Gino Coppedè: differenze tra le versioni

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È nominato "Accademico di Merito" dell'[[Accademia Ligustica]] e, in seguito, "Accademico delle Accademie [[Accademia di belle arti "Pietro Vannucci"|di Perugia]] [[Accademia di belle arti di Urbino|ed Urbino]]" ed Ingegnere della regia Scuola di Applicazioni per gli Ingegneri di Roma. Nel giugno del 1917 ottiene il Decreto di libera docenza in Architettura Generale presso la Regia [[Università di Pisa]].
 
Nel 1919 è impegnato in diverse costruzioni a [[Roma]] con l'ingegnere [[Gioacchino Luigi Mellucci]] [[Gioacchino Luigi Mellucci|che]] costituiranno il complesso di edifici conosciuto come [[Quartiere Coppedè]], e in altri edifici a Messina sotto la committenza della ditta bancaria Fratelli Cerruti di [[Genova]]. A partire da quest'anno collabora insieme ai fratelli per l'arredamento di alcuni piroscafi del [[Lloyd Sabaudo]] e della [[Cosulich Società Triestina di Navigazione]].
 
Nel 1920, il 6 aprile, muore a [[Genova]] la moglie e il 20 dicembre il padre [[Mariano Coppedè]]; Gino, insieme a suo fratello [[Adolfo Coppedè]], subentra nella direzione de "La casa Artistica". Tra il 1920 e 1921 collabora insieme all'Ing.ingegner Ugolotti e all'ing.ingegner [[Gioacchino Luigi Mellucci]] [[Gioacchino Luigi Mellucci|alla]] redazione del progetto per lo spostamento della [[Stazione di Roma Termini]].
 
Nel 1921 progettò sul lago di Como, dove soggiornava a [[Lierna]], insieme al fratello Adolfo, il castello chiamato Villa La Gaeta, che fu ''location'' di un film James Bond.
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A [[Livorno]], intorno al [[1926]], presentò il progetto per un grandioso stabilimento balneare, poi non realizzato.
 
Sempre in Toscana, più precisamente nei pressi di Bucine ([[Arezzo]]) progettò il Castello di Lupinari coadiuvato dall'ing. [[Gioacchino Luigi Mellucci]], per il Cav. [[Luigi Edoardo Frisoni]], iniziato nel 1906 terminato nel 1908.
 
Il famoso architetto siciliano [[Gaetano Rapisardi]], peraltro, sposò una delle figlie di Gino Coppedè e collaborò col suocero a diversi progetti e realizzazioni nel suo studio romano.