Neither (titolo talvolta reso in italiano con Né l’uno né l’altro) è un'opera per orchestra da camera e soprano del 1977, composta da Morton Feldman su libretto di Samuel Beckett.[1][2]

Storia modifica

Morton Feldman scrisse l'opera nel 1976 e l'anno successivo chiese a Samuel Beckett di scriverne il libretto invitandolo a concentrarvici la "quintessenza" della sua poetica. Beckett consegnò quindi a Feldman 5 righe di testo, un vero e proprio distillato del suo pensiero circa il tema universale dello stare al mondo in una condizione sempre oscillante tra l'io e il non io.[3]

In origine è stata pubblicata dal "Journal of Beckett Studies", numero 4, della primavera 1979. In italiano, nella traduzione di Gabriele Frasca dal titolo Né l'uno né l'altro è uscita nelle raccolte di prose di Einaudi In nessun modo ancora (2008) e Racconti e prose brevi (2010).

Anche se l'andare a capo può farlo sembrare una poesia, Beckett non volle inserirlo nella raccolta complete di poesie e lo considerava un racconto.[4]

Testo modifica

Segue il testo integrale di Beckett.[5]

«to and fro in shadow from inner to outershadow from impenetrable self to impenetrable unself by way of neither as between two lit refuges whose doors once neared gently close, once turned away from gently part again beckoned back and forth and turned away heedless of the way, intent on the one gleam or the other unheard footfalls only sound till at last halt for good, absent for good from self and other then no sound then gently light unfading on that unheeded neither unspeakable home»

Principali rappresentazioni modifica

Note modifica

  1. ^ Beckett - Music: Morton Feldman's "Neither" Archiviato il 23 novembre 2011 in Internet Archive.
  2. ^ Né l’uno né l’altro, su samuelbeckett.it.
  3. ^ Da un articolo di Anna Maria Monteverdi sulla webzine "ateatro"
  4. ^ Gabriele Frasca (a cura di), In nessun modo ancora, Torino, Einaudi, 2008.
  5. ^ S.E. Gontarski (a cura di), Samuel Beckett: The Complete Short Prose, 1929–1989, New York, Grove Press, 1995.
  6. ^ dal sito ufficiale, su studioazzurro.com (archiviato dall'url originale il 9 settembre 2011).

Collegamenti esterni modifica