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Progetto Arte – Els Quatre Gats (bar del progetto) – Categoria delle voci
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L'avorio Barberini, anche noto come dittico Barberini, è un'opera dell'arte bizantina risalente alla tarda antichità. Si tratta di una tavoletta di avorio, composta da quattro placche (una quinta è mancante) con incisioni a basso- ed altorilievo, nello stile classicheggiante del teodosiano tardo, che raffigura il tema classico dell'imperatore trionfante. L'opera è generalmente datata alla prima metà del VI secolo ed è attribuita ad una bottega imperiale di Costantinopoli, e l'imperatore raffigurato viene identificato con Anastasio I Dicoro o, più probabilmente, con Giustiniano I. È conservato al Museo del Louvre di Parigi.
L'avorio Barberini costituisce l'esemplare meglio conservato dei cosiddetti dittici imperiali, dei dittici di tema profano e civile. Il dittico completo misura 342 mm di altezza per 268 mm di larghezza; le dimensioni del pannello centrale sono 190 mm di altezza per 125 mm di larghezza e 25 mm di profondità. L'opera è composta da avorio di elefante scolpito e decorato con incrostazioni di pietre preziose (sono rimaste sette perle). Contrariamente a quanto supposto da alcuni storici, non reca tracce di policromia. L'opera combina da una parte il tema classico della grande potenza dell'imperatore trionfante, coronato dalla Vittoria e il cui regno universale è sinonimo di pace e prosperità, e dall'altra il nuovo motivo della vittoria cristiana, ottenuta grazie alla benevolenza del Cristo che benedice l'imperatore. Viene quindi introdotta una nuova gerarchia cosmica nella raffigurazione del trionfo imperiale: si tratta dunque di un'opera squisitamente politica, che rientra nella propaganda imperiale. La qualità del lavoro permette di attribuirlo ad una bottega costantinopolitana.
![](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/3/33/Van_Eyck_-_Arnolfini_Portrait.jpg/100px-Van_Eyck_-_Arnolfini_Portrait.jpg)
Jan van Eyck (Maaseik, 1390 circa – Bruges, giugno 1441) è stato un pittore fiammingo. Fu un artista di fama internazionale e il suo stile, incentrato su una resa analitica della realtà, ebbe un larghissimo influsso. Fu anche il perfezionatore della tecnica della pittura ad olio, che gradualmente sostituì in Europa l'uso del colore a tempera. Spesso citato come l'inventore di tale tecnica, ad esempio da Giorgio Vasari nelle Vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori, tale tecnica tuttavia era già nota precedentemente, anche se più rudimentale. Ad esempio nel Diversarum artium Schedula di Teofilo monaco viene riportata una ricetta per la pittura con legante oleoso. Tra le caratteristiche più evidenti dello stile di Jan van Eyck ci sono l'altissima qualità pittorica, sicuramente la più alta tra i pittori fiamminghi del secolo XV, la verosimiglianza, la perfezione formale, l'attenzione al dettaglio minuto ed alla resa delle superfici, lo studio della luce, lo spazio dove si collocano con sicurezza le figure, lo ieratismo e l'immobilità dei personaggi, i raffinati giochi intellettuali dati dai vari livelli di lettura delle opere.
«L'arte non prescinde dal tempo per esprimere semplicemente lo spirito della Storia universale, bensì è connessa al ruolo delle mode e a tutti gli ambiti del gusto. (Gillo Dorfles)»
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Albrecht Dürer (Norimberga, 21 maggio 1471 – Norimberga, 6 aprile 1528) è stato un pittore, incisore e teorico dell'arte tedesco.
Figlio di un ungherese, viene considerato il massimo esponente della pittura tedesca rinascimentale. A Venezia l'artista entrò in contatto con ambienti neoplatonici. Si presume che tali ambienti abbiano sollevato il suo carattere verso l'aggregazione esoterica. Classico esempio è l'opera dal titolo Melencolia I, realizzata nel 1514, in cui sono presenti evidenti simbologie ermetiche.
La prima testimonianza del suo eccezionale talento è l'autoritratto del 1484, un disegno a punta d'argento conservato al museo Albertina di Vienna. Quest'opera, che fu realizzata davanti allo specchio quando Dürer aveva solo tredici anni, non è certo priva di errori, anche perché la difficile tecnica non permetteva ripensamenti. Eppure, questa giovanile rappresentazione è considerata il primo autoritratto dell'arte europea che si presenti come autonomo, cioè come opera a sé stante.
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Il Rinascimento padovano, descritto come "epigrafico ed archeologico", fu una delle tre componenti fondamentali del Rinascimento delle origini, assieme a quello fiorentino, "filologico e filosofico", e quello urbinate, detto "matematico". L'arrivo di Donatello in città nel 1443, sul terreno fertile della cultura universitaria locale e nel contesto dei grandi lavori di abbellimento della basilica del Santo, innescò un processo che, per precocità e ricchezza di spunti, fu all'origine della diffusione dell'arte rinascimentale in tutto il nord-Italia. Vi pareteciparono artisti del calibro di Andrea Mantegna, Francesco Squarcione, Marco Zoppo, Carlo Crivelli e lo Schiavone.
Il Museo nazionale del Bardo, situato nella periferia occidentale di Tunisi, è un museo archeologico che contiene, fra l'altro, la più ricca collezione di mosaici romani del mondo. Situato nella fastosa residenza del bey, il sovrano nel XIX secolo, circondata da un grande giardino ricco di essenze locali, si sviluppa su tre piani in un complesso di grande fascino, caratterizzato da una eccellente luminosità naturale che esalta i reperti esposti. Oltre che essere il più importante museo tunisino, è allo stesso tempo del più antico del mondo arabo e dell'Africa, inaugurato il 7 maggio 1888.
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