Luce: differenze tra le versioni

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{{vedi anche|Velocità della luce|E=mc²}}
La luce si propaga a una velocità finita. Anche gli osservatori in movimento misurano sempre lo stesso valore di ''c'', la [[velocità della luce]] nel vuoto, dove ''c'' = 299 792 458  m/s che viene approssimato in ''c'' = 300 000 000  m/s, mentre viaggia nell'acqua a circa 225 407 863  m/s e nel vetro a 185 057 072  m/s.
 
La velocità della luce è stata misurata molte volte da numerosi fisici. Il primo tentativo di misura venne compiuto da [[Galileo Galilei]] con l'ausilio di lampade oscurabili ma la rudimentalità dei mezzi disponibili non permise di ottenere alcun valore. La migliore tra le prime misurazioni venne eseguita da [[Olaus Roemer]] (un fisico danese), nel [[1675]]<ref>Gino Cecchini, "Il Cielo", Edizioni UTET, Torino, 1969, p. 497</ref>. Egli sviluppò un metodo di misurazione, osservando [[Giove (astronomia)|Giove]] e una delle sue lune con un [[telescopio]]. Grazie al fatto che la luna veniva eclissata da Giove a intervalli regolari, calcolò il periodo di [[rivoluzione (astronomia)|rivoluzione]] della luna in 42,5 ore, quando la Terra era vicina a Giove. Il fatto che il periodo di rivoluzione si allungasse quando la distanza tra Giove e Terra aumentava, poteva essere spiegato assumendo che la luce impiegava più tempo a coprire la distanza Giove-Terra, ipotizzando quindi, una velocità finita per essa. La velocità della luce venne calcolata analizzando la distanza tra i due pianeti in tempi differenti. Roemer calcolò una velocità di 227&nbsp;326&nbsp;km/s.