Nuova via della seta: differenze tra le versioni

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[[File:One Belt One Road.png|thumb|upright=2.4|One Belt, One Road Economies {{Citazione necessaria}}]]
La '''Nuova via della seta''' è un'iniziativa strategica della [[Cina]] per il miglioramento dei collegamenti e della cooperazione tra paesi nell'[[Eurasia]]. Comprende le direttrici terrestri della "zona economica della via della seta" e la "via della seta marittima del XXI secolo" (in [[Lingua cinese|cinese]]: {{cinese|丝绸之路经济带和21世纪海上丝绸之路|''Sīchóu zhī lù jīngjìdài hé èrshíyī shìjì hǎishàng sīchóu zhī lù''}}), ed è conosciuta anche come <nowiki/>"iniziativa della zona e della via" ({{Cinese|s=一带一路}}, tradotta comunemente in inglese oncon ''Belt and Road Initiative'' , '''BRI''' ) o "una zona, una via" e col corrispondente iniziale acronimo inglese '''OBOR''' (one''One belt, one road''), poi modificato in '''BRI''' per sottolineare l'estensione del progetto non esclusivo solo della Cina<ref>{{cita news|url= https://www.agi.it/estero/porti_e_ferrovie_la_sfida_italiana_sulla_nuova_via_della_seta-1770499/news/2017-05-14/|titolo= Porti e ferrovie. La sfida italiana sulla nuova via della Seta|autore=Alessandra Spalletta|pubblicazione=Agi.it|data=14 maggio 2017 |accesso=2018-09-15}} </ref>, nonostante la prospettiva sinocentrica, com'è stato illustrato in un recente studio italiano<ref>{{cita news|url=http://www.iai.it/it/pubblicazioni/orizzontecina-vol-7-n-6-novembre-dicembre-2016|titolo=La Belt & Road Initiative e il nuovo globalismo sinocentrico di Pechino|autore=Enrico Fardella|editore=Iai.it|pubblicazione=OrizzonteCina|volume= 47|numero=6|data=novembre-dicembre 2016|accesso=2018-09-15}} </ref>.
 
Partendo dallo sviluppo delle infrastrutture di trasporto e logistica, la strategia mira a promuovere il ruolo della Cina nelle relazioni globali, favorendo i flussi di investimenti internazionali e gli sbocchi commerciali per le produzioni cinesi. L'iniziativa di un piano organico per i collegamenti terrestri (la ''cintura'') è stata annunciata pubblicamente dal presidente cinese [[Xi Jinping]] a settembre del [[2013]], e la ''via ''marittima ad ottobre dello stesso anno, contestualmente alla proposta di costituire la [[Banca asiatica d'investimento per le infrastrutture]] (AIIB), dotata di un capitale di 100 miliardi di dollari USA, di cui la Cina stessa sarebbe il principale socio, con un impegno pari a 29,8 miliardi e gli altri paesi asiatici (tra cui l'India e la Russia) e dell'Oceania avrebbero altri 45 miliardi (l'Italia si è impegnata a sottoscrivere una quota di 2,5 miliardi).
 
== Investimenti infrastrutturali e in altri campi ==
 
[[File:Nuova_Via_Seta.svg|thumb|upright=3]]
La Via della Seta Terrestre attraversa tutta l'Asia Centrale e arriva dalla Cina fino alla [[Spagna]]: con le infrastrutture esistenti sono già stati simbolicamente inaugurati i collegamenti merci diretti fino a [[Berlino]] e [[Madrid]], ma è allo studio anche la possibilità di una linea passeggeri ad alta velocità. La Via Marittima costeggia tutta l'[[Asia orientale|Asia Orientale]] e Meridionale, arrivando fino al [[Mar Mediterraneo]] attraverso il [[canale di Suez]]. L’Italia sarebbe direttamente coinvolta nel progetto, offrendo l’ultimo porto del Mediterraneo prima del transito delle merci verso il Nord Europa.
 
L’[[Italia]] sarebbe direttamente coinvolta nel progetto, offrendo l’ultimo porto del Mediterraneo prima del transito delle merci verso il Nord Europa.
Le proposte avanzate dal Presidente del Consiglio dei Ministri [[Paolo Gentiloni]] durante l’OBOR Summit a [[Pechino]] sono [[Venezia]], [[Trieste]] e [[Genova]].
 
Le proposte avanzate dall'ex-presidente del Consiglio dei Ministri [[Paolo Gentiloni]], durante l’OBOR Summit del [[2017]] (''Forum One Belt One Road'') a [[Pechino]], sono i porti delle città di [[Venezia]], [[Trieste]] e [[Genova]].<ref>{{cita news|url= http://www.lastampa.it/2017/05/14/esteri/la-cina-cerca-la-nuova-via-della-seta-per-riaprire-le-tratte-commerciali-del-passato-jiwdPH55rqDW0AQe1vN17I/pagina.html?zanpid=2476126369755886592|titolo= La Cina cerca la nuova “Via della Seta” per riaprire le tratte commerciali del passato|autore=Fabio Martini|pubblicazione=Lastampa.it|data=14 maggio 2017 |accesso=2018-09-15}} </ref>
La AIIB è un veicolo per catalizzare gli investimenti necessari al miglioramento delle infrastrutture ferroviarie e portuali, complessivamente stimati in 1800 miliardi di dollari in dieci anni.<ref>{{Cita news|autore=Paolo Borzatta |titolo=Ultima chiamata per l'Europa |url=http://www.agichina.it/blog-paolo-borzatta/notizie/ultima-chiamata-per-lrsquoeuropa |data=02 aprile 2015}}</ref> Nel quadro dell'iniziativa della Nuova via della seta la Cina sta promuovendo anche investimenti diretti, anche in ambiti anche non direttamente collegati alla logistica. A questo scopo, nel novembre 2014 ha creato anche un Fondo per la Via della Seta, dotandolo di 40 miliardi di dollari USA.<ref>{{Cita news|autore = Jeremy Page|titolo = China to Contribute $40 Billion to Silk Road Fund New Trade-Development Push Gathers Momentum|pubblicazione = http://www.wsj.com/articles/china-to-contribute-40-billion-to-silk-road-fund-1415454995|data = 8 novembre 2014|lingua = en}}</ref>
 
La AIIB è un veicolo per catalizzare gli investimenti necessari al miglioramento delle infrastrutture ferroviarie e portuali, complessivamente stimati in 1800 miliardi di dollari in dieci anni.<ref>{{Cita news|autore=Paolo Borzatta |titolo=Ultima chiamata per l'Europa |url=http://www.agichina.it/blog-paolo-borzatta/notizie/ultima-chiamata-per-lrsquoeuropa |pubblicazione=agichina.it|data=02 aprile 2015}}</ref> Nel quadro dell'iniziativa della Nuova via della seta la Cina sta promuovendo anche investimenti diretti, anche in ambiti anche non direttamente collegati alla logistica. A questo scopo, nel novembre [[2014]] ha creato anche un Fondo per la Via della Seta (''Silk Road Fund''), dotandolo di 40 miliardi di dollari USA.<ref>{{Cita news|autore = Jeremy Page|titolo = China to Contribute $40 Billion to Silk Road Fund New Trade-Development Push Gathers Momentum|pubblicazione = Wsj.com|url=http://www.wsj.com/articles/china-to-contribute-40-billion-to-silk-road-fund-1415454995|data = 8 novembre 2014|lingua = en}}</ref>
Secondo alcuni studi OBOR coinvolgerebbe fino a 65 nazioni: più della metà della popolazione mondiale, tre quarti delle riserve energetiche e un terzo del [[prodotto interno lordo]] globale, rappresenterebbe il più grande progetto di investimento mai compiuto prima, superando, al netto dell’inflazione odierna, di almeno 12 volte l’European Recovery Program, il celebre [[Piano Marshall]].<ref>{{Cita news|lingua=it-IT|url=https://prosperousnetwork.com/2017/06/one-belt-one-road/|titolo=L'asse si sposta ad Oriente: la nuova Via della Seta {{!}} Prosperous Network|pubblicazione=Prosperous Network|data=2017-06-23|accesso=2017-07-12}}</ref><ref>{{Cita news|lingua=en-US|url=http://fortune.com/china-belt-road-investment/|titolo=Inside China’s Global Spending Spree|pubblicazione=Fortune|accesso=2017-07-12}}</ref>
 
Secondo alcuni studi OBOR coinvolgerebbe fino a 65 nazioni: più della metà della popolazione mondiale, tre quarti delle riserve energetiche e un terzo del [[prodotto interno lordo]] globale, rappresenterebbe il più grande progetto di investimento mai compiuto prima, superando, al netto dell’inflazione odierna, di almeno 12 volte l’Europeanl’''European Recovery Program'', ovvero il celebre [[Piano Marshall]].<ref>{{Cita news|lingua=it-IT|url=https://prosperousnetwork.com/2017/06/one-belt-one-road/|titolo=L'asse si sposta ad Oriente: la nuova Via della Seta {{!}} Prosperous Network|pubblicazione=Prosperous Network|data=2017-06-23|accesso=2017-07-12}}</ref><ref>{{Cita news|lingua=en-US|url=http://fortune.com/china-belt-road-investment/|titolo=Inside China’s Global Spending Spree|pubblicazione=Fortune|accesso=2017-07-12}}</ref>
 
== Uno strumento competitivo per l'espansione della Cina in Europa ==
Alla luce della difficile crisi internazionale, che si protrae com'è noto dal [[2008]], aggravata da una destabilizzante e complessa visione politica e sociale nell'Africa del nord e nel Medio Oriente, la conseguente ondata migratoria inarrestabile nell'Europa meridionale, la ''Belt and Road Initiative'' garantirebbe il sostegno di politiche economiche, attraverso una sorta di "marcia verso il Mediterraneo" alla rovescia,<ref>{{cita news|url=http://www.lastampa.it/2016/10/01/speciali/la-marcia-verso-il-mediterraneo-contro-gli-islamici-di-marca-uigura-d2E8pvREn5MG8StzV8rFDO/premium.html|titolo=La Marcia verso il Mediterraneo, contro gli islamici di marca uigura|autore=Enrico Fardella|editore=lastampa.it|pubblicazione=Origami|data= 1° ottobre 2016|accesso=2018-09-15}} </ref> con uno strumento competitivo che sosterrebbe, in particolare, la [[leadership]] della Cina nel commercio in Europa, da un lato, gli interessi di nuove prospettive di sviluppo degli Europei, dall'altro lato.
 
Il nuovo [[soft power]] del [[Drago_cinese#Simbolo_del_potere_imperiale|paese del dragone]] prospetterebbe, quindi, un'alternativa concreta al ''sogno cinese'' di una Cina forte e prospera.<ref>{{cita news|url=http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2016-07-08/la-nuova-via-seta-e-sfide-l-italia-203413.shtml?uuid=ADfLp2p|titolo=La nuova «Via della seta» e le sfide per l'Italia|autore1=Enrico Fardella|autore2=Giorgio Prodi|pubblicazione=ilsole24ore.com|data= 8 luglio 2016 |accesso=2018-09-15}} </ref>
 
Secondo recenti numeri (settembre [[2018]]) forniti da [[Milena Gabanelli]] con [[Danilo Taino]] (per conto del [[Corriere della sera]]),<ref>{{cita news|url=https://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/cina-via-della-seta-silk-road-1000-miliardi-investimenti-infrastrutture-europa/3f49b468-b443-11e8-8b0b-dff47915528b-va.shtml|titolo=La Cina è vicina: 1000 miliardi di investimenti in infrastrutture europee. Ma a quali condizioni?|autore1=Milena Gabanelli|autore2=Danilo Taino|pubblicazione=Corriere.it|data= 9 settembre 2018 |accesso=2018-09-15}} </ref> gli investimenti in ''BRI'' da oltre 1000 miliardi di dollari hanno prodotto dei risultati immediati, dando luogo però ad una serie di incongruenze. Seguendo una strategia di base, la Cina vuole finanziare attività in Europa, anche sottoforma di prestiti, per lo sviluppo sia di porti che di collegamenti ferroviari efficienti e moderni, oppure immettendo soldi per acquistare oppure per accedere nella compartecipazione della gestione di aziende statali europee. Il fulcro del progetto è operativamente già attivo sin dall'apertura dell'[[hub]] di [[Duisburg]], in [[Germania]], dove stazionerebbero le merci trasportate settimanalmente con l'arrivo di 25 treni speciali di soli [[container]].<ref>{{cita news|url=http://www.xinhuanet.com/english/2018-08/18/c_137399857.htm|titolo=Xinhua Headlines: New Silk Road brings more than trade to China, Europe |lingua=en|pubblicazione=xinhuanet.com|data=18 agosto 2018|accesso=2018-09-16}} </ref><ref>{{cita news|url=https://beltandroad.ventures/beltandroadblog/2018/04/15/can-a-small-german-city-reinvent-itself-as-a-gateway-between-europe-and-asia|titolo=Can a small German city reinvent itself as a gateway between Europe and Asia?|data=15 aprile 2018|lingua=en|accesso=2018-09-15}} </ref>
 
È stato ricordato un altro aspetto poco noto. L'impegno maggiore dal punto di vista logistico è stato sostenuto dal gruppo di import/export della stato cinese, [[COSCO]], il quale ha già versato per l'uso del porto del [[Pireo]] (Grecia), sul [[Mar Mediterraneo|Mediterraneo]], 1 miliardo di euro nel [[2016]] e ha acquisito le società di gestione nel trasporto dei container per i porti spagnoli di [[Bilbao]] nell'[[oceano Atlantico]] e di [[Valencia]] sul [[mar Mediterraneo]] nel [[2017]] e di [[Zeebrugge]] (in Belgio) nel [[2018]], situato sul [[Mare del Nord]]. E in Italia, per il momento la COSCO controlla il 40% del porto di [[Vado Ligure]], utile [[terminale]] nel trasporto di container, e i cinesi mostrano un notevole interesse anche per il porto di [[Trieste]].
 
Tuttavia, gli ambiti di ricerca dei migliori spazi per far confluire le loro merci si espandano un po' in tutta Europa. Per esempio, spiega la Gabanelli, costringendo gli stati della [[Polonia]], [[Lettonia]], [[Repubblica Ceca]], [[Serbia]], [[Ungheria]] ad accendere prestiti con le banche cinesi, pur di avviare la costruzione delle loro infrastrutture commerciali da mettere in rete con la ''BRI''. Dunque, non c'è da stuprisi, se fino ad oggi l'80% dei progetti posti in essere sono stati concepiti da [[General contractor|main contractor]] esclusivamente cinesi.
 
Secondo l'analisi dell'inchiesta del quotidiano italiano, c'è da dire, che fin dal rapido avvio del progetto non è corrisposto un altrettanto proficuo scambio commerciale tra continenti: la metà dei container giunti a [[Duisburg]], di fatto, tornano nel paese d'origine totalmente vuoti. Perché in assenza di un [[libero mercato]] con la Cina, da oltre un ventennio, si assiste che le vendite dei prodotti in Europa sono sempre maggiori rispetto al numero degli acquisti di prodotti destinati per il mercato cinese. Però, i prestiti sottoscritti dai paesi europei con soldi cinesi devono pur essere saldati: per esempio, il rischio più grande potrebbe essere di fare la fine dello [[Sri Lanka]] che è stato costretto a cedere le proprie infrastrutture per non aver saldato completamente il debito contratto con la Cina. E non è detto che altri paesi, come [[Malesia]] e [[Pakistan]]<ref>{{cita news|url=https://www.agcnews.eu/pakistan-islamabad-vorrebbe-ridiscutere-il-cpec-ma-ha-troppi-debiti-per-farlo/|titolo=Islamabad vorrebbe ridiscutere il CPEC, ma ha troppi debiti per farlo|data=14 settembre 2018|accesso=2018-09-16}} </ref>, non finiscano nelle stesse condizioni dei cingalesi. Le [[Wholly Foreign Owned Enterprise|WFOE]] possono fare impresa in Asia, producendo in loco prodotti soltanto per il mercato estero e non interno.
 
Intanto, nell'aprile del [[2018]], 27 su 28 ambasciatori dell'[[Unione Europea]] in Cina avrebbero firmato un rapporto che critica i metodi della ''Belt and Road Initiative'' cinese.
<ref>{{cita news|url=https://global.handelsblatt.com/politics/eu-ambassadors-beijing-china-silk-road-912258|titolo=EU ambassadors band together against Silk Road |data=15 aprile 2018|lingua=en|accesso=2018-09-15}} </ref>. Nel frattempo, la Cina ha annunciato una manovra di altri 60 miliardi per l'Africa con un nuovo [[Forum on China-Africa Cooperation|Forum sulla Cooperazione Cina-Africa]]<ref>{{cita news|url=https://www.quotidiano.net/economia/cina-africa-1.4135466|titolo=Cina, altri 60 miliardi per l'Africa. Pechino continua la politica di espansione|pubblicazione=Quotidiano.net|data=3 settembre 2018|accesso=2018-09-16}} </ref>.
 
== Note ==