Scavi Zucca 2014 modifica

Responsabile Area indagata e reperti rinvenuti Risultato scavi Immagini scavi
Anno 2014 La ricerca è diretta dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici di Cagliari e Oristano (Alessandro Usai, Emina Usai), dall'Università di Sassari (Paolo Bernardini, Pier Giorgio Spanu e Raimondo Zucca), dall'Ateneo cagliaritano (Gaetano Ranieri, Salvatore Rubino per le indagini bio-archeologiche Le indagini avviate nel 2014 nel settore a meridione dell'area indagata dal 1975 al 1979, hanno documentato una fascia di otto tombe con lastrone di copertura ed altre otto a pozzetto semplice. Queste sono disposte su tre filari irregolari, con piccoli tumuli di pietre conservati in cinque casi nelle tombe a pozzetto semplice. Anche tale porzione di necropoli è interessata dalla discarica di statue e dalla presenza di tombe di diversa tipologia; con le indagini si rinvennero frammenti di statue - tra cui i piedi con sandali di una statua uniti ad un basamento quadrangolare -, modelli di nuraghe polilobato, due "pugili" di nuova tipologia, i resti scheletrici di diversi inumati, betili, un probabile frammento di statua betilo, ceramiche ornate ed inornate. Dopo quarantanni la ripresa si avvale dei più moderni metodi di ricerca. In particolare l'Equipe di Gaetano Ranieri effettuò la prospezione del sito tramite il georadar permettendo di valutare l'estensione del sito bn oltre le aree sottoposte a scavo archeologico. Grazie alle indicazioni del georadar il sito potrebbe essere esteso per un area di almeno 6,6 ettari. Successivamente le anomali riconosciute da tale strumentazione furono sottoposte alla verifica dello scavo archeologico vero e proprio. Furono così rinvenuti le nuove tombe e altri importanti reperti. Tra quest'ultimi menzione particolare devono avere le due statue di "pugili" somiglianti al bronzetto rinvenuto a Cavalupo di Vulci e datato al IX sec. a.C. Altro rinvenimento degno di nota è il frammento di una scultura paragonabile alle statue betilo di Viddalba ed Ossi. Si rinvennero inoltre due betili di m 2,30, i più imponenti finora rinvenuti nell'intera Sardegna. Altre sculture importanti per definire la matrice nuragica del contesto sono i tre nuovi modelli di nuraghe complesso. Da tali indagini si evince cheil sito archeologico di Mont'e Prama non è probabilmente limitato all'area funeraria con le sculture è infatti da presumere che vi siano strutture che compongano un complesso archeologico più articolato, forse un santuario.[1]
 
Nuovo "Pugile" di Monte Prama, al momento del rinvenimento, nel 2014.

http://www2.ogs.trieste.it/gngts/gngts/convegniprecedenti/2014/Presentazioni/3.2/Ranieri.pdf