Ugo Sartirana

ingegnere e politico italiano

Ugo Sartirana (Torino, 20 giugno 1901Monte Carlo, 23 giugno 1965) è stato un ingegnere e politico italiano del periodo fascista, podestà di Torino dal 1935 al 1938.

Ugo Sartirana

Podestà di Torino
Durata mandato4 febbraio 1935 –
25 giugno 1938
PredecessorePaolo Thaon di Revel
SuccessoreCesare Giovara

Dati generali
Partito politicoPNF
Titolo di studiolaurea in ingegneria
UniversitàPolitecnico di Torino

Biografia

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Nato in una famiglia di industriali, si laureò in ingegneria nel 1927 presso il Politecnico di Torino e nel 1935 fu nominato Podestà di Torino, carica che mantenne fino al 1938. Durante il suo mandato avvennero i lavori di ricostruzione della seconda sezione di via Roma (tra piazza San Carlo e piazza Carlo Felice), furono erette le statue del Po e della Dora nella attuale piazza C.L.N. e quella del Duca d'Aosta in piazza Castello.

Sposò Teresa De Vecchi, nipote di Cesare Maria De Vecchi conte di Val Cismon, da cui ebbe tre figlie, Maria Gemma (1928-2012), Ida (1930-1973) e Giovanna (1933-). Fu squadrista e fondatore del Fascio di Rivoli nel 1921[1].

Nel 1938 incaricò Luciano Jona di unificare le linee tranviarie intercomunali nella società municipale SATTI.[2]
Fu presidente dell'Aeroclub Torino dal 1934 al 1938.[3]

Dopo l'8 settembre 1943 prese contatto con il C.L.N. di Torino, collaborando con l'organizzazione della Resistenza a Torino e nella provincia e partecipando a riunioni relative all'organizzazione delle bande partigiane in Val di Susa, [4]

Morì stroncato da infarto all'età di 64 anni a Monte Carlo, dove si era da parecchio tempo trasferito come amministratore delegato della Caffarel francese.

  1. ^ http://www.museotorino.it/resources/pdf/books/102/files/assets/downloads/Storia_di_Torino_Dalla_preistoria_al_comune_medievale_vol8.pdf[collegamento interrotto]
  2. ^ http://www.comune.torino.it/consiglio/servizi/associazioneconsiglieri/vol_1_profilo_amministratori.pdf
  3. ^ Copia archiviata, su aeroclubtorino.it. URL consultato il 14 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 30 agosto 2011).
  4. ^ "Diario Partigiano", Ada Gobetti, Einaudi 1996, pag. 188