Giovanni Maria Lancisi: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 50:
Tra le opere di medicina di Lancisi si ricordano il ''De subitaneis mortibus'' ([[1707]]), la ''Dissertatio de recta medicorum studiorum ratione instituenda'' ([[1715]]), e il postumo ''De motu cordis et aneurysmatibus'' ([[1728]]), con il quale contribuì allo sviluppo della fisiopatologia cardiocircolatoria, distinguendo l'ipertrofia dalla dilatazione del cuore e studiando l'origine degli aneurismi.
 
Affermò poi la possibilità della trasmissione della malaria per mezzo delle zanzare, incoraggiando la bonifica delle paludi nell'[[Agro Pontino]]. Mentre molti sostenevano ancora le ragioni dell'antico umoralismo, nel ''De bovilla peste'' ([[1712]]) e nel successivo ''De noxiis paludum effluviis eorumque remediis'' ([[1717]]) egli affermò che la malaria fosse una ''vera pestem'', e che la sua origine fosse un'infezione trasmessa attraverso il contagio<ref name="F. Bynum, Helen Bynum p. 767"/>. Fece due ipotesi: la prima prevedeva che gli insetti depositassero organismi microscopici in cibi o bevande lasciati scoperti, e che ci si ammalasse consumando tali alimenti; la seconda invece prevedeva che gli insetti iniettassero direttamente nelle ferite la loro saliva piena di un ''venifico liquido''<ref>W. F. Bynum, Helen Bynum (Eds), ''Dictionary of Medical Biography'', Greenwood Press - Westport, Connecticut, London, vol. 3 (H-L), p. 768</ref>.
 
Nonostante ciò rimase aperto il dibattito sul processo di contagio tra coloro che sostenevano fosse causato da microrganismi e coloro che invece sostenevano che le malattie infettive fossero dovute a miasmi ed esalazioni di particelle acide e corrosive. Il contrasto, destinato a segnare tutta la storia della medicina moderna, si ripropose a proposito del problema dell'eziologia acarica della scabbia propugnata da [[Giovanni Cosimo Bonomo]] e [[Diacinto Cestoni]]. In questo caso Lancisi sostenne le ragioni dell'antico umoralismo. Il contrasto provocò una vivace controversia tra Lancisi e Bonomo, dietro la quale si stagliava, con molta chiarezza, la figura di [[Francesco Redi]]. Il medico romano fu probabilmente coinvolto anche nella vicenda della diffusione della notizia di una presunta ritrattazione del medico aretino, che avrebbe riguardato sia il principio della generazione parentale sia, nel caso specifico, la generazione degli insetti delle galle.