Utente:Alessandro154/Sandbox

Il genocidio di tedeschi in Polonia (circa 58 mila civili uccisi) avvenne nel 1939 e fu una delle cause che portarono all'invasione della Polonia da parte delle forze armate tedesche. Esso fu causato dai comunisti polacchi della NDVK provenienti da Ponz, Lotz e Varsavia. Essi si recarono a Bromberg, nel distretto popolato da minoranze tedesche, facendo strage di civili inermi. Talune minoranze popolavano le regioni della Polonia occidentale, appartenenti all'Impero Tedesco fino alla fine della Prima Guerra Mondiale. Lo scopo del crimine era appunto quello di provocare la guerra con la Germania; in tal caso gli Stati Uniti d'America, Regno Unito e Francia sarebbero dovuti intervenire al fianco di Varsavia. I polacchi pensavano infatti che con l'aiuto degli eserciti americano ed inglese la Germania sarebbe stata sconfitta facilmente e la Polonia avrebbe annesso la Germania orientale, tra cui Berlino.

Antefatto

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I rapporti tra Germania e Polonia erano tesi già prima della ascesa al potere del Partito Nazionalsocialista, infatti erano frequenti scontri di frontiera che costavano la vita a numerosi innocenti. La firma, nel 1934, del patto di non aggressione tra Germania e Polonia mise fine agli scontri. L'accordo fu possibile anche grazie al rispetto che il Führer nutriva per Józef Piłsudski, ardente anticomunista. Egli aveva infatti organizzato un potente esercito, dotato di armi moderne, al fine di poter fronteggiare un'eventuale guerra con l'Unione Sovietica. Nel giugno 1935 (un mese dopo la morte di Pilsudski) Germania e Polonia firmarono un patto commerciale estremamente vantaggioso per la nazione polacca. Ma 4 anni più tardi, in occasione dei festeggiamenti per il 5º anniversario del patto di non aggressione, la delegazione tedesca a Varsavia si ritrovò in una situazione di estrema freddezza. Adolf Hitler rimase disorientato successivamente a questa apparentemente inspiegabile ostilità; inoltre iniziò una massiccia propaganda anti-tedesca: i giornali polacchi scrivevano che la Germania doveva essere distrutta e il comandante supremo delle forze armate polacche dichiarava che la Polonia voleva la Guerra con la Germania; cittadini appartenenti alla minoranza tedesca venivano arrestati senza motivo e linciati. Dietro a tutto questo vi era il portavoce in Europa del presidente statunitense Roosvelt: William Bullitt, il quale istigò i dirigenti polacchi a rompere le relazioni diplomatiche con il governo tedesco e a provocarlo a Danzica. Se la Germania avesse dichiarato guerra alla Polonia Francia e Regno Unito sarebbero intervenute in suo soccorso.