Utente:A.dinelli/Sandbox

Săʿadyah al-Fayyūmī (al-Fayyum, 882Babilonia, 942) è stato un filosofo ebreo.

Medico ebreo, nato nell'882 in Egitto, riguardo il luogo di nascita vi sono notizie discordanti, alcune sostengono che sia nato nel distretto del Fayyūm mentre altre nel vicino villaggio Dilāṣ. Morì nel 942 a Sūrā in Babilonia.[1] Fu un esponente dei Gĕ'ōnīm (figure riconosciute in tutto il mondo come capi spirituali della comunità ebraica nell'Alto Medioevo)[2] e fu una delle figure più rilevanti del periodo che da questi prende il nome. Visse in Egitto sino al 915, lì formo la sua personalità di studioso, di maestro e di scrittore. Personalità che poi andò affermandosi in Palestina, dove dimorò qualche tempo in contatto con gli studiosi del paese, infine si trasferì in Babilonia (‛Irāq), dove accrebbe ulteriormente le sue conoscenze.[1] In Babilonia nel 922 era aggregato all'accademia di Sūrā, col titolo di allūf, e nel 928 divenne il capo (Gā'ōn), dell'accademia stessa. Occupò questo ruolo sino alla morte, con l'eccezione di alcuni anni, dove, a causa di contrasti con l'esilarca David ben Zakkai, fu costretto a ritirarsi a vita privata.[1]

Pensiero

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Sa‛adyāh nacque quando il giudaismo si stava aprendo agl'influssi della civiltà araba (antecedentemente il giudaismo era chiuso in sé stesso) e di conseguenza a quelli della civiltà classica. Egli fu capace di fissare le nuove forme dello sviluppo futuro del giudaismo, componendo, per ciascuno dei campi della cultura ebraica, opere destinate a rimanere pilastri culturali per secoli. Condenso in sé il sapere tradizionale giudaico delle età a lui passate e a questo vi collegò una vasta conoscenza del mondo arabo circostante. Illuminato dalle nuove forme di cultura sostenne l'ebraismo tradizionale garantendo a quest'ultimo la vittoria sul caraismo, ridotto in seguito alle proporzioni di un movimento periferico. Grazie alla sua propensione verso un metodo altamente scientifica e razionale egli fu pioniere di diverse correnti filosofico-culturali.[1] Fu il fondatore della filosofia ebraica medievale, della scienza lingustica ebraica medievale.[1] La sua traduzione araba della Bibbia promosse il fiorire della cultura ebraica nei paesi dell'Islām e divenne la traduzione classica araba della Bibbia per tutti gli Ebrei parlanti arabo e anche all'infuori dell'ambiente ebraico.[1]

La grande maggioranza delle opere di Sa‛adyāh andarono perdute nel corso dei secoli; e solo negli ultimi tempi, grazie specialmente alla ghenizah[1] cairina (Geniza del Cairo), sono stati recuperati numerosi frammenti delle opere andate perdute. Grazie alla vastità di opere ritrovate è ora possibile comprendere quanto Sa‛adyāh fosse prolifico. Le sue produzioni sono per la maggior parte scritte in arabo e solo una minoranza di queste è scritta in ebraico.

L'opera che ha goduto di una maggiore diffusione è scritta in arabo ed è il "Libro delle credenze religiose e dei dogmi" (kitāb al-Amānāt wa'l-Itiqādāt). Sa‛adyāh produce quest'opera seguendo un metodo ben preciso: si attiene ai metodi del Kalām, seppur rimanendo aperto ad alcuni elementi esterni. Di fatto riesce a produrre un sistema compiuto delle credenze religiose ebraiche, filtrando queste attraverso la regione e l'esperienza sensoriale. Il libro venne poi tradotto in ebraico nel XI secolo e successivamente nel XII secolo. La seconda traduzione, di "Judah ben Saul ibn Tibbon", riscontrò un notevole successo: si diffuse largamente in tutta la diaspora giudaica, esercitando profonda influenza sul giudaismo, in alcune cerchie fino ad oggi.[1]

I Libri della lingua (kutub al-Lughah) sono la più antica grammatica ebraica conosciuta; in conformità di modelli arabi, o almeno sotto l'influsso della linguistica araba, essi pongono le basi della scienza grammaticale ebraica.[1]

Fu anche un abile traduttore, tradusse la Bibbia dall'ebraico all'arabo. Fu una traduzione rilevante per diverse ragioni: anzitutto era destinata ad un'ampia diffusione, secondariamente era chiara e comprensibile ed infine fu la prima volta nella storia che la Bibbia veniva tradotta dall'ebraico all'arabo.[1]

  1. ^ a b c d e f g h i j SA‛ADYĀH ben Yōsēf al-Fayyūmī - Treccani, su Treccani. URL consultato l'11 aprile 2024.
  2. ^ (EN) Geonim, in Wikipedia, 17 settembre 2023. URL consultato l'11 aprile 2024.

Bibliografia

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