Censura nella musica in Italia: differenze tra le versioni

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Nel 1959 viene sollevato il clamoroso caso di [[Jula de Palma]] che, al [[Festival di Sanremo 1959|Festival di Sanremo]], propone ''Tua'' di [[Bruno Pallesi|Pallesi]] - [[Gualtiero Malgoni|Malgoni]], classificandosi al quarto posto. Più che il testo è l'interpretazione della de Palma a dare scandalo e la sua esibizione al festival non verrà trasmessa dalla [[RAI]] in quanto giudicata troppo lasciva. A sollevare il caso sembra sia stata la fantomatica Associazione Madri Italiane, tuttavia da accurate indagini sembra che tale associazione non abbia mai mosso accuse nei confronti della canzone e si insinua il sospetto che il caso possa essere stato montato ad arte per far parlare del disco.<ref name="cairoli">{{Cita|Menico Caroli, 2003}}</ref>
 
Nel 1963 la canzone ''Cristina'', cantata da [[Don Jaime de Mora y AragonAragón]] (fratello della [[Fabiola del Belgio|regina belga Fabiola]]) e dedicata a [[Christine Keeler]], allora famosissima e chiacchierata protagonista dello "[[scandalo Profumo]]" viene immediatamente censurata, sia per il tema scabroso che per scongiurare ripercussioni diplomatiche. Il pezzo ''La carità'' di [[Don Backy]], parte della colonna sonora scritta per il film ''[[Il monaco di Monza]]'' con [[Totò]], non verrà trasmessa dalla RAI in video in quanto la scena dei frati ballerini che chiedono la questua è considerata offensiva per la sacralità dell'[[abito talare]]. Inspiegabilmente, il veto fu posto anche per la trasmissione in radio.
 
Nel 1964 altro caso "diplomatico" è sollevato da ''[[Addio a Lugano]]'' di [[Pietro Gori]] e cantata da [[Giorgio Gaber|Gaber]], [[Enzo Jannacci|Jannacci]], [[Otello Profazio|Profazio]], [[Silverio Pisu|Pisu]] e [[Lino Toffolo|Toffolo]] durante una trasmissione televisiva. A seguito di alcuni articoli di protesta della stampa elvetica, la canzone viene bandita dalla TV italiana (molto seguita nel [[Canton Ticino]]), per evitare proteste dalle Autorità [[Svizzera|Svizzere]].