Triennale di Luanda

La Triennale di Luanda, in lingua originale Trienal de Luanda, è un'esposizione di arte contemporanea con cadenza triennale, organizzata a Luanda in Angola. La prima edizione si è svolta nel 2005-2007, la seconda nel 2010.

Storia modifica

La Triennale di Luanda nasce per iniziativa dell'artista e curatore Fernando Alvim. Secondo la descrizione del progetto pubblicata nel sito della Fondazione Sindika Dokolo, la triennale intende riflettere sulla storia dell'Angola e riconciliare il pubblico angolano con la modernità internazionale; la triennale mette in discussione i meccanismi abituali con i quali la cultura è promossa in Africa e vuole essere una piattaforma e un laboratorio culturale che osserva e analizza i cambiamenti emotivi ed estetici della società in rapporto all'ambiente politico e sociale[1]. Secondo Cédric Vincent, la triennale è caratterizzata da uno stretto legame con la città: il suo obiettivo è di essere un laboratorio capace di raccogliere informazioni multidisciplinari (storia, antropologia, architettura, urbanistica) sulla città di Luanda; il progetto vuole rianimare molti spazi della città abbandonati durante gli anni della guerra e creare meccanismi culturali capaci di rendere gli artisti socialmente ed economicamente autonomi e di conseguenza capaci di contribuire profondamente alla riflessione politica e culturale[2].

La prima edizione della Triennale di Luanda viene annunciata da Fernando Alvim durante la Biennale di Dakar del 2002 e organizzata con più eventi tra il 2005 e il 2007[3].

Organizzazione modifica

La Triennale è diretta da Fernando Alvim attraverso la sua agenzia di produzione TACCA - Territórios de Arte e Cultura Contemporânea Africana e con il sostegno della Fondazione Sindika Dokolo.

Triennale di Luanda, prima edizione, 2006-2007 modifica

La prima edizione della Triennale di Luanda si svolge tra il 2005 e il 2007 con il titolo Arte, storia, cultura e politica contemporanea (Contemporary Art, History, Culture and Politics[4]).

Le esposizioni sono organizzate all'interno di una serie di spezi espositivi creati in fabbriche abbandonate. La triennale riesce infatti a creare delle collaborazioni con imprese locali per ottenere da loro l'uso di spazi lasciati vuoti durante gli anni di guerra dell'Angola. L'idea è quella di ridurre i conflitti all'interno della città attraverso la creazione di spazi aperti al pubblico, adibiti a mostre e capaci di coinvolgere molti studenti delle scuole. Gli spazi che vengono adibiti a mostre sono

  • SOSO - Correios Artes Visuais
  • SOSO - Correios Multimedia - Grupo Antonio Mosquito
  • UNAP
  • SOSO - Bai Arte
  • SOSO - Globo Artes Visuais
  • SOSO - Baleizao
  • SOSO - Escom

La data di inizio e di fine della Triennale di Luanda è difficile da identificare, perché vengono organizzati la manifestazione viene posposta, e allo stesso tempo vengono inaugurati eventi tra il 2005 e il 2007. Ruth Sacks partecipa alle inaugurazioni del 12 dicembre 2005[3]. Durante l'inaugurazione del 4 novembre 2006 è organizzato un concerto di DJ Spooky[5]. All'interno della Triennale di Luanda vengono anche presentate opere della collezione Sindika Dokolo[6].

Triennale di Luanda, seconda edizione, 2010 modifica

La seconda edizione della Triennale di Luanda si svolge a Luanda dal 12 settembre al 19 dicembre 2010 con il titolo Geografia Emotiva: Arte ed Effetti (Emotional Geography: Art and Effects[7]). L'evento è diretto da Fernando Alvim e curata in collaborazione con Simon Njami. La manifestazione è pubblicizzata con la descrizione "Per 14 settimane almeno 196 progetti teatrali saranno presentati, 28 conferenze in Angola e nel mondo, 28 eventi di legati a moda, teatro, cinema, danza e musica sono inoltre parte del programma"[8]. La manifestazione si svolge in cinque sedi principali, tra le quali la Platinium gallery[9].

La triennale è organizzata in una serie di esposizioni: Partecipano alla triennale tra gli altri Chris Ofili, Kendell Geers, Ghada Amer e Bili Bidjocka.

La seconda edizione è inaugurata dal governatore di Luanda Francisca do Espírito Santo, che sostiene la manifestazione in particolare per la sua capacità di avere ricadute educative e di indirizzarsi ai giovani; la triennale permette di avvicinare il pubblico alla cultura attraverso più discipline e di essere un fattore di inclusione sociale[10].

Note modifica

Bibliografia modifica

  • Delinda Collier, Art in a State of Emergency: Figuring Angolan Nationalism, 1953-2007, Ph.D. dissertation, (Sidney Littlefield Kasfir/James Meyer), Emory University, Art History, 2010. Pdf

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica