Utente:Elena.formaglio/Sandbox

Le mura

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Le mura medievali di Rovigo, nacquero con l'esigenza di migliorare la difesa della città in virtù del fatto che prima della costruzione del castello e quindi delle mura di cinta, Rovigo era una corte e le mura di cui disponeva non erano vere e proprie fortificazioni in grado di garantire protezione alla città [1].

Secondo gli storici del XVI sec., l'epoca della loro edificazione fu ipotizzata tra il 1139 e il 1160, date che si riferiscono alla costruzione della parte occidentale, mentre la parte orientale si presume sia stata completata all'inizio del XIV sec..

Le mura nella loro parte più antica comprendevano fosse, terrapieni, tre torri (Pighin, Grimani e Donà) con funzione difensiva, locate a fronte delle tre strade principali: a nord verso Verona, a sud verso Adria, ad ovest verso Ferrara e adiacenti alle prime tre porte della città, porta S. Giovanni, porta S. Bartolomeo detta S. Bortolo, porta S. Lorenzo detta porta Arquà.

L'altezza presunta delle mura era di circa 8m., dato ancora oggi osservabile da via Speroni degli Alvarotti, l'estetica delle mura, delle torri e delle porte era caratterizzata da merlature tipiche dell'epoca.

Il loro completamento si ebbe intorno al 1500 con l'edificazione delle successive tre porte, porta S. Francesco rivolta a est della città, porta S. Agostino in direzione del borgo meridionale e il Portello volto al borgo settentrionale.

Nel corso del 1800 le porte vennero abbattute per favorire le condizioni igieniche e migliorare la viabilità, la sequenza di abbattimento fu il Portello nel 1824, porta S. Lorenzo detta Arquà nel 1847, porta S. Giovanni nel 1853 e porta S. Francesco nel 1892. Le mura invece non subirono particolari smantellamenti fino al 1900, periodo in cui la città senti l’esigenza di creare nuovi piani urbanistici [2].

Attualmente rimane ben poco delle mura e anche delle porte, le quali tracciavano circa un miglio di percorso che dalle tipografie risalenti a fine Ottocento risultava essere a forma di pentagono schiacciato.

Per chi passeggia anche occasionalmente all'interno delle mura può infatti notare diverse insegne raffiguranti la cartina delle mura con relativa presentazione della zona, in epoca medievale e con i riferimenti storici e strutturali [3].

Nello specifico l’itinerario, per nulla agevole al giorno d’oggi, prevede i collegamenti nelle seguenti vie: da vicolo S. Barbara a vicolo Seminario Vecchio (non percorribile con l’attuale impianto urbanistico) obbligando ad un nuovo percorso da via Badaloni a via Mure Ospedale, via Otello Pighin, via Ponte della Roda e via Luigi Boscolo, si attraversa piazza XX Settembre, proseguendo per via Mure Soccorso, via Mure San Giuseppe, via Oberdan e via Minelli ritrovandosi difronte alla Torre Grimani e a quel che resta del castello Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: i ref privi di nome non possono essere vuoti.


Le porte della città

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Rovigo era munita di cinque porte edificate in punti strategici ovvero in direzione delle principali strade di accesso alla città, più il portello, una piccola porta locata a ridosso del castello nelle vicinanze di torre Grimani detta "torre mozza" [4].

Porta S.Agostino

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Non è ancora possibile stabilire una data precisa in riferimento alla costruzione di questa porta, attigua alla torre di difesa di via Pighin. Si sa con certezza che è stata la quinta in ordine di costruzione e alcuni storici suppongono che possa essere stata edificata in concomitanza al Portello, anche se alcune fonti sono in contrasto tra loro in quanto il Bartoli dichiara, in una delle sue opere (Le pitture, sculture ed architetture della città di Rovigo), che il Portello abbia una data di costruzione precisa il 1741 perché inciso nello stemma della Repubblica posto nell’arco superiore dello stesso indi per cui la fonte che dichiara la prima ristrutturazione di porta Sant’Agostino in un periodo antecedente alla costruzione del Portello. Alcuni riferimenti storici indicano che il nome della porta sia stato ispirato per la vicinanza alla chiesa di S. Agostino. La forma originale della porta non corrisponde a quella che è ancora possibile ammirare oggi passeggiando lungo via Casalini, in quanto il primo restauro risale al 1713, occasione nella quale la porta venne quasi totalmente modificata rispetto la semplicità iniziale ed è così che è arrivata ai giorni nostri. Nel 1983 venne eseguito un piccolo restauro che apportò una modifica alla scritta sull’arcata che volge all’interno del perimetro antico, dove oggi si legge Porta Augustina prima vi era scolpito Porta Divi Augustini [5] .

Porta S.Lorenzo (detta Porta Arquà)

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Edificata durante la dominazione Veneta nel 1503 durante il governo del Doge Leonardo Loredan. Locata nell’attuale via Badaloni, non verrà quasi mai nominata con il nome di origine S. Lorenzo ma, proprio a causa o in virtù della sua posizione volta verso il paese di Arquà polesine, sarà maggiormente nominata come porta Arquà, alcuni testi non menzionano nemmeno il nome originario. La struttura si presentava di forma quadrata con le seguenti misure: lato 30 piedi e altezza 75 piedi Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: i ref privi di nome non possono essere vuoti. L’estetica era curata a onore del doge, infatti nella facciata interna alla città vennero posizionati due grandi stemmi di marmo raffiguranti il corno ducale (stemmi che successivamente con l’abbattimento della porta verranno locati sotto il portico del tempio della Rotonda, dove è ancora possibile ammirarli). Particolare era la chiusura a saracinesca che garantiva maggiore sicurezza alla città, solida e durevole nel tempo, questa porta fu adibita a pubblico carcere durante la dominazione austriaca e rimase tale fino a quando il Consiglio Municipale ne decise l’abbattimento per favorire l’accesso alla struttura ospedaliera sita in via corso ospedale [6].

Porta S.Giovanni

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Edificata durante la dominazione Veneta nel 1503 durante il governo del Doge Leonardo Loredan. L’aspetto architettonico era estremamente similare a porta Arquà, in quanto edificate nel medesimo periodo, quindi porta S. Giovanni si presenta di base quadrata, munita di saracinesca e con un’altezza tale da svilupparsi su tre piani distinti. In virtù della sua solidità e altezza, durante il dominio austriaco venne adibita a carcere pubblico e successivamente, dal 1848 in poi divenne carcere politico e militare fino al suo abbattimento avvenuto nel 1852 per agevolare il transito verso Padova [7].

  1. ^ L. Stocco, Rovigo e la sua storia, Rovigo, 1979, pag. 21.
  2. ^ N. Boscolo, G. Lonetti, Torri in polesine, segni e tracce del sistema difensivo, Rovigo, 2008, pag. 66,67
  3. ^ L. Traniello, Rovigo: ritratto di una città
  4. ^ L. Stocco, Rovigo e la sua storia, Rovigo, 1979, pag. 29.
  5. ^ N. Boscolo, G. Lonetti, Torri in polesine, segni e tracce del sistema difensivo, Rovigo, 2008, pag. 115-117
  6. ^ L. Stocco, Rovigo e la sua storia, Rovigo, 1979, pag. 30.
  7. ^ L. Stocco, Rovigo e la sua storia, Rovigo, 1979, pag. 30,31.