consiglieri di amministrazione<ref name="pubblicismo" />. Con convenzione 15 dicembre [[1927]], le venne affidata la gestione radiotelegrafica per i successivi 25 anni.
Con lo stesso decreto le trasmissioni furono poste sotto il controllo del regime, attribuendo le relative competenze al [[Ministero delle poste e delle telecomunicazioni]] e riservando ad esso la nomina di quattro consiglieri di amministrazione<ref name="pubblicismo" />.
 
Il 23 marzo 1933 la SIP divenne azionista di maggioranza della società.<ref name="rai_cronologia1">[http://www.radiomarconi.com/marconi/rai_cronologia1.html Radiomarconi.com - La vera storia della radiodiffusione in Italia, Cronologia 1919-2000]</ref> Con il R.D.L. 26 settembre 1935 n. 1829 le trasmissioni passarono sotto il controllo del [[Ministero della Cultura Popolare|Ministero per la stampa e la propaganda]].<ref name=autogenerato1 />.