Capriata: differenze tra le versioni

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''Città e monumenti dei greci d'Occidente'', 2006, pag.101</ref>
 
La capriata venne massicciamente usata in epoca [[Architettura paleocristiana|paleocristiana]] come copertura per le prime [[basilica|basiliche]] cristiane, anche se non ci rimane alcuna struttura originale e non si può conoscere la conformazione di tali capriate. La caratteristica della capriata di non generare spinte laterali permetteva alle basiliche paleocristiane di avere mura abbastanza esili completamente lisce, senza bisogno di [[contrafforte|contrafforti]], caratterizzandone così l'aspetto esteriore che denuncia, con la sua semplicità, la concezione strutturale della copertura.
La caratteristica della capriata di non generare spinte laterali che permetteva alle basiliche paleocristiane di avere mura abbastanza esili completamente lisce, senza bisogno di [[contrafforte|contrafforti]], caratterizzandone così l'aspetto esteriore che denuncia con la sua semplicità, la concezione strutturale della copertura.
 
Nel periodo [[architettura romanica|romanico]] iniziò la graduale sostituzione, nella copertura delle chiese, delle capriate con le [[volta (architettura)|volte]], prima nelle più piccole [[navata|navate]] laterali delle chiese, poi, via via che gli artefici acquisivano dimestichezza e perizia con la nuova tecnica, vennero iniziate ad essere coperte anche le più alte e ampie navate centrali. La [[Basilica di Santa Maria Maggiore (Lomello)|Basilica di Santa Maria Maggiore]] a [[Lomello]] per esempio è il più antico esempio pervenutoci della fase di transizione del [[XII secolo]], con navate laterali coperte a volte e navata centrale a capriate.