Se da Venafro prendete la strada per Roma, ovvero la diramazione della Casilina “6 bis”, denominata Via Galleria Annunziata Lunga, a poco piú di tre chilometri vi imbattete in Ceppagna, la piú popolosa — 700 abitanti — delle tre frazioni di Venafro. Il paese è attraversato, anzi è tagliato in due, dalla strada statale, ed è attraversato anche dalla vecchia Via Annunziata Lunga, che collegava il Molise al Lazio, prima della costruzione della strada statale, inaugurata nel 1963. Chi vorrà percorrere la vecchia via provinciale Annunziata Lunga, che si inerpica sulla montagna e attraverso il passo chiamato appunto dell’Annunziata Lunga o anche delle Tre Torri conduce nel versante campano del Monte Sambúcaro, poi, dopo una lingua di Campania incuneata fra Lazio e Molise, territorio di San Pietro Infine. Potrà godere da una strada che sale incastonata nella costa della montagna coperta di ginestre, potrà godere di un’eccezionale visione panoramica della Piana di Venafro in tutta la sua estensione, fino al Volturno, fino a Monteroduni, i monti del Matese, e oltre. Il passo delle Tre Torri è cosí detto perché realmente in quel punto c’erano tre torri. Si trattava molto probabilmente di una torre di avvistamento romana, ampliata e integrata con altre due torri laterali in epoca medioevale. Da quel punto infatti c’è la copertura visiva sia della pianura di San Pietro Infine a Ovest, sia della Piana di Venafro a Est, e la torre era visivamente collegata con un’altra torre sopra Monte San Lazzaro e con la Torricella di Venafro. Il nome Annunziata Lunga sembra derivi da una chiesetta dedicata appunto all’Annunziata posta all’incirca nei pressi del valico ed era detta Chiesa dell’Annunziata a Lungo, con evidente riferimento alla notevole distanza, quasi dieci chilometri, da Venafro. Il nome di Ceppagna si vuole derivi dal cippus (cippo, stele) del centesimo miglio dell’antica strada romana. Se si tiene conto del vecchio percorso, infatti, le cento miglia da Roma cadono proprio sotto Ceppagna, in una zona che porta tuttora il nome di “Centisimo”, evidente deformazione dialettale di “Centesimo”. In tale località sorgeva originariamente una statio (stazione di cambio) e nei pressi c’era una zona sacra, con un tempio. La zona è archeologicamente molto interessante, vi sono delle mura megalitiche e vi sono stati trovati molti reperti, anche di epoca preromana: Da quelle parti è stata trovata anche una punta di lancia in pietra di circa 18 centimetri (una delle piú grandi mai trovate) risalente al neolitico. Ceppagna, un agglomerato di case, settecento anime, una chiesa, una piazza, una piazzetta, una scuola elementare e materna, un paio di bar, un ufficio postale che funge un po’ da secondo ufficio di Venafro. C’è anche qualche negozio, alimentari, macelleria, prodotti alimentari tipici molisani. Ma il commercio, anche perché Ceppagna è a due passi da Venafro, e molto agevolmente si possono raggiungere da Ceppagna Cassino e Isernia, entrambe le città a circa 25 chilometri. Sono ancora sviluppate l’agricoltura e la pastorizia. Pregiatissimo l’olio di Ceppagna, ancor piú del già ottimo olio di Venafro e rinomate — anche fuori del Molise — le ricottine di pecora. Patrona del paese è la Madonna del Rosario, che si festeggia la prima domenica di ottobre.