Utente:Giaccai/Sandbox/Pierina Campanella

Piera Campanella  Castello d’Annone (At) 28/1/1904 – Asti 25/3/2006, imprenditrice e cofondatrice della ditta Saclà

Biografia modifica

Nasce in una piccola frazione di Castello d’Annone, chiamata  Campanella. Ha quattro sorelle e un fratello. Frequenta le scuole commerciali e  si impiega con mansioni contabili nel piccolo stabilimento di conserve vegetali “Salpa”,  fondato nel 1923 da Secondo Ercole, con sede nella frazione astigiana di San Marzanotto. Nel 1928 sposa Secondo, detto Pinin, e nel 1931 nasce il primo figlio, Carlo; nel 1939 il secondo, Lorenzo.

Tra  i due coniugi nasce subito un’ intesa imprenditoriale che porta  nel 1939 alla fondazione della  SACLA ,  Società Anonima Commercio Lavorazione Alimentari, con sede in Asti, Piazza Amendola, vicino al fiume Borbore e alla Stazione Ferroviaria.

Professione modifica

L’attività ebbe inizio dall’intuizione di Piera e di suo marito di conservare gli ortaggi di stagione della valle del Tanaro con l’obiettivo di renderli disponibili tutto l’anno[1]. Campanella ,al timone della Sacla, divenuta Saclà con la “a” finale accentata in seguito al fortunato jingle “Olivolì, olivolà, oliva Saclà"[2], si occupò  dell’amministrazione, della finanza e  della gestione delle risorse umane. La “signora della Saclà” in prima persona  gestiva la liquidità aziendale, da lei partivano le decisioni sull’uso di essa, era interlocutrice privilegiata nei rapporti con le banche, si occupava  personalmente dei colloqui e delle  assunzioni degli impiegati e veniva  identificata con l’azienda: lei era la Saclà e ad essa dedicò la sua vita.  Nel suo ruolo apicale all’interno dell’ufficio del personale orientò sempre le sue scelte  su staff motivati che contribuirono alla crescita della produttività dell’impresa e al miglioramento della sua qualità.

Interpretò il suo ruolo di manager in armonia con i tempi del secondo dopoguerra: dirigeva l’amministrazione ma si recava anche personalmente ad acquistare- in bicicletta- le amarene nella vicina Revigliasco; trattava con le banche. Significative, a tal proposito, le parole di una dipendente, Mariangela Arione De Vecchi: “Avevo quattordici anni quando iniziai a lavorare in Saclà all’ufficio del personale. La Signora Piera era decisamente severa ma sapeva trattare tutti con grande umanità; ci faceva rigare dritto, ma era anche molto giusta; era sempre presente e controllava tutto: una gran donna”[3]

Diede  un impulso decisivo  alla crescita dell'azienda e alla sua espansione su tutto il territorio nazionale e poi all’estero. Le amarene snocciolate venivano comprate in tutta Europa ed usate come “topping” per i dolci, in tempi in cui non esisteva la frutta candita e non era ancora arrivata la frutta esotica dai mercati africani. Nota

Nel 1948, una rovinosa alluvione  sommerse  lo stabilimento, ma la Sacla ripartì da zero, cambiando e innovando i processi produttivi.

Piera ebbe un ruolo di rilievo  nella risoluzione della crisi aziendale degli anni 70, quando l’impresa venne  occupata dai dipendenti che rischiavano il licenziamento a causa del periodo di congiuntura sfavorevole innescato dallo shock petrolifero:  trattò con le banche ed ottenne “iniezioni di liquidità” che permisero alla Saclà di rimanere in piedi. Nota

Piera continuò anche in età avanzata ad essere operativa in azienda, seguitando ad imprimere nello stile aziendale una forte carica di entusiasmo e di coinvolgimento del personale che  seppe trasmettere anche ai suoi eredi. La famiglia è ora  alla terza generazione e alcuni nipoti  sono oggi buoni continuatori dell’attività[4].

La sua casa di abitazione, con l’inconfondibile impronta e stile, era interna allo stabilimento secondo il concetto di “casa bottega”,tipico della ricostruzione del secondo dopoguerra. Essa è oggi luogo di rappresentanza,  utilizzato dai vertici dell’ azienda per meeting riservati.

Le conserve vegetali modifica

Piera e Pinin,  inizialmente si dedicarono alla trasformazione e conservazione del surplus dei mercati locali che veniva messo in salamoia come consuetudine dei contadini, stoccato in latte metalliche  e venduto come semilavorato alle altre imprese.  Verso la fine degli anni ‘50  Saclà  snocciolava le amarene e le metteva sotto acqua e zucchero per l’impresa albese Ferrero che stava lanciando il  famoso cioccolatino al liquore  Mon Chéri. In breve la Sacla si espanse; arrivando a distribuire in tutta Italia.

Negli anni ‘60 nacquero  i primi sottaceti e si passò ai prodotti confezionati  in vasi di vetro pastorizzati.  Con la scoperta della varietà spagnola di olive hojiblanca, croccanti e che  consentivano una raccolta meccanizzata, Piera e Pinin arrivarono alla famosa intuizione di snocciolare le olive che tra gli anni ‘60 e ‘70 diventarono vere e proprie icone, merito anche della tv e del Carosello 3)  Saclà per molti anni ebbe un ruolo da protagonista nella storia della comunicazione italiana con pubblicità che utilizzarono visi noti come Macario, Sandra Milo, Paolo Villaggio, il Principe Emanuele Filiberto. Saclà trasformò le olive in un prodotto di massa di largo consumo, interrompendo quel campanilismo regionale che vedeva ogni area mangiare esclusivamente il prodotto del proprio territorio[5].

Oggi Saclà, giunta alla terza generazione è gestita con gli stessi valori familiari degli inizi ed è cresciuta sino a diventare un’impresa di livello internazionale che esporta in oltre 70 paesi[6]


Impegno sociale modifica

Nel 1961 fu tra le cofondatrici del “Soroptimist International Club di Asti”[7]; sostenne la Casa di riposo “Maina”e “l’Opera Pia Tellini”.

Onorificenze modifica

-         Nel 1972 ha ricevuto l’onorificenza di “Cavaliere della Repubblica”

-         Nel 2004 ha ricevuto l’onorificenza di “Patriarca dell’Astigiano”

-         Nel 2004, per il suo centesimo compleanno, è stata creata, dal vivaio Harkness Roses di Hitchin in Inghilterra, una nuova varietà di rosa in suo omaggio chiamata “Rosa Piera”. Presentata al “Chelsea Flower Show” di Londra e donata per le feste di fine anno 2004 a tutto il personale femminile dell’azienda, per celebrare il centesimo compleanno della fondatrice.                                                                                                      

-         Nel novembre 2021 il Sindaco di Asti, Maurizio Rasero, le ha intitolato una strada cittadina[8] (6) (7)

Archivio modifica

L'archivio della società è conservato ad Asti, presso la Fratelli Saclà spa,collocato in uno spazio dedicato e attiguo agli uffici, suddiviso in funzione delle diverse attività. La documentazione anteriore è andata perduta a causa delle alluvioni del 1948 e del 1994. L'archivio Saclà comprende per lo più documentazione amministrativa e finanziaria legata alla produzione dell'azienda.[9] (8)

NOTE modifica

  1. ^ Da dove veniamo, su sacla.it. URL consultato il 13 dicembre 2023.
  2. ^ Olive Saclà, che oliva!, su YouTube. URL consultato il 13 dicembre 2023.
  3. ^ Valentina Fassio, Una via dedicata a Pierina Campanella, mise gli ortaggi nei vasetti e inventò l’impero Saclà, su lastampa.it, 19 Ottobre 2021. URL consultato il 13 dicembre 2023.
  4. ^ La nipote Chiara Ercole è attualmente la AD della ditta Flli Saclà Patrizia Capua, Chiara Ercole, la lady Saclà partita dall'estero che oggi guarda a Medio Oriente e Cina, su repubblica.it, 14 maggio 2017. URL consultato il 13 dicembre 2023.
  5. ^ Sara Tieni, Chi ha inventato l'oliva “col buco”?, su lacucinaitaliana.it, 14 luglio 2023. URL consultato il 13 dicembre 2023.
  6. ^ Funiculi Funicula in the supermarket, su YouTube. URL consultato il 13 dicembre 2023.
  7. ^ Socie Fondatrici del Club Astense, su soroptimist.it. URL consultato il 23 dicembre 3034.
  8. ^ Asti: intitolata alla fondatrice della Saclà via Pierina Campanella. L'emozione del figlio, il cavalier Lorenzo Ercole, su lavocediasti.it, 19 ottobre 2021. URL consultato il 13 dicembre 2023.
  9. ^ Fratelli Saclà spa, su siusa.archivi.beniculturali.it/. URL consultato il 13 dicembre 2023.

Bibliografia modifica