Dal 1948 al 1963 formava insieme al Molise la regione Abruzzi e Molise; ma già nel 1233, con la costituzione del giustizierato d'Abruzzo ad opera di Federico II di Svevia, per la prima volta nella storia, veniva identificato formalmente quel territorio che da quel momento in avanti verrà conosciuto come Abruzzo.
Elevato a rango di città con decreto del presidente della Repubblica del 21 giugno 1994, è documentato per la prima volta con chiarezza nel IX secolo. Il centro urbano si è sviluppato a cominciare dal riordino amministrativo francese e ancor più verso la fine del XIX secolo in seguito al prosciugamento del lago Fucino, anticamente situato al centro della Marsica.
A vocazione agricola, oltre che industriale e commerciale, costituisce un nodo geografico stradale e ferroviario nell'area appenninica dell'Italia centro-meridionale.
(Motto dannunziano ripreso dal poeta latino Rabirio, secondo il quale la frase fu pronunciata da Marco Antonio quando capì che la sua sorte era segnata)
Soprannominato il Vate, cioè "il profeta" cantore dell'Italia umbertina, occupò una posizione preminente nella letteratura italiana dal 1889 al 1910 circa e nella vita politica dal 1914 al 1924. È stato definito «eccezionale e ultimo interprete della più duratura tradizione poetica italiana […]» e come politico lasciò un segno nella sua epoca e una influenza sugli eventi che gli sarebbero succeduti.
Gabriele D'Annunzio nacque a Pescara il 12 marzo 1863 da una famiglia borghese benestante. Terzo di cinque figli, visse un'infanzia felice, distinguendosi per intelligenza e vivacità. Dalla madre, Luisa de Benedictis (1839-1917), erediterà la fine sensibilità; dal padre, Francesco Paolo Rapagnetta (1831-1893) (il quale acquisì anche il cognome D'Annunzio da un ricco parente che lo adottò, lo zio Antonio D'Annunzio), il temperamento sanguigno, la passione per le donne e la disinvoltura nel contrarre debiti, che portarono la famiglia da una condizione agiata a una difficile situazione economica. Reminiscenze della condotta paterna, la cui figura è ricordata nelle Faville del maglio e accennata nel Poema paradisiaco, sono presenti nel romanzo Trionfo della morte.
Il lago di Scanno, appartenente per tre quarti al comune di Villalago e per un quarto a quello di Scanno, si trova in Abruzzo, nell'alta valle del fiume Sagittario, originatosi per una frana staccatasi dal monte Genzana, tra 12 820 e 3 000 anni fa.
Il lago, situato a un'altitudine media di 922 m s.l.m., ha coste molto ridotte e per alcuni brevissimi tratti sono state adattate per la ricezione di bagnanti formando delle spiagge artificiali di sassi. Si trova a metà strada tra Villalago e Scanno, ed è il lago naturale più grande della regione. Da alcune visuali si presenta in forma di cuore, come ad esempio dal belvedere di Frattura Nuova, non molto distante dall'enorme frana del monte Rava che generò il lago sbarrando la valle del Sagittario.
Il lago ha come immissari il torrente Tasso ed il torrente Giordano nonché alcuni corsi d'acqua minori e stagionali; non sembra avere emissari superficiali perché a causa del carsismo le acque del lago fuoriescono dal terreno poco più a valle, nel comune di Villalago, dando vita al fiume Sagittario. Durante l'inverno a volte un corso d'acqua attraversa la valle dal lago a Villalago generando altri laghi minori, alimentati dalle acque piovane e dal disgelo delle nevi fino alla tarda primavera, detti "Cupaglione", "lago Secco" o "laguccio", "lago Pio" o "Cupìa" e "lago Buono"...
L'Abruzzo si caratterizza per la prevalenza di zone montuose e collinari. In particolar modo il 65,1% del territorio regionale è occupato da sistemi montuosi, mentre il restante 34,9% è caratterizzato da colline che degradano dalle catene appenniniche verso il mare Adriatico.
La presenza dell'uomo in Abruzzo è documentata fin dall'età paleolitica. In quell'epoca gli insediamenti umani erano numerosi e sparsi in tutta la Regione. Il Mesolitico non ha lasciato tracce significative. Il Neolitico, invece, ha dato alla luce importanti ritrovamenti archeologici.
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