Johann Georg Hamann: differenze tra le versioni

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Soprannominato dai suoi contemporanei il "Mago del Nord" ("''Magus im Norden''"); mentore di [[Johann Gottfried Herder|Herder]], ebbe una grandissima influenza sul pensiero di numerosi filosofi del suo tempo e del secolo seguente, da [[Johann Wolfgang von Goethe|Goethe]] a [[Friedrich Heinrich Jacobi|Jacobi]], da [[Georg Wilhelm Friedrich Hegel|Hegel]] a [[Søren Kierkegaard|Kierkegaard. ]]
 
== Hamann e il linguaggio ==
Il linguaggio per Hamann ha un'origine divina, è manifestazione di Dio (''Λόγος'') che si rivela. La sua critica a Kant, e in generale ad una certa impostazione razionalista, va letta come critica al secolarismo che l'[[Illuminismo]] stava portando a compimento. Da apologeta radicale del [[Cristianesimo]] non poteva non vedere con diffidenza gli avvenimenti che stavano sconvolgendo la tradizione cristiana e che, di lì a poco, avrebbero portato alla [[rivoluzione francese]]. Tutta la sua poliedrica e disordinata produzione era quindi inserita nello spirito apologetico e protoromantico; era finalizzata all'esaltazione dei valori spirituali cristiani. Il [[linguaggio]] è per il nostro pensatore una categoria ''a priori'', la verità di fede è pertanto assoluta e incontrovertibile. La sua concezione del linguaggio va letta in funzione pedagogica e teologica. Egli stesso, come si legge nei suoi scritti, amava considerarsi guida morale della Germania. Partendo dall'assioma che non c'è affatto frattura tra pensiero e linguaggio, ma anzi stretta connessione, finalizzò tutta la sua speculazione nel mostrare come i diversi linguaggi (simboli) potessero essere compresi solo in chiave teologica, partendo dalla premessa che tutta la creazione è opera di [[Dio]]. Tutto è Parola di Dio, non solo le [[Bibbia|Sacre Scritture]] ma anche la natura parla all'uomo. Le sue critiche spesso erano colorate da vere e proprie invettive di tipo "oscurantista". Il dialogo acceso che ebbe con [[Herder]] in merito all'origine divina ci mostra come la sua impostazione e il suo punto di vista era in realtà imbevuto della cultura luterana e conservatrice prussiana. Egli tacciò [[Herder]] di anticristianesimo, poiché assertore di un'origine storico-immanentistica del linguaggio, e sebbene tale condanna possa apparire esagerata, la posizione di Hamann non deve stupire: per il filosofo prussiano negare la divinità della parola (linguaggio) significava negare la divinità del ''Verbum'', della Parola e della Rivelazione di Dio che si manifesta nel creato. Posizioni affini a quelle di Hamann sull'origine divina del linguaggio saranno formulate indipendentemente anche dal [[Louis de Bonald|visconte de Bonald]] nelle sue ''Recherches philosophiques'' ([[1818]]).