Suonatore di liuto: differenze tra le versioni

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Hibbard sostiene che tanto il Baglione, quanto il Bellori, in realtà ignorano il ''Suonatore'' presso il Giustiniani (nelle descrizioni si parla di Del Monte e non del Giustiniani) e dunque si riferiscono ad una sola redazione per Del Monte<ref>9.H. Hibbard, ''Caravaggio'', London, 1983, pp. 279-280, n. 18 </ref>. Nel 1985 il Wolfe rende noto un documento, del passaggio da Del Monte al Barberini che dimostra con certezza la presenza di una duplice redazione iconografica del dipinto<ref>9. K. Wolfe, ''Caravaggio: another"Lute Player''", in " The Burlinghton Magazine", 1985, pp. 451-452.</ref>. Christiansen, in uno studio del 1990, lo considera autografo, ma precedente alla versione Giustiniani<ref>11. Citato da Maurizio Marini, op. cit., p. 382. E si veda K. Christiansen, ''A Caravaggio Rediscovered: The Lute player'', New York, 1990, pp. 10-13. </ref>. Come detto sopra, la Cinotti e la Gregori, sono invece dell'idea che il dipinto di New York sia posteriore a quello Giustiniani-Ermitage e che pertanto si attesti al 1597 (vedi nota 4).
 
Nella Collezione di Alessandro Vittrice, ecclesiastico figlio di Girolamo ed Orizia di Lucio Orsi, sorella di Prospero, propagandista o Turcimanno del Caravaggio, esisteva un dipinto di simile iconografia non identificato e probabilmente perduto curiosamente descritto come "un quadro grande di una donna vestita di Diana, che suona il Cimbalo cornice arabescata m(ano) del Caravaggio". Maurizio Marini (2005, n. 8), ritiene che l'estensore dell'inventario sia stato tratto in inganno dalla evidente androginia del musico e dal ricciolo piegato a virgola sulla fronte, come una mezza luna, noto attributo simbolico della dea Diana<ref>12, Maurizio Marini, op. cit., p. 379, n. 8. Il destino dei dipinti della raccolta Vittrici, salvo che per la [[Buona ventura (Caravaggio Parigi)|''Buona Ventura'']] ex Pamphili ora al Louvre, non è noto, pertanto il dipinto deve ritenersi non identificato. </ref>. Il Marini ritiene che questo dipinto possa essere quello in collezione privata a Roma (2005, p. 144, n. 8 e p. 379 ).
 
Secondo Maurizio Marini (2005, n. 9) Caravaggio era solito una volta eseguito un dipinto (il primo, per lo studioso, quello per il cardinale Del Monte), ne esegue altri con varianti sostanziali, formandone una nuova stesura che cede poi ad altro collezionista. Un simile sistema non è solo presente qui, ma anche nella ''Buona Ventura'' oppure nelle due versioni delle ''" Stimmate di San Francesco"''<ref>13. Maurizio Marini, op. cit., p. 382.</ref>. Dalla recente scoperta da parte del giovane ricercatore Riccardo Gandolfi di un manoscritto di Gaspare Celio contenente con altre ''Vite'', la inedita ''Vita di Caravaggio'' (essendo del 1614, si tratta della prima ''Vita di Caravaggio,'' scritta a soli quattro anni dalla morte del Merisi), apprendiamo che ''Il'' ''suonatore di liuto'' era stato dipinto da Caravaggio nella casa di Prospero Orsi, suo amico e propagandista che avendo saputo che il Cardinal Del Monte cercava un bravo pittore per eseguire delle copie per la sua collezione, presentò il Merisi e, probabilmente, gli mostrò anche il dipinto che con altri del pittore lombardo servì a convincere Del Monte a prenderlo presso di sé<ref>14. La prima menzione della scoperta del dottor Riccardo Gandolfi è comparsa in un articolo-intervista a cura di Fabio Isman su Il messaggero del 5 marzo 1917; in seguito se ne è occupata Carole Blumenfeld su Le journal de l'Art , n. 476, 31 marzo 2017, p. 6. </ref>.
 
== Descrizione e stile ==