La teofagia (dal greco antico theòs e fagein, "mangiare dio") è un rituale religioso consistente nella consumazione di un cibo considerato divino, in base a una identificazione simbolica con la divinità stessa[1] È presente soprattutto in alcune religioni primitive.[2]

Eucaristia e culti misterici antichi modifica

Secondo la fede cristiana cattolica e ortodossa, con il sacramento dell'Eucaristia i fedeli assumono la sostanza del corpo e del sangue di Gesù, presente nel pane (azzimo per i riti occidentali e lievitato per i riti orientali) e nel vino, in seguito alla consacrazione, mentre le specie, cioè l'aspetto esteriore del pane e del vino, rimangono invariate[3][4] (per i cattolici si tratta della transustanziazione).

Marcello Craveri[5], afferma che la descrizione dell'Ultima Cena fatta dagli evangelisti, anziché ricordare un antico rito egiziano, sarebbe assimilabile a un «rito misterico, con l'offerta di Gesù del proprio corpo e del proprio sangue [...] l'idea del pasto antropofago cristiano è di San Paolo, che ha stabilito un confronto tra Gesù dopo la morte con l'agnello pasquale [...] la metamorfosi del corpo e del sangue in pane e vino era un concetto assolutamente estraneo alla mentalità giudaica».

Note modifica

  1. ^ Teofagia, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  2. ^ James George Frazer, Il dio come alimento, in Il ramo d'oro: studio sulla magia e la religione, Bollati Boringhieri, 2012, ISBN 978-88-339-2289-8, OCLC 898630664.
  3. ^ Catechismo della Chiesa cattolica, 1413, su vatican.va. URL consultato il 15 gennaio 2023.
  4. ^ specie, su treccani.it. URL consultato il 15 gennaio 2023.
  5. ^ Marcello Craveri, Un uomo chiamato Gesù, Demetra, 1996, pp. 113-114, ISBN 88-7122-975-4, OCLC 797582199.