A. James Gregor: differenze tra le versioni
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== Pensiero ==
Sin dal suo primo lavoro sull'ideologia fascista, ''The ideology of fascism: the rationale of totalitarianism'' ([[1969]]), Gregor sostenne — diversamente dalle diffuse e comunemente accettate teorie dell'epoca<ref>Del fatto che l'ideologia fascista fosse stata sottovalutata e trascurata, se ne lamentò a suo tempo, tra gli altri, [[George Mosse]]: G. L. Mosse, ''Introduction: The Genesis of Fascism'', in «[[Journal of Contemporary History]]», I/1 (1966), p. 14.</ref> — che essa avesse un impianto razionale complessivamente coerente e articolato<ref>J. Gregor, ''The ideology of fascism: the rationale of totalitarianism'', Free Press, New York 1969 (trad. it: ''L'ideologia del fascismo'', Il Borghese, Milano 1974).</ref>. Ciò era dovuto principalmente all'apporto intellettuale e culturale, tra le altre, oltreché dello stesso [[Benito Mussolini]], di personalità quali [[Giovanni Gentile]], [[Sergio Panunzio]], [[Robert Michels]], [[Giuseppe Bottai]], [[Angelo Oliviero Olivetti]], [[Alfredo Rocco]] e [[Carlo Costamagna]]. Gregor ha poi analizzato come gli elementi fondanti dell'ideologia fascista abbiano tratto origine soprattutto dalle idee scaturite dalla [[Revisionismo_del_marxismo|revisione del marxismo]], dal [[nazionalismo]] di [[Enrico Corradini]], dal [[sindacalismo rivoluzionario]], dai
Le sue ricerche hanno avuto un seguito [[storiografia|storiografico]] in [[storia|storici]] e politologi quali [[Zeev Sternhell]], [[Emilio Gentile]] e [[Pier Giorgio Zunino]], i quali hanno dedicato parte della loro opera agli aspetti dottrinari del fascismo.
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