Fondazione di Milano: differenze tra le versioni

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[[File:9763 - Museo archeologico di Milano - Vaso a trottola (sec. III-II a.C.) - Foto Giovanni Dall'Orto, 13-mar-2012.jpg|thumb|Vaso a trottola di fabbricazione celtica, risalente al periodo precedente la [[Conquista romana della Gallia Cisalpina|conquista romana]] (III-II secolo a.C.), che è conservata al [[Civico museo archeologico di Milano]]]]
 
Secondo la tradizione tramandata da [[Tito Livio]] ([[50 a.C.]] - [[17]]) ripresa in epoca [[Medioevo|medioevale]] da [[Bonvesin de la Riva]]<ref>Nel ''De Magnalibus urbis Mediolani''.</ref>, la fondazione di Milano sarebbe avvenuta per opera di [[celti|popolazioni celtiche]] provenienti dai territori al di là delle [[Alpi]] e guidate dalla mitica figura di [[Belloveso]], nipote del re dei [[Galli Biturigi]], tra la fine del [[VII secolo a.C.|VII]] e gli inizi del [[VI secolo a.C.]]
 
Queste tribù avrebbero sconfitto gli [[Etruschi]] sul [[Ticino (fiume)|Ticino]] e si sarebbero poi insediate in un territorio già abitato dagli [[Insubri]], che avevano dato il nome alla regione. I racconti leggendari sulla fondazione di Milano si intrecciano anche con la mitica [[scrofa semilanuta]] (''medio lanum'', ovvero "semilanuta" in latino), che avrebbe indicato a [[Belloveso]] il luogo in cui fondare un santuario, essendo stata avvistata sotto un [[Crataegus monogyna|biancospino]], pianta sacra alla dea celtica [[Belisama]].
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[[File:9759 - Museo archeologico di Milano - Dracme galliche (sec. II-I a.C.) - Foto Giovanni Dall'Orto, 13-mar-2012.jpg|thumb|Dracme celtiche in argento, coniate a Milano ad imitazione delle [[Dracma|dracme greche]] di [[Massalia]] ([[Marsiglia]]), risalenti al periodo precedente la conquista romana (II-I secolo a.C.), che sono conservate al Civico museo archeologico di Milano. Alcune riportano scritte in [[Lingua etrusca|caratteri etruschi]]]]
 
L'invasione celtica del [[IV secolo a.C.]] segnò convenzionalmente il passaggio dalla prima alla tarda età del ferro in Italia settentrionale. Gli [[Insubri]], in particolare, si stanziarono nella piana tra il Ticino e l'[[Oglio]]. La fondazione avvenne, secondo il racconto di [[Tito Livio]] ripreso in epoca [[Medioevo|medioevale]] da [[Bonvesin de la Riva]]<ref>Nel ''De Magnalibus urbis Mediolani''.</ref>, ad opera di [[Belloveso]], nipote del re dei [[Galli Biturigi]]. In base ai ritrovamenti archeologici, l<nowiki>'</nowiki>''[[oppidum]]'' celtico doveva avere medesima localizzazione ed estensione dell'insediamento golasecchiano, che era più antico, ma non sono mai venute alla luce opere difensive urbane, probabilmente costruite in legno e terra, evento che spiega l'attribuzione della definizione di "villaggio" da parte di [[Polibio]] e [[Strabone]].
 
In corrispondenza dell'attuale [[Biblioteca Ambrosiana]], a piazza San Sepolcro, gli scavi archeologici hanno rivelato la presenza, sotto il pavimento in pietra risalente al I secolo d.C. del [[foro romano di Milano]], un quartiere di abitazioni in legno risalente all'abitato celtico golasecchiano del V secolo a.C.<ref>"L'area presumibile dell'insediamento del periodo di Golasecca IIIA, di un'estensione pari a 12 ettari, ottenuta collegando i ritrovamenti del V secolo a.C., comprende la zona attorno alla piazza del foro, corrispondente all'attuale Biblioteca Ambrosiana, tra le piazze Pio XI e S. Sepolcro, e quella tra via Meravigli, Piazza del Duomo e via Valpetrosa". Anna Ceresa Mori (Le origini di Milano, in 3º Convegno Archeologico Lombardo - La Protostoria in Lombardia, Atti del Convegno, Como, Villa Olmo 22-23-24 ottobre 1999).</ref>. Altri ritrovamenti di rilievo ascrivibili all'epoca celtica sono stati trovati lungo il lato sud-ovest di Palazzo Reale, dove sono stati scoperti, cinque metri sotto il moderno sedime stradale, resti di abitazioni e di una fornace che risalgono a un periodo compreso tra il V e il IV secolo a.C.<ref name="Tosi"/>