Ettore Tolomei: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 63:
Nel [[1914]], allo scoppio della [[prima guerra mondiale]], Tolomei si batté per l'intervento dell'Italia e quindi si arruolò volontario negli [[alpini]], venendo per questo condannato a morte in contumacia dalle autorità austriache. Per evitare (essendo ancora cittadino austroungarico) la fine di [[Cesare Battisti]] se catturato, accettò il consiglio di cambiare provvisoriamente i propri dati anagrafici in Eugenio Treponti da [[Verona]]. Intensificò in quegli anni anche gli studi sulla geografia e la toponomastica dell'Alto Adige, in collaborazione con alcuni studiosi dell'epoca ([[Carlo Battisti]], [[Ettore De Toni]], [[Alois Lun]]).
 
Al termine della guerra partecipò, pur senza far parte della delegazione ufficiale, alla conferenza di pace tra il [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] e la [[Prima repubblica austriaca|Repubblica Austriaca]] nata dallo sfaldamento dell'impero austro-ungarico. Il [[Trattato di Saint-Germain-en-Laye (1919)|trattato di Saint Germain]] fissò il nuovo confine tra [[Austria]] ed [[Italia]] al [[passo del Brennero|Brennero]].
[[Vittorio Emanuele Orlando]], allora presidente del consiglio, affidò la direzione del Commissariato alla Lingua e alla Cultura per l'Alto Adige a Tolomei, il quale si trasferì a [[Bolzano]] per svolgere l'incarico, e qui si scontrò con il sindaco, già borgomastro austriaco, [[Julius Perathoner]], di ispirazione [[Pangermanismo|tedesco-nazionalista]].<ref>[[Carlo Romeo]], ''Alto Adige/Südtirol: XX secolo. Cent'anni e più in parole e immagini'', Edition Raetia, Bolzano/ 2003, p. 123. ISBN 88-7283-197-0</ref> Perathoner era stato membro del ''Volksbund'', un'organizzazione che auspicava la germanizzazione dei trentini, considerati di stirpe tedesca.<ref>Federico Scarano, ''Tra Mussolini e Hitler. Le opzioni dei sudtirolesi nella politica estera fascista'', Franco Angeli, ISBN 978-88-204-0918-0, pag. 28 f.</ref>
 
Tolomei promosse la creazione dell'Archivio di Stato di Bolzano{{citazione necessaria}}, dell'Istituto di Studi per l'Alto Adige e della Biennale d'Arte di Bolzano. A lui si deve lui in particolare il termine "Alto Adige" in luogo di ''Südtirol''<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/tolomei-ettore-conte/ Treccani]</ref>.
 
Tolomei promosse la creazione dell'Archivio di Stato di Bolzano{{citazione necessaria}}, dell'Istituto di Studi per l'Alto Adige e della Biennale d'Arte di Bolzano.
===Carriera politica nel fascismo===
Nel [[1921]] aderì al [[fascismo (movimento)|movimento fascista]]. Il 15 luglio [[1923]], nel [[Teatro comunale (Bolzano)|Teatro civico di Bolzano]], Tolomei presentò il [[Programma di Tolomei|programma]], in 32 punti, di [[Italianizzazione (fascismo)|italianizzazione]] dei territori trentini ed altoatesini che prevedeva l'ufficializzazione dell'italiano quale esclusiva lingua per l'insegnamento, la politica e la cultura. Nel 1929 chiese la soppressione della rivista storica di lingua tedesca ''[[Der Schlern]]'', la cui pubblicazione fu vietata solo nel 1938.<ref>[[Hannes Obermair]], ''La rivista sudtirolese «Der Schlern» nel contesto della storiografia novecentesca'', in ''Riviste di confine. Atti del convegno di Bolzano-Trento, novembre 2006'', Firenze, Olschki, 2008, p. 223.</ref>