Territorio

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Caratteristiche

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Il settore Astico-Posina è un sistema montuoso di grandezza limitata chiuso ad ovest ed a sud dalla gola del torrente Posina ed ad est dalla Val d'Astico. A nord è separato dal gruppo montuoso del Cornetto di Folgaria, dal passo del Sommo e dall'alto corso del torrente Astico. La valle del torrente Leno di Terragnolo chiude ad ovest sul suo versante trentino. La zona comprende un altopiano sui 1000 metri solcato da crinali e cime che raggiungono i 2000 metri di altezza.

Escludendo le valli che lo delimitano, il territorio può essere diviso in tre zone principali: altopiano di Folgaria (trentino e un tempo austriaco), altopiano di Tonezza e Fiorentini (veneti e un tempo italiani), conche di Laghi (veneti e un tempo italiani). Il settore di Folgaria e dei Fiorentini si trova a nord, con due ampie distese di prati poste ad altitudine diversa. Folgaria occupa una posizione centrale sotto il Cornetto ed è ben collegata tramite strade carrarecce ai centri di pianura: Rovereto verso la Val Lagarina, Caldonazzo e Trento attraverso il passo della Fricca e la strada di Centa tra monte Rover di Lavarone e ancora Caldonazzo. Dal centro di Folgaria passa la linea del fronte e, attraverso una serie di vallette, si può raggiungere l'altopiano in quota ad un'altezza di circa 1600 metri. Quassù si trovano le posizioni di prima linea austriache, che iniziano sulla propria destra incontrandosi le linee della Val Terragnolo davanti al forte Serrada (Doss del Sommo), proseguono in direzione del passo Coe per raggiungere, con una serie di sbarramenti in cemento difesi da molti ordini di reticolato, prima la roccaforte del monte Plaut e poi la Bocca di Val Orsara, accesso alla valle in cui nasce l'Astico. Pioverna Alta verso sinistra è più impervia e boscosa, prosegue sino al caposaldo del monte Durer per poi terminare in un'altra depressione di prati vicino a Malga 2^Posta. Il settore di questa malga, disteso sotto il Monte Coston, appartiene al cosiddetto Altopiano dei Fiorentini, limitato ad est dai dirupi che danno sulla Val d'Astico.

L'Astico nasce in Trentino, in territorio di Folgaria, sui fianchi settentrionali delle rilievi di Pioverna e Plaut, scende come ruscello di montagna tra le conifere di Val Orsara e Val Pru, mantenendo direzione nord-est fino alla frazione di Buse. Qui gira sotto la rupe del Cherle e scende in basso con direzione sud-est fino a S.Pietro Valdastico. In questo primo tratto il versante destro della valle si presenta scosceso fino a 1400 metri di quota, per poi allargarsi tra pascoli e conifere.Vi discendono valli scoscese, dagli impluvi irregolarmente articolati: la Val Lunga, da Prà Bertoldo-Soglio d'Aspio fino ai pressi di contrà Busatti; la Val Civetta, dai Fiorentini a Contrà Giaconi; la Val Rua, dal soglio Melignone-Restele a contrà Posta; la Val Losa, dallo Spitz di Tonezza-Passo della Vena a Montepiano. Sfocia infine nella depressione alluvionale di Valdastico la valle di Valpegara, che scende pure dai dirupi dello Spitz. Due profonde vallate si estendono invece sul fianco sinistro: la Val di Rio Torto e la Val Torra. La prima, della contrade di Pedemonte, penetra a nord fino a Monterovere separando, ad ovest l'Altopiano di Lavarone dal centro dell'Altopiano dei Sette Comuni; la seconda, dalle contrade di Valdastico, punta in direzione nord-ovest verso le Vezzene. Entrambe contribuiscono ad isolare l'Altopiano di Luserna che protende verso sud-est, in Val d'Astico. Da S. Pietro ad Arsiero la valle assume direzione sud e, superato a sinistra la rocca di Cima Campolongo, si stringe. Unica eccezione a sinistra, dove all'altezza di Pedescala si dilata l'ampia e arida Val d'Assa con le sue pareti fittamente sovrapposte da calcari grigi. Tenendosi accostato alla pendice del Monte Cengio l'Astico sfocia nella conca di Arsiero. Da qui la valle assume orientamento nordovest-sudest, allargandosi tra le falde dell'Altopiano dei Sette Comuni e il gruppo Summano-Priaforà e prosegue verso sudest, poi devia a sud verso la pianura.

Logistica

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La Valle dell'Astico era collegata con gli altipiani soprastanti tramite mulattiere e sentieri da tempo remoto, sicuramente da epoca romana. Le due direttrici principali che si attestano ben presto sono quella nord-sud, via maestra che dal Vicentino portava verso Trento e oltre detta Strada del Lancino, e quella trasversale che, all'altezza di Brancafora, si staccava dall'altra per salire a Monterovere e portare a Levico tramite il Menador. La Strada del Lancino (o Lanzin o Lanzeno) deriva il suo nome forse da un gancio usato sulla stanga del controllo al dazio o per facilitare il passaggio. Se ne trova menzione per la prima volta in un documento del 1192[1][2], dove è chiamata Strada dell'Ancino; il Caldogno la chiama "via per Vicenza" o "via per la Germania" o "via imperiale"[3]. È citata anche negli Statuti Vicentini del 1264 assieme a quella per Posina e per Val Leogra "quae possint carrigari"[4], cioè "transitabili con carri". Il suo percorso, ancor oggi individuabile, risaliva la valle ai piedi dei monti per poi inerpicarsi da Carotte verso Dazio, Lavarone, Centa e Trento. L'altra direttrice est-ovest si staccava da quella del Lanzino a Brancafora e attraverso la Valle del Riotorto risaliva a Monterovere per poi innestarsi sul "Menador" e scendere in Valsugana[1][5][6][7]. Sentieri minori di epoca antica erano quello che saliva a Luserna, quello della Val Torra (detta oggi la "Singela") e quella che risaliva la Val d'Assa[8]. Altre strade di epoca successiva furono il "Nuovo Lanzin" da Caldonazzo a Lavarone del 1600, proseguita nel 1856 e nel 1873 dalla strada carreggiabile fino a Busatti[9], completata fino a Casotto nel 1908 sul versante sinistro dell'Astico e affiancata sul versante destro da quella realizzata da un consorzio di comuni, tra cui Lastebasse, nel 1884[10]. A proposito della strada costruita nel 1908 sul versante sinistro (all'epoca austriaco) una lapide nella spalliera del ponte a Busatti ha inciso: Strada per Casotto, costruita dai Pionier di truppa del Tirolo C 1908 M. Più avanti, presso il ponte del Tonech, sotto l'abitato di Lastebasse, si legge: "Pion. Abt 1/1 1 Lds Regt Trient 1911" cioè: "I Pionieri, sezione 1/1 reggimento territoriale di Trento 1911". La realizzazione della strada si snodava pertanto in questo arco di anni. Vi era poi la strada che collegava Brancafora con Luserna, utilizzata fino al 1745 per scendere alla chiesa parrocchiale[11];[12], come anche esistevano mulattiere di collegamento tra Rotzo e il fondovalle: una verso San Pietro Valdastico, l'altra verso Pedescala, che hanno dato spunto alle successive carrozzabili di Castelletto e del Piovan del 1898[13][14]. Anche l'Altopiano di Tonezza-Fiorentini comunicava con il fondovalle con sentieri e mulattiere: la più importante, sorta per accedere alle miniere del Passo della Vena, scendeva da Tonezza a Forni e proseguiva in alto verso Folgaria, in contatto con Fiorentini e Tonezza fin dal Medioevo[15]. Nel 1961 il presidente della Repubblica Giovanni Gronchi inaugurò la "direttissima" che su questo itinerario collega Arsiero con Tonezza, proseguito nel 1966 dall'inaugurazione del cosiddetto "Anello del Paradiso" alla presenza del ministro all'Agricoltura e Foreste Franco Restivo [16].

  1. ^ a b Reich
  2. ^ Seiser, pp. 44-46
  3. ^ Caldogno
  4. ^ Mantese, p. 53
  5. ^ Seiser, p. 148
  6. ^ Carollo, p. 47
  7. ^ Carotta, p. 24
  8. ^ Reich, p. 148
  9. ^ Franco
  10. ^ Carotta, p. 28
  11. ^ Carotta, p. 31
  12. ^ Carollo, p. 48
  13. ^ Frescura, p. 125
  14. ^ Brentari, p. 172
  15. ^ Sella, pp. 16-17
  16. ^ Cevese, p. 202

Bibliografia

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