Tropoaldo

borgo medievale nell'Appennino campano

Tropoaldo era un borgo fortificato di epoca medievale, appartenuto alla contea di Ariano. Di esso rimangono i ruderi della dimora baronale, il cosiddetto castello del Fiego[1] (ossia "del feudo" in dialetto irpino[2]).

Tropoaldo
Panoramica dell'altura di Tropoaldo (o "del Fiego") osservata dalla piana dell'Ufita
Amministrazione
Territorio controllato bassa valle dell'Ufita
Dipendente da contea di Ariano
Localizzazione
Stato attuale Bandiera dell'Italia Italia
Località castello del Fiego, contrada Cupazzo (Apice)
Coordinate 41°07′26.94″N 15°00′06.1″E / 41.124151°N 15.001695°E41.124151; 15.001695
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Tropoaldo
Tropoaldo

Storia modifica

Non si sa quando il borgo fu edificato, anche se era già citato nel Catalogo dei baroni di epoca normanna (XII secolo)[3]. Sicura è invece l'etimologia, poiché Tropoaldo era un nome personale germanico, probabilmente longobardo[4]. Certa è anche la localizzazione: l'antico centro sorgeva infatti su un poggio alla sinistra idrografica del fiume Ufita, presso cui doveva esservi un guado o più probabilmente un ponticello onde agevolare i collegamenti con Ariano, sede comitale[4]. L'importanza di tale passaggio doveva essere notevole, poiché lo stesso fiume Ufita era talvolta detto "Tropoaldo"[3][5]; del resto nella Tabula rogeriana del 1154 era chiaramente delineato un lungo itinerario che collegava la Puglia e la stessa Ariano con Apice, con successivo proseguimento verso Benevento, Avellino e Salerno[6]. Sotto il profilo religioso Tropoaldo dipendeva dalla diocesi di Ariano ed era amministrata da un presbitero locale; ciò fa altresì presupporre l'esistenza di un'antica chiesa, della quale però non rimane alcuna traccia[3].

Al tempo di primi Angioini (secoli XIII-XIV) vi risiedette personalmente la contessa Minora da Ariano[1], da cui il toponimo "Contessa" tuttora attribuito alla contrada arianese situata presso l'opposta sponda del fiume Ufita, ove la nobildonna possedeva i suoi terreni. Si ignora quando e perché il borgo fu distrutto. Sembra che nel XVIII secolo la località (detta volgarmente Tripualto, benché ormai da lungo tempo disabitata) fosse ricompresa nel territorio comunale di Bonito[3]; in epoca contemporanea risulta però inclusa nella contrada Cupazzo di Apice[1], sia pur a stretto confine con i territori comunali di Ariano Irpino, Bonito e Melito Irpino.

Note modifica

  1. ^ a b c Piano urbanistico comunale, su Comune di Apice, p. 12 (archiviato il 15 settembre 2022).
  2. ^ Luigi Chiappinelli, Note sui nomi di luogo dell'Avellinese, in Samnium, n. 1-4, 1988 (archiviato l'8 novembre 2020).
  3. ^ a b c d T. Vitale.
  4. ^ a b Emanuele Grieco (a cura di), Terre e acque di Bonito (PDF), p. 24 (archiviato il 27 dicembre 2021).
  5. ^ (LA) Domenico Marii Nigro, Geographiae commentariorum libri XI, Petri, 1557, p. 185.
  6. ^ Celestino Schiaparelli, L'Italia descritta nel "Libro del re Ruggero", 1883, p. 125.

Bibliografia modifica