Tara Dorata

statua d'oro massiccio trovata nelle Filippine

La Tara Dorata è una immagine d'oro del periodo Majapahit di 1,79 chilogrammi e 21 carati di una dea induista scoperta a Esperanza (Agusan del Sur), Filippine, nel 1918. Quando fu acquistata dal Museo Field di storia naturale di Chicago, Stati Uniti, fu rinominata Immagine d'oro di Agusan, benché questa denominazione sia respinta dagli studiosi filippini.

La Tara Dorata nelle collezioni del Museo Field di storia naturale di Chicago

H. Otley Beyer credeva che l'immagine fosse quella di una dea śivaita induista, ma con i segni della mano, importanti dal punto di vista religioso, copiati male da operai locali. In tal modo essa suggerisce che l'induismo fosse già presente nelle Filippine prima che arrivasse Ferdinando Magellano, ma suggerisce anche che i primi Filippini avessero una versione imperfetta dell'induismo adottato dall'Impero Majapahit.

«Uno studio di questa immagine fu fatto da F. D. K. Bosch, di Batavia, nel 1920, che giunse alla conclusione che fu fatta da operai locali a Mindanao, copiando un'immagine di Nganjuk del primo periodo Majapahit - se non che l'artista locale trascurò gli attributi distintivi tenuti nella mano. Aveva probabilmente qualche collegamento con i minatori giavanesi che è noto avessero estratto oro nell'area di Agusan-Surigao alla metà o alla fine del XIV secolo. L'immagine apparentemente è quella di una dea śivaita, e si adatta bene al nome "Butuan" (che significa "fallo").»

Storia modifica

La Tara dorata fu scoperta nel 1918 da una donna manobo di nome Bilay Campos. Fu rubata da una cassa nascosta dentro la sua casa tradizionale. La tribù dei Manobi alla quale la Campos apparteneva considerava la Tara Dorata come un diwata, uno spirito della natura che proteggeva le foreste pluviali e i corsi d'acqua del loro dominio ancestrale.

Il manufatto giunse poi in possesso del governatore dell'area, e fu in seguito venduto a una società multinazionale, con la quale il governatore era indebitato. Per ragioni ignote, il manufatto alla fine fu messa all'asta, spingendo H. Otley Beyer a sollecitare il governo filippino ad acquistare il manufatto per la collezione del Museo nazionale delle Filippine e la nazione filippina. A causa di vincoli finanziari, il governo filippino non fu in grado di acquistare la Tara Dorate, che fu infine acquistata dal Museo Field di storia naturale di Chicago, nel 1922 per una somma approssimativamente di 4.000,00.

Secondo il Museo Field, il manufatto fu acquistato per salvarlo dall'essere fuso a causa delle difficoltà finanziarie delle Filippine, che avrebbero potuto portare all'estrazione dell'oro per il mero valore commerciale del metallo prezioso. L'acquisto fu finanziato attraverso una campagna a Chicago per comprare il manufatto, con l'aiuto del governo statunitense, che all'epoca era anche il governo coloniale delle Filippine. Nel 2010 il prezzo del manufatto era stimato approssimativamente a ₱ 1,5 milioni.[senza fonte]

Recupero modifica

 
Una statua della Tara Dorata a Butuan

Il manufatto è da molti anni fonte di conflitto tra i Filippini e gli Statunitensi, in quanto molti studiosi filippini hanno chiesto con insistenza il ritorno della Tara Dorata. Essa è considerata come un tesoro nazionale delle Filippine, non registrata durante il periodo della sua scoperta e venduta agli Statunitensi durante un periodo di difficoltà finanziaria nazionale portando all'impossibilità del governo filippino di acquistare il manufatto quando fu messo all'asta. Gli studiosi hanno sostenuto che se la ragione per la quale il Museo Field prese il manufatto era dovuta al timore che potesse essere fuso, allora il Museo dovrebbe restituirlo, o almeno permettere alle Filippine di riacquistarlo dal momento che nessun gruppo nelle Filippine ne chiede la fusione.

Si menziona anche come il manufatto sua stato comprato da un museo statunitense durante un periodo in cui l Filippine era in ristrettezze finanziarie sotto il governo coloniale degli Stati Uniti. Uno dei maggiori fautori del ritorno della Tara Dorata è l'ex senatore Aquilino Pimentel Jr., che fece il suo ultimo discorso in carica specificamente allo scopo di far ritornare la Tara Dorata nelle Filippine.[2] Il Museo Field di Chicago ha affermato che potrebbe restituire la Tara Dorata se ciò fosse "fortemente richiesto" dal governo filippino.[senza fonte]

Nell'aprile 2018, un documentario della GMA Network presentò la Tara Dorata, questa volta mostrando le persone di Agusan del Sur che sostenevano il rimpatrio della Tara Dorata.[3] Tra questi vi sono anche i discendenti di Bilay Campos, la donna manobo che aveva trovato per prima la statua.[4] Gli studiosi hanno anche trovato un documento che proverebbe il diritto delle Filippine a rivendicare il manufatto, ma la questione resta controversa.[5] Gli studiosi, in associazione con il governo, sono stati incaricati di proseguire la rivendicazione delle Filippine sulla Tara Dorata, ospitata nel Museo Field di Chicago, Stati Uniti.[6]

Note modifica

  1. ^ H. Otley Beyer, Outline Review of Philippine Archaeology by Islands and Provinces, in Philippine Journal of Science, vol. 77, n. 34, luglio-agosto 1947, pp. 205-374.
  2. ^ Pimentel seeks recovery of cultural treasures carred away by foreign colonizers, su nenepimentel.org, 5 febbraio 2009. URL consultato il 26 dicembre 2018 (archiviato dall'url originale il 26 dicembre 2018).
  3. ^ Golden Tara, natagpuan saisang ilog sa Agusan del Sur noong 1917, su GMA Network, 2 aprile 2018. URL consultato il 26 dicembre 2018 (archiviato dall'url originale il 26 dicembre 2018).
  4. ^ Ben Serrano, Manobo woman’s kin want Golden Tara returned, in The Philippine Star, 13 agosto 2018. URL consultato il 26 dicembre 2018.
  5. ^ Chris Malinao, Auto Focus: The Golden Tara of Butuan, in Manila Buletin, 8 agosto 2017. URL consultato il 26 dicembre 2018.
  6. ^ Agusan Gold Vajralasya, su Philippine Heritage Collection, Field Museum of Natural History. URL consultato il 26 dicembre 2018 (archiviato dall'url originale il 1º ottobre 2017).

Voci correlate modifica