Uomo di Cheddar

Resti di uomo del 8150 a.C. rinvenuti a Cheddar Gorge, Somerset, Regno Unito

L'Uomo di Cheddar (in inglese Cheddar Man) è ciò che resta di un essere umano maschio trovato fossilizzato nella caverna di Gough nella Gola di Cheddar nel Somerset in Inghilterra.

Teschio dell'uomo di Cheddar

I resti dello scheletro sono stati datati al periodo mesolitico (9100 a.C.) e sembra sia morto di morte violenta. Una grande lesione simile a un cratere appena sopra l'orbita destra del cranio suggerisce che l'uomo potrebbe aver sofferto anche di un'infezione alle ossa.

Scoperto nel 1903, Cheddar Man è lo scheletro umano completo più antico della Gran Bretagna. I resti sono conservati dal Natural History Museum di Londra, nella galleria "Evoluzione umana".[1]

Analisi del DNA nucleare modifica

 
La parte superiore del corpo dell'uomo di Cheddar

Nel 2018, dai resti è stato estratto DNA nucleare da una équipe del museo di storia naturale di Londra[2].

Con una certa incredulità iniziale dei ricercatori, i marcatori genetici suggeriscono (basandosi sulle associazioni alle moderne popolazioni di cui si conoscono i fenotipi) che probabilmente avesse occhi azzurri o verdi, intolleranza al lattosio, capelli scuri e ondulati, e carnagione scura.[2][3][4][5]. Queste caratteristiche erano tipiche della popolazione europea occidentale di allora dei cacciatori-raccoglitori occidentali, da cui deriva il 10% in media del genoma dei britannici moderni senza una recente storia di immigrazione[6]. Un altro esempio di questa popolazione è l'Uomo di Loschbour scoperto in Lussemburgo e l'uomo di La Braña dalla Spagna[4].

Circa l'85% dei suoi antenati può essere modellato come proveniente dal cluster genetico Villabruna di circa 14.000–7.000 anni e solo il 15% dal cluster di grotte Goyet Q2 i cui geni si trovano in associazione con la cultura magdaleniana. Non è strettamente imparentato con i primi individui magdaleniani trovati nella stessa grotta.

Occhi marroni, tolleranza al lattosio e pelle chiara sono comuni nella moderna popolazione dell'area. Questi geni provenivano da un'immigrazione successiva, la maggior parte da due grandi ondate, la prima di agricoltori neolitici del Vicino Oriente, un'altra di pastori delle steppe occidentali, molto probabilmente parlanti lingue indoeuropee, dalle steppe pontico-caspiche[7]

L'Y-DNA di Cheddar Man apparteneva a un antico ramo gemello del moderno I2-L38 (I2a2).[8] La sotto clade I2a2 è ancora esistente nei maschi delle moderne isole britanniche e in altre parti d'Europa. Il DNA mitocondriale di Cheddar Man è stato scoperto essere l'aplogruppo U5b1. Circa il 65% dei cacciatori-raccoglitori mesolitici dell'Europa occidentale aveva l'aplogruppo U5; oggi è ampiamente distribuito, a frequenze più basse, nell'Eurasia occidentale e nell'Africa settentrionale.


Note modifica

  1. ^ (EN) Human Evolution gallery, su nhm.ac.uk. URL consultato il 5 novembre 2022.
  2. ^ a b Ancient 'dark skinned' Cheddar man find may not be true, in New Scientist, 21 febbraio 2018. URL consultato il 22 maggio 2018.
  3. ^ Walsh, S., Chaitanya, L., Breslin, K. et al. Hum Genet (2017) 136: 847. https://doi.org/10.1007/s00439-017-1808-5. Publisher Springer. Print ISSN 0340-6717 Online ISSN 1432-1203
  4. ^ a b Selina Brace, Yoan Diekmann, Thomas J. Booth, Zuzana Faltyskova, Nadin Rohland, Swapan Mallick, Matthew Ferry, Megan Michel, Jonas Oppenheimer, Nasreen Broomandkhoshbacht, Kristin Stewardson, Susan Walsh, Manfred Kayser, Rick Schulting, Oliver E. Craig, Alison Sheridan, Mike Parker Pearson, Chris Stringer, David Reich, Mark G. Thomas e Ian Barnes, Ancient genomes indicate population replacement in Early Neolithic Britain, in Nature Ecology & Evolution, vol. 3, n. 5, 2019, pp. 765–771, DOI:10.1038/s41559-019-0871-9, PMC 6520225, PMID 30988490.
  5. ^ Cheddar Man FAQ, su biorxiv.org. URL consultato il 18 marzo 2018.
  6. ^ (EN) Hannah Devlin e Hannah Devlin Science correspondent, First modern Britons had 'dark to black' skin, Cheddar Man DNA analysis reveals, in The Guardian, 7 febbraio 2018, ISSN 0261-3077 (WC · ACNP). URL consultato il 16 marzo 2023.
  7. ^ Wolfgang Haak, Iosif Lazaridis e Nick Patterson, Massive migration from the steppe was a source for Indo-European languages in Europe, in Nature, vol. 522, n. 7555, 11 giugno 2015, pp. 207–211, DOI:10.1038/nature14317. URL consultato il 5 novembre 2022.
  8. ^ (EN) Selina Brace, Yoan Diekmann e Thomas J. Booth, Ancient genomes indicate population replacement in Early Neolithic Britain, in Nature Ecology & Evolution, vol. 3, n. 5, 2019-05, pp. 765–771, DOI:10.1038/s41559-019-0871-9. URL consultato il 5 novembre 2022.

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