Principio di effettività: differenze tra le versioni

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== In filosofia del diritto ==
 
[[Carl Schmitt]] ha affermato che attributo della [[sovranità]]<ref>Hidemi Suganami, ''Understanding Sovereignty through Kelsen/Schmitt'', Review of International Studies, Vol. 33, No. 3 (Jul., 2007), pp. 511-530.</ref> è avere il potere di "rompere" l'ordine costituzionale: ''necessitas suprema lex est'' è la massima che simboleggia, secondo lui, la realtà che riprende i suoi diritti sulla norma e, in nome dell’effettività, conferisce la possibilità di agire direttamente per provvedere alla sicurezza dello Stato<ref>C. Schmitt, ''Dottrina della Costituzione'', Berlino 1928 - Milano 1984.</ref>.
 
Secondo [[Hans Kelsen]], invece, “il diritto vale soltanto come diritto positivo, e cioè come diritto posto”<ref>Kelsen, ''Lineamenti di dottrina pura del diritto'', Einaudi, Torino 2000 (ed. 1934), p. 96.</ref>; pertanto, l'ordinamento giuridico è effettivo solo se “applicato e osservato” ed il diritto positivo “deve essere effettivo, ossia realmente applicato e osservato” sia “entro un ambito territoriale circoscritto, come il diritto statale”, sia “al di sopra di ogni confine territoriale, come il [[diritto internazionale]]”<ref>Kelsen, ''Il fondamento della validità del diritto'', in “Rivista di Diritto Internazionale”, 1957, vol. XL, p. 497.</ref>.