Georgi Kasabov Milev

poeta, critico letterario e pittore bulgaro

Georgi Kasabov Milev, (in bulgaro Георги Касабов Милев?), detto Geo Milev (Radnevo, 15 gennaio 1895Sofia, 15 maggio 1925), è stato un poeta, critico letterario, pittore e redattore bulgaro.

Autoritratto, 1918

A ventidue anni, durante la prima guerra mondiale, fu trovato vivo tra i cadaveri dei suoi compagni vicino a Doiran, gravemente ferito alla testa. Perse l'occhio destro e fu sottoposto a undici operazioni del viso.

Nel poema Settembre (1924), raccontò la sconfitta della rivolta degli operai e dei contadini organizzata dal Partito Comunista Bulgaro nel 1923. Per questo poema fu processato e condannato a un anno di reclusione il 14 maggio 1925. Uscì di casa il 15 maggio 1925 con un agente della sicurezza, ma sparì senza lasciar tracce e di lui non si seppe più nulla.

Il suo occhio di vetro fu trovato nel 1954 in una fossa comune.

Poesie modifica

Gennaio (1920) modifica

«In questo giorno sono nato io.
In questo giorno, tra i denti gelidi del freddo, si smorza trattenuto
l'ultimo urlo delle bufere di neve. L'Orsa Maggiore rabbrividisce
irrigidita, bianca, di ghiaccio; tra i suoi denti sfavillanti trovo il
disco spezzato della Stella Polare.
Silenzio e immobilità sul ghiaccio azzurro; sotto le albe impassibili
dell'Aurora Boreale.
Sulla soglia del mio destino sta il vecchio Acquario: il flusso
ininterrotto del mio destino che egli fa sgorgare - si è agghiacciato -
il destino mio.
In questo giorno sono nato io e il mio cuore neonato, ad un tratto, si è
raggelato: un pezzo di ghiaccio, enorme e lucido.
Io credevo che un angelo soave e trasparente avesse portato con le sue dita
delicate il mio cuore - lontano dai beati orizzonti. Egli non è giunto: è
morto il mio tenero cuore tra gli artigli gelidi del ghiaccio.
In questo giorno sono nato io. Il mio cuore si è raggelato: un pezzo di
ghiaccio, enorme e lucido.
Non amo io. Il mio cuore è di ghiaccio - una pietra - spietato - come il
ferro. Non amo niente e nessuno. Non amo!
Oh, libro delle inimicizie!
Io strappo e prendo in mano il mio cuore - una pietra enorme e gelida - in
attesa - pronto a combattere!
Guai alle fronti fragili!»

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