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Secondo la teoria di Martin, le influenze nocive dell’ambiente causerebbero, soprattutto nei tessuti a scarsa capacità rinnovamento, mutazioni ed una ridotta capacità di replicazione e riparazione del DNA. Una variante di questa teoria si basa invece sull’idea che le mutazioni delle cellule del [[sistema immunitario]] o delle cellule bersaglio dello stesso causerebbero dei danni dovuti all’[[autoimmunità]].<ref name=uniba/>
;Teoria immunologica
Proposta da Roy Walford, questa teoria riconduce l'invecchiamento agli errori del [[sistema immunitario]], dalle cui disfunzioni deriverebbero l'autoimmunità ed una ridotta capacità di difesa dal [[Neoplasia|cancro]] e dagli [[agenti patogeni]]. Del resto il sistema immunitario subisce una serie di cambiamenti nel corso del tempo, come quelli legati, dopo la [[pubertà]], all'atrofia del [[timo (anatomia)|timo]], in cui maturano i [[linfocita T|linfociti T]]<ref name=gerontologia>{{cita web|url=http://www.sigg.it/public/doc/GIORNALEART/446.pdf|titolo=Teorie dell’invecchiamento|autore1=N. Ferrara|autore2=G. Corbi|autore3=D. Scarpa|autore4=G. Rengo|autore5=G. Longobardi|autore6=M. Mazzella|autore7=F.Cacciatore|autore8=F. Rengo |editore=Società Italiana di Gerontologia e Geriatria|accesso=11 dicembre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161220175132/http://www.sigg.it/public/doc/GIORNALEART/446.pdf|dataarchivio=20 dicembre 2016|urlmorto=sì}}</ref>.
 
Nel 1989 Franceschini propose la teoria dell’immuno-senescenza, secondo cui col passare del tempo si assiste ad un’eccessiva produzione di [[linfociti T]] di memoria, a discapito di altri linfociti T, e ad un’attivazione patologica del [[immunità innata]]. Sempre Franceschini, analizzando alcune cellule del sistema immunitario di un gruppo di centenari sani, affermò che l’immuno-senescenza riguardasse soprattutto l’[[immunità acquisita|immunità specifica]]. Tutto ciò si ricollega al fatto che alcune malattie correlate alla senilità siano imputabili a disfunzioni del sistema immunitario, ma, in ogni caso, lo stato infiammatorio cronico di basso grado che si osserva in alcuni anziani potrebbe essere un effetto, più che la causa, delle malattie di cui soffrono<ref name=articolo/>.