Tempo meteorologico spaziale

Il tempo meteorologico spaziale è un concetto proprio della meteorologia spaziale che comprende il cambio delle condizioni ambientali nello spazio astronomico esterno all'atmosfera terrestre; si distingue dunque dal tempo meteorologico di un'atmosfera planetaria ed è legata ai fenomeni che comprendono il plasma, i campi magnetici, le radiazioni e altra materia nello spazio vicino alla Terra, ma anche nello spazio interplanetario e talvolta nello spazio interstellare.

Aurora australe osservata dallo Space Shuttle Discovery nel maggio 1991

Descrizione modifica

 
 

Descrive dunque le condizioni nello spazio che influenzano la Terra e il suo sistema tecnologico; il nostro tempo meteorologico spaziale è la conseguenza del comportamento del Sole, della natura del campo magnetico terrestre e della nostra posizione all'interno del sistema solare.[1]

Nel nostro sistema solare il tempo meteorologico spaziale è notevolmente influenzato dalla velocità e dalla densità del vento solare e dal campo magnetico interplanetario, portato dal plasma del vento solare. Una varietà di fenomeni fisici sono associati con il tempo meteorologico spaziale, fra cui le tempeste magnetiche e le sottotempeste, l'energizzazione delle fasce di Van Allen, le perturbazioni ionosferiche, le aurore polari e le correnti geomagneticamente indotte sulla superficie terrestre. Anche le espulsioni di massa coronali e le onde d'urto a esse associate sono importanti guide del tempo meteorologico spaziale, poiché possono comprimere la magnetosfera e provocare tempeste geomagnetiche. Le particelle energetiche solari, accelerate dalle espulsioni di massa coronali o dai brillamenti solari sono anch'esse influenti, in quanto possono danneggiare la strumentazione elettronica a bordo delle sonde spaziali e mettere a rischio la vita degli astronauti.

Il tempo meteorologico spaziale esercita un'influenza profonda in molti ambiti dello sviluppo dell'esplorazione spaziale. Il cambiamento delle condizioni geomagnetiche possono indurre a loro volta delle modifiche nella densità atmosferica, causando il deterioramento delle sonde poste a un'orbita terrestre bassa. Le tempeste geomagnetiche causate dall'attività solare possono anche potenzialmente danneggiare i sensori a bordo delle sonde o interferire con l'elettronica di bordo. Una buona comprensione delle condizioni ambientali dello spazio è importante anche per progettare delle protezioni per la vita a bordo delle sonde con equipaggio. C'è pure la possibilità che le tempeste geomagnetiche possano esporre le sonde atmosferiche che si trovano ad alte latitudini ad un forte aumento di radiazioni.[2]

Satelliti per l'osservazione del tempo spaziale modifica

Dal 1995 la cooperazione tra NASA-ESA (rispettivamente enti spaziali statunitense ed europeo) ha messo in orbita la sonda SOHO con lo scopo di studiare l'attività solare, fornendo la principale fonte di dati in tempo reale per le previsioni del tempo spaziali. Si è unito alla sonda NASA lanciata nel 1998 Advanced Composition Explorer (ACE), che trasporta un rilevatore del tempo dello spazio per la trasmissione continua dei dati in siti relativi all'ambiente dello spazio. SOHO e ACE sono collocati nei pressi del punto L1 di Lagrange, situato all'1% della distanza Terra-Sole vicino al nostro pianeta, dove si può misurare il vento solare e i campi magnetici circa un'ora prima che giungano sulla Terra. Più recentemente il lancio della progetto NASA-ESA Solar-Terrestrial Relations Observatory (STEREO) ha aggiunto un insieme di dati che coprono le regioni tra il Sole e la Terra con immagini stereografice. Le due navicelle STEREO scivolano rispetto alla Terra di 22 gradi per anno, una avvicinandosi, l'altra allontanandosi.

Note modifica

  1. ^ Space Weather: A Research Perspective Archiviato il 26 marzo 2009 in Internet Archive., National Academy of Science, 1997.
  2. ^ Christopher Mertens, Progress on NASA NAIRAS Model Development (PDF), Space Policy Institute Workshop on Space Weather, Aviation, and Spaceflight, 11 gennaio 2008. URL consultato il 27 aprile 2008.

Bibliografia modifica

  • Clark, T. D. G. and E. Clarke, 2001. Space weather services for the offshore drilling industry. In Space Weather Workshop: Looking Towards a Future European Space Weather Programme. ESTEC, ESA WPP-194.
  • Carlowicz, M. J., and R. E. Lopez, 2002, "Storms from the Sun", Joseph Henry Press, Washington.
  • Reay, S. J., W. Allen, O. Baillie, J. Bowe, E. Clarke, V. Lesur, S. Macmillan, 2005. Space weather mom on drilling accuracy in the North Sea. Annales Geophysicae, Vol. 23, pp 3081–3088.
  • Odenwald, S. 2006, "The 23rd Cycle;Learning to live with a stormy star", Columbia University Press, (http://www.astronomycafe.net/weather.html).
  • Rainer Schwenn, Space Weather, Living Reviews in Solar Physics Archiviato il 29 settembre 2010 in Internet Archive. 3, (2006), 2, online article.
  • Jean Lilensten and Jean Bornarel, Space Weather, Environment and Societies, Springer, ISBN 978-1-4020-4331-4.
  • (EN) Committee on the Societal and Economic Impacts of Severe Space Weather Events: A Workshop, National Research Council, Severe space weather events — Understanding societal and economic impacts, Washington, The National Academies Press, 2009, ISBN 978-0-309-13811-6. URL consultato il 18 novembre 2009.

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