Successione laziale-abruzzese

La Successione laziale-abruzzese è una successione sedimentaria dell'Appennino centrale che caratterizza i terreni carbonatici del dominio della Piattaforma Laziale Abruzzese. La piattaforma è delimitata ad ovest dal sovrascorrimento della linea Olevano-Antrodoco. Alcuni termini di transizione stratigrafica al bacino affiorano poco a sud di Artena e in prossimità di Rocca di Cave mentre a est la Piattaforma è delimitata dal lineamento Ortona-Roccamonfina. I settori settentrionali degradano progressivamente verso il bacino marchigiano-Abruzzese in corrispondenza del Gran Sasso d'Italia dove si ritrovano termini risedimentati dal margine produttivo nel corso del Mesozoico e Cenozoico. Il margine meridionale invece è sepolto al di sotto degli strati Pliocenici e Pleistocenici della Piana Pontina oltre la quale affiorano i termini bacinali del Monte Circeo.

In diversi gruppi montuosi del Lazio e dell'Abruzzo, la successione è costituita da una alternanza di calcari/dolomie e calcari-dolomitici che può raggiungere una potenza complessiva variabile tra 4 e 5 km. I termini più antichi affiorano a Trevi nel Lazio e nei quadranti meridionali dei Monti Volsci tra Formia e Gaeta.

Altri domini simili di piattaforma si rinvengono in Campania e in Sicilia.

Età e ambiente deposizionale modifica

La successione si è depositata dal Triassico superiore fino al Miocene, in diversi ambienti carbonatici tropicali, prevalentemente di piattaforma che si sono susseguiti.

Entro i suoi livelli cretacei sui Monti Volsci sono state rinvenute impronte di dinosauri [1][2][3].[4][5]

Ossa fossili di sauropode titanosauride, sono stati scoperti da rocce provenienti da un affioramento calcareo cretacico nella località Rocca di Cave, in provincia di Roma.[6] [7]

I termini cenozoici, prevalentemente rappresentati dal Miocene sono generalmente discordanti sui terreni mesozoici di piattaforma.

Note modifica

  1. ^ Ordine dei Geologi del Lazio Archiviato il 12 settembre 2014 in Internet Archive.
  2. ^ Leonardi G., Vertebrate ichnology in Italy in Studi Trent. Sci. Nat., Acta Geol., 83 (2008): 213-221
  3. ^ Petti F. M., D'Orazi Porchetti S., Conti M. A., Nicosia U., Perugini G., Sacchi E., Theropod and sauropod footprints in the Early Cretaceous (Aptian) Apenninic Carbonate Platform (Esperia, Lazio, Central Italy): a further constraint on the palaeogeography of the Central-Mediterranean area in Studi Trent. Sci. Nat., Acta Geol., 83 (2008): 323-334
  4. ^ GSMAdF - Natura Nascosta, su museomonfalcone.it. URL consultato il 10 maggio 2018 (archiviato dall'url originale il 21 luglio 2018).
  5. ^ Natura Nascosta n. 30/2005
  6. ^ https://theropoda.blogspot.it/2016/04/nuntio-vobis-dinosaurum-magnum-habemus.html
  7. ^ Tito, il più antico sauropode italiano «Arrivò dall’Africa sulle isolette»

Bibliografia modifica

  • Servizio Geologico d'Italia, Note illustrative del foglio 367 Tagliacozzo online

Collegamenti esterni modifica