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Deiva

Deiva Terradura De Angelis

(Farneto (PG), 1885? – Roma, 1925)

Biografia

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Di Deiva Terradura De Angelis esistono poche notizie anagrafiche certe. Nulla nei registri delle nascite né in quelli dei battesimi; nulla di certo neanche sul giorno della sua morte.

Il cognome Terradura lo ereditò dalla madre e ciò fa presumere una gravidanza portata avanti senza un regolare matrimonio. Nacque probabilmente a Farneto , un borgo non lontano da Perugia, nel 1885 e non a Gubbio come vuole la biografia ufficiale. Ebbe origini contadine e una vita difficile fin da giovane. Si ignora quando la giovane lasciò il paese di origine per recarsi a Roma a vendere le violette a Piazza di Spagna, come facevano molte ragazze di bella presenza, sperando di farsi notare da un artista e diventare modella. Riescì ad essere ingaggiata dal pittore William Walcot che la fece posare per i suoi lavori.

Anton Giulio Bragaglia ricorda, in un articolo del 1925, che la scoperta delle doti artistiche di Deiva fu assolutamente casuale: “Walcot, che viveva a Roma, si attardava un giorno in pose su pose, non riuscendo a finire un suo quadro, il cui soggetto era proprio Deiva con una sua compagna modella. Difficile da ritrarre era quell’amica! Ma il pittore uscì per un momento e Deiva preso il carbone terminò la figura della compagna. Quando Walcot, tornando, vide, restò come trasognato. Da quel giorno Deiva fu pittrice.”[1]

Secondo quanto scrive Franco Cremonese[2] , nel 1903 William Walcot e Deiva partirono insieme per un viaggio in Europa durante il quale la giovane ebbe modo di visitare importanti musei, osservare da vicino le opere di grandi maestri europei e impossessarsi della forza del colore.

Al rientro a Roma, la sua vita cambiò ancora. Sposò l’avvocato De Angelis, ma anche in questo caso dei documenti non resta traccia; di certo però la carriera artistica fu condotta con il nome di Deiva De Angelis,  e non più Terradura. 

Nel 1913 fece il suo esordio nel mondo artistico romano. Tra il marzo e il giugno di quell’anno, infatti, si tenne la prima Esposizione Internazionale d’arte della “Secessione” al Palazzo delle Esposizioni. Alla mostra furono esposte opere di avanguardia e impressioniste significative per lo scenario italiano e per tutti coloro che intendevano opporsi al linguaggio accademico. La vetrina era importante e Deiva espose il dipinto Studio d’uomo, collocato nella sala IX[3].

Conobbe nel ’14 Cipriano Efisio Oppo, giovane pittore legato a Villa Strohl-Fern,. Qui visse con il pittore tra il 1915 e il 1918, quando la loro relazione si interruppe. Nel vivace e intenso clima lavorativo di Villa Strohl-Fern, Deiva continuò a consolidare la sua ricerca artistica sempre più orientata sulla forza del colore. Nel 1915, fra aprile e giugno, partecipò con un solo quadro alla Terza Esposizione internazionale d’Arte della “Secessione” nel Palazzo delle Esposizioni di Roma; insieme alla pittricie furono presenti altre artiste come Pasquarosa, Maria Mancuso, Leonetta Cecchi Pieraccini, Vittoria Morelli; l’esperienza nel gruppo della “Secessione” proseguì anche nel 1916 con la Quarta Esposizione, ultima edizione della rassegna, dove Deiva espose Toletta, Fiori e Case.[4]

Nel dicembre del 1915 partecipò ad una mostra organizzata nel Palazzo degli Studi di Faenza in favore delle famiglie dei combattenti insieme a numerosi artisti italiani, fra cui Ferruccio Ferrazzi, Felice Carena, Armando Spadini[5]

Tra il giugno e il luglio 1918 fu presente alla Mostra d’arte giovanile insieme a un gruppo di artisti nato all’interno della Secessione romana. Vista l’impossibilità di tenere una quinta edizione dell’Esposizione internazionale della Secessione, questi giovani artisti riuscirono a organizzarsi in maniera autonoma e, ricevuto un sostegno economico dal Comune di Roma e dallo Stato, allestirono una collettiva negli ambienti della Casina Valadier al Pincio.

Nella primavera del 1920 partecipò alla Mostra del Gruppo romano che si tiene a Milano[6]; è questo anche l’anno in cui si tenne la prima personale della pittrice, organizzata nella Casa d’arte Bragaglia a Roma. Furono presentate al pubblico oltre 40 opere fra disegni e dipinti a olio[7]. La mostra ottenne un discreto successo di pubblico e l’interesse dei critici, che videro nell’arte di Deiva, definita da Bragaglia “una modernissima colorista”[8], un’espressione nuova e moderna capace però di esprimere “una linea pura del disegno”[9]. Il successo raggiunto dalla pittrice eugubina le consentì di partecipare all’Exposition Internationale d’Art Moderne, svoltasi a Ginevra fra il dicembre 1920 e il gennaio 1921 in occasione del convegno della Società delle Nazioni.

Nel 1921 si fece ancora più intenso il rapporto artistico culturale con Anton Giulio Bragaglia. Deiva cominciò infatti a collaborare con la sua prestigiosa rivista Cronache d’Attualità dove furono pubblicate illustrazioni per le liriche e le poesie di Arturo Onofri. La collaborazione con la rivista proseguì in successivi numeri della rivista con  la pubblicazione di altri disegni che evidenziavano un tratto veloce e incisivo.

Il 1921 fu anche l’anno della prima Biennale romana, istituita dal comune di Roma per il cinquantenario di Roma Capitale. Deiva fu in mostra anche questa volta, con tre opere collocate in una sala al piano terreno. Tra queste opere il celebre Autoritratto, un paesaggio e il ritratto della madre[10]

Nel giugno del ’22 i suoi lavori furono di nuovo ospitati nella Casa d’Arte di Bragaglia[11] e Cipriano Efisio Oppo recensì i quadri della pittrice come un’ espressione “gioiosa dei suoi bei colori limpidi, ariosi, e quasi festivi” composti secondo una “sana e rapida visione pittorica”.[12] Il sodalizio con Bragaglia le permise una successiva mostra nella tarda primavera del 1923, insieme ad altre artiste (Pasquarosa, Maria Porcella, Leonetta Cecchi Pieraccini, Giuseppina Bragaglia) cui fece seguito la Collettiva di paesaggi e nature morte nel mese di dicembre[13].

Nell’autunno dello stesso anno venne inaugurata, al Palazzo delle Esposizioni, la seconda edizione della Biennale romana. Deiva De Angelis fu inclusa fra gli artisti espositori e presentò ritratti di bambini e un paesaggio[14].

Alla Terza Biennale romana, nel 1925, Deiva presentò tre opere[15]. Fu questa l’ultima sua partecipazione ad una mostra pubblica, anche se postuma. Nonostante le scarse notizie e la mancanza di un certificato di morte, si ritiene che Deiva De Angelis sia scomparsa nel febbraio dello stesso anno, circondata da pochi amici e aiutata dal compagno dell’ultima parte della sua vita, il pittore e caricaturista Bepi Fabiano, che la assistette durante la malattia[16]

Venne sepolta in un loculo pagato dallo Stato[17] del quale in breve tempo si persero le tracce.


Intitolazioni

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Le è stata dedicata una via nel comune di Corciano, prov. di Perugia.

  • Prima Esposizione Internazionale d’Arte della “Secessione” – 22 marzo – 30 giugno 1913, Palazzo delle Esposizioni Roma;
  • Quarta mostra d’Arte Italiana, Rimini, estate 1914;
  • Fiera della Stampa per i danneggiati del terremoto, Associazione Artistica internazionale, dal 21 gennaio 1915;
  • Terza  Esposizione Internazionale d’Arte della “Secessione” – 4 aprile  – 13  giugno 1915, Palazzo delle Esposizioni Roma;
  • Arte e beneficenza, 19 – 26 dicembre 1915, Palazzo degli studi, Faenza;
  • Mostra d’arte pro Croce Rossa, 24 febbraio – 1 aprile 1916, Roma;
  • Quarta  Esposizione Internazionale d’Arte della “Secessione” – 9 dicembre 1916  – 25  gennaio 1917, Palazzo delle Esposizioni Roma;
  • Esposizione di guerra, Associazione Artistica internazionale, ottobre – novembre 1917;
  • Mostra delle opere di Deiva De Angelis e di Pasquarosa, maggio 1918, Circolo artistico Internazionale, Roma;
  • Mostra d’arte giovanile, 5 giugno – luglio 1918, Casina Valadier, Roma;
  • Mostra del gruppo romano, primavera 1920, Famiglia artistica, Milano;
  • 42° Esposizione Casa d’arte Bragaglia, dal 1 ottobre 1920, Roma;
  • Exposition Internationale d’Art Moderne, 26 dicembre 1920 – 25 gennaio 1921, Ginevra;
  • Prima Biennale Romana, 30 marzo – 30 giugno 1921, Palazzo delle Esposizioni, Roma;
  • La Fiorentina primaverile, 8 aprile – 31 luglio 1922, Palazzo del Parco di San Gallo, Firenze;
  • 79° Esposizione Casa d’arte Bragaglia, maggio – giugno 1922, Roma;
  • Collettiva romana, 17 maggio – giugno 1923, Casa d’arte Bragaglia, Roma;
  • Seconda Biennale Romana, 4 novembre 1923 – 30 aprile 1924, Palazzo delle Esposizioni, Roma;
  • Collettiva di paesaggi e nature morte, dal 4 dicembre 1923, 106° Esposizione Casa d’arte Bragaglia, Roma;
  • Collettiva romana, giugno 1924, 116° Esposizione Casa d’arte Bragaglia, Roma;
  • Terza Biennale Romana, marzo – giugno 1925, Palazzo delle Esposizioni, Roma;
  • Collettiva romana, dicembre 1925 – gennaio 1926, Casa d’arte Bragaglia, Roma [mostra postuma]. 

Bibliografia

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  • Aldo Di Lea, Deiva De Angelis, in Cronache d’Attualità, n.V, gennaio 1921.
  • Anton Giulio Bragaglia, L’arte di Deiva De Angelis, in La Stirpe, a. III, n.4-5, Roma, aprile-maggio 1925.
  • Franco Cremonese, Deiva De Angelis, la pittrice di Via Brunetti cominciò col fare la modella”, in Il Giornale d’Italia, 15-16 marzo 1960.
  • Simona Weller, Il complesso di Michelangelo, Pollenza-Macerata, La Nuovo Foglio editrice, 1976, pp.188-189.
  • Lea Vergine, L’altra metà dell’Avanguardia, Roma, Mazzotta editore, 1980, p. 53.
  • Mario Quesada, Deiva De Angelis, in Dizionario Biografico degli Italiani, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, Roma 1987, vol. 33, pp.270-272.
  • Martina Corgnati, Artiste. Dall’impressionismo al nuovo millennio, Milano, Bruno Mondadori, 2004
  • Duccio Trombadori, Francesca Romana Morelli, Lucia Fusco, Deiva De Angelis, 1985-1925. Una “fauve” a Roma, Roma, 2005.
  • Pier Paolo Pancotto, Artiste a Roma nella prima metà del ‘900, Roma, Palombi Editori, 2006.
  • Anton Giulio Bragaglia, L’arte di Deiva De Angelis, in La Stirpe, a. III, n.4-5, Roma, aprile-maggio 1925.
  •  Franco Cremonese, Deiva De Angelis, la pittrice di Via Brunetti cominciò col fare la modella”, in Il Giornale d’Italia, 15-16 marzo 1960.
  • Pier Paolo Pancotto, Artiste a Roma nella prima metà del ‘900, Roma, Palombi Editori, 2006, p. 71.
  • Pier Paolo Pancotto, op. cit., p. 78.
  • Francesca Romana Morelli, La vita, in Duccio Trombadori, Francesca Romana Morelli, Lucia Fusco, Deiva De Angelis, 1985-1925. Una “fauve” a Roma, Roma, 2005, p.93.
  • Francesca Romana Morelli, p.93.
  • Pier Paolo Pancotto, op. cit., p. 87.
  • Francesca Romana Morelli, op. cit., p.98.
  • Aldo Di Lea, Deiva De Angelis, in Cronache d’Attualità, n.V, gennaio 1921, p.30.
  • Pier Paolo Pancotto, op. cit., p. 89
  • Pier Paolo Pancotto, op. cit., p. 92
  • Cipriano Efisio Oppo, Note d’arte. Tre pittori:Ferrazzi, De Angelis, Dottori, in “L’idea nazionale”, Roma 3 giugno 1922, ora in [12] Francesca Romana Morelli, La vita, in Duccio Trombadori, Francesca Romana Morelli, Lucia Fusco, op. cit., p.105. 
  • Pier Paolo Pancotto, op. cit., p. 95,96.
  • Pier Paolo Pancotto, op. cit., p. 96
  • Pier Paolo Pancotto, op. cit., p. 100
  • Franco Cremonese, op. cit.
  • Anton Giulio Bragaglia, op. cit.