Utente:Gdagostino/High Concept (libro)



High Concept, ideazione narrativa e marketing nel grande cinema, è un libro di Gianluca D'Agostino. Il volume è frutto della ricerca di dottorato di D'Agostino svoltasi tra il 2001 e il 2006 nelle Università di Stanford e della California Berkeley sull'argomento High Concept. L'obiettivo del libro è quello di ridefinire integralmente il significato del termine High Concept. Nel volume D'Agostino contesta in toto la definizione di Justin Wyatt, il quale secondo D'Agostino confonde il termine High Concept con Blockbuster.

Secondo Gianluca D’Agostino il termine High Concept, è stato ideato da Barry Diller quando questi era Programming Executive presso la rete televisiva ABC e doveva risollevare gli ascolti del network con la produzione dei Movie For Television [1] della serie Movie of The Week,[2] prodotta e trasmessa dall’ABC a cominciare dal 1969 e destinata al pubblico della prima serata del martedì.

All’inizio degli anni ‘60 un film venduto o prestato ad un network poteva costare circa $150.000. La domanda crebbe e il prezzo medio nel 1965 arrivò a $400.000. L’anno seguente fu raggiunto un nuovo record ed ABC acquistò il Ponte sul fiume Kway (1957) per la somma di $2 milioni. La domanda di film creò una nuova forma di collaborazione tra i network e gli studios: l’MFT, (Movie for Television) che aveva la funzione di costituire un’alternativa meno dispendiosa rispetto ai costosi film di Hollywood. Visto il livello di competizione, i film dovevano avere successo come se si fosse trattato di adattamenti di bestseller. Questa esigenza costituì la motivazione che spinse Barry Diller a studiare una soluzione per fare in modo che il prodotto Movie of The Week riscontrasse il gradimento del pubblico, nonostante i film proposti fossero basati su narrazioni originali. Diller comprese che il problema centrale di questi film era la riconoscibilità e che, se fosse riuscito a comunicare chiaramente al pubblico il genere e la trama, egli avrebbe risolto il problema principale.

Secondo Diller bisognava strutturare la narrazione in funzione della promozione pubblicitaria, che all’epoca era circoscritta alle guide dei programmi tv e ai trailer[3] in televisione. Occorreva quindi strutturare delle storie che come per le narrazioni conosciute, l’intreccio doveva essere riassumibile in una singola frase e possibilmente essere raffigurato in una singola immagine significativa, in modo che il pubblico potesse identificare il genere e la trama del film dalle brevi didascalie delle guide tv o dai promo[4] televisivi. Le proprietà letterarie infatti, hanno la caratteristica di essere immediatamente identificabili dal pubblico già dal titolo e l’operazione di Diller era mirata a creare quest’effetto di familiarità anche con le nuove storie. Diller iniziò quindi ad utilizzare i cd. facts of today’s headlines[5] ovvero i fatti della cronaca del giorno. L’ordine di Diller era che al fine di rendere le storie immediatamente riconoscibili dal pubblico e facilitarne così l’identificazione, gli sceneggiatori dovevano prendere spunto dai fatti di cronaca. I fatti di cronaca erano costituiti da storie già familiari al pubblico perché presenti nelle news di tutti i giorni. Queste storie importavano la trattazione di temi sociali e costituirono la base per la produzione dei primi film High Concept come ad esempio The Ballad of Andy Crocker (1969), che narra la storia di un soldato di ritorno dal Vietnam, Go Ask Alice (1973) il viaggio di una ragazza nel mondo della droga e That Certain Summer (1972) che affronta il problema dell’omosessualità. Questi film furono tutti prodotti da ABC sotto la guida di Diller, che definì queste narrazioni originali con il termine High Concept. L'utilizzo di temi sociali come l’omosessualità e la droga, risultò essere la soluzione perfetta per la creazione di questo prodotto, poiché la storia possedeva la pre-sold property di essere già presente nell’immaginario collettivo, visto che gli argomenti erano già stati largamente trattati dalla stampa e in televisione dai telegiornali e dai documentari. Allo stesso tempo il materiale originale essendo tratto dalla cronaca, per sua stessa natura non era soggetto al diritto d’autore e non incideva sul budget della produzione che era tassativamente limitato a $350.000. Disponendo di un budget di soli 350,000$ per episodio, Barry Diller, allora responsabile della programmazione di ABC non aveva fondi sufficienti per acquistare i diritti di proprietà letterarie.

Ecco dove nasce l’High Concept: Diller iniziò a produrre narrazioni originali basate sulle notizie del giorno, che potessero essere riassunte in una singola frase e una singola immagine. In pratica High Concept è una narrazione originale che affronta temi sociali tratti dalle notizie del giorno al fine di catturare l’immaginario del pubblico con storie già conosciute senza dover pagare i diritti di proprietà letterarie.

Gianluca D'Agostino ha dedicato la sua ricerca di dottorato presso le Università di Stanford e l'Università della California Berkeley interamente allo studio dell'High Concept. Da tale ricerca D'Agostino ha pubblicato l'unico volume esistente in lingua Italiana su questo argomento specifico […]|G. D'Agostino, High Concept, ideazione narrativa e marketing nel grande cinema[1]}}

L'introduzione del libro di D'Agostino è a cura del Prof. Lew Hunter che è stato collaboratore di Barry Diller quando questi era Programming Executive alla ABC.

  1. ^ Gianluca D'Agostino, High Concept, ideazione narrativa e marketing nel grande cinema, Audino Editore, Roma, 2009, pp. 20-26, ISBN 978-88-7527-066-7.

[1] It. Film per la televisione che di qui in poi indicheremo come MFT

[2] It. Il Film della settimana

[3] Trad. It. Messaggio pubblicitario per la promozione di film

[4] It. Spot promozionale

[5] T.Balio Barry Diller http://www.museum.tv/archives/etv/D/htmlD/dillerbarry/dillerbarry.htm