Joseph-Marie Vien: differenze tra le versioni

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Dal [[1775]] al [[1781]] fu direttore dell'[[Accademia di Francia a Roma]] e nel [[1776]] venne accolto nell'[[Accademia di San Luca]], in questi anni la sua attività si concentrò nel promuovere lo studio approfondito del linguaggio formale dell'antichità. Dal 1781, eseguì opere ispirate soprattutto a [[Omero]], tra cui ''Briseide consegnata da Patroclo agli inviati di Agamennone'', ora al Musée des Beaux-Arts di [[Arras]]. Del [[1789]] è l'allegoria pro-rivoluzionaria con l'''Amore che fugge la schiavitù'', [[Tolosa]], [[Musée des Augustins]]. Dopo il 1793, Vien non espose più al Salon. [[Napoleone]] lo nominò senatore [[1799]] e lo fece conte dell'impero nel [[1808]]. Quando morì, ebbe l'onore del [[funerale di stato]] e della sepoltura al [[Panthéon]].
[[File:Försäljare av kärleksgudar - målning av Joseph Marie Vien.jpg|upright=1.4|thumb|''La venditrice di amorini'', 1763, Fontainebleau, Musée National du Château]]
Suoi allievi furono: [[EtienneÉtienne-Barthélémy Garnier]], [[Jean-Antoine-Théodore Giroust]], [[Jean-Pierre Saint-Ours]], etc...
 
== Bibliografia ==