Utente:Daniela-Franco/Sandbox

Francesco Ranaldi (Potenza, 1924-1988) era un archeologo, pittore, direttore del Museo Archeologico Provinciale di Potenza e fondatore del Cospim, gruppo di artisti che ha contribuito alla diffusione culturale nella città di Potenza, Basilicata.

Le scoperte modifica

Tra le sue scoperte, la più importante è "Tuppo dei Sassi", insieme di pitture che costituiscono un importante riferimento della preistoria italiana,che portano quindi il suo nome, "Riparo Ranaldi".

Nel settembre del 1966 la notizia del ritrovamento in agro di Filiano di pitture rupestri venne riportata sul London News. Tali pitture, in un riparo sotto la roccia, costituiscono per il tipo di scena, la disposizione delle figure e l'introduzione di vari soggetti una manifestazione di arte rupestre, rara in Italia. Negli anni '70, nella stessa zona avvenne il ritrovamento di una serie di incisioni su roccia, sovrastante il riparo che accoglie le pitture databili alla fase finale del paleolitico.Altri siti archeologici, da lui scoperti e studiati sono: Serra di Vaglio (nel 1958, sui monti della parte più interna della provincia, prima del IV sec. a.C.), Pietragalla, Monte la Guardia, Brindisi di Montagna, Baragiano, Muro Lucano e Pescopagano, gli insediamenti di Monte Moltrone, (agro di Oppido dove sono emersi i resti di un vasto insediamento risalente ad un periodo che va della prima Età del Ferro al II sec. a.C.) ed un'interessante necropoli del IV-V sec. a.C. Da segnalare è anche il recupero di uno dei frammenti mancanti delle famose Tavole bronzee cosiddette "Bantine" rinvenute già nel 1798. A contrada Carpine, in agro di Cancellara, scoprì una necropoli (la prima ritrovata intatta nel potentino) con tombe a fossa semplice, databile tra la fine del VI, inizio del V sec. a.C. Tra quel corredo funebre venne individuata una classe di ceramiche a motivo geometrico, la cui sintassi decorativa richiama motivi presenti su manufatti dell'ultimo miceneo. Nello Stretto di Albano di Lucania individuò nel 1985 un monolite rappresentante probabilmente una enigmatica e grande effigie che sembra figurare un gigantesco volto, la cui interpretazione risulta controversa.

Sitografia modifica