Utente:Iago Tognon/Sandbox/3

Gaston Schoukens (Bruxelles, 5 febbraio 1901Bruxelles, 7 aprile 1961) è stato un regista, produttore cinematografico e sceneggiatore belga.

Figura di prua del cinema popolare belga e dello zwanze per un terzo di secolo,

le critiche degli esteti ai suoi film, visti come “une fuligineuse imbécillité”.

Biografia

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Gli esordi e i primi successi

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Nato a Bruxelles nel 1901, Schoukens si lanciò fin da subito come autodidatta nel reportage d’attualità e nei documentari. Secondo la leggenda, dopo aver acquistato alla fine della Prima guerra mondiale una macchina da presa appartenente a Georges Méliès, recuperò il magazzino della casa di produzione Lux Film. In seguito, Schoukens si mise a realizzare opere a buon mercato, in cui ricoprì i ruoli di sceneggiatore, regista e operatore. La commedia Monsieur mon chauffeur (1926) fu il primo dei suoi diciotto lungometraggi di finzione.

In seguito, il cineasta si cimentò in un dramma patriottico, les Croix de l’Yser (1928). Il successo di questo melò pacifista permise a Schoukens di installare un piccolo studio a Bruxelles, dove girò un film impregnato di folklore brussellese: la Famille Klepkens (1929). Vero e proprio trionfo in tutto il paese, questa farsa teatrale, girata in muto e poi sonorizzata su dischi con un sistema simile al Vitaphone sia in francese che in olandese, può essere considerata il primo film sonoro belga.

Fino al 1935 Schoukens girò una serie di cortometraggi in fiammingo, una commedia noir (le Cadavre n°5, 1932) e un melò (le Plus joli rêve, 1930). Seguì la parodia burlesca les Quatre Mousquetaires (1934), il cui successo a Parigi scatenò i critici belgi, convinti che Schoukens avesse ridicolizzato la madre patria con i suoi dialoghi brussellesi, tanto da affermare: “Nous touchons ici le fond de la bêtise et le sommet du grotesque”. Le accuse al regista, che aveva disonorato “l’accento belga”, perdurarono per tutta la sua carriera.

La collaborazione con Gustave Libeau

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Il periodo 1935-38 fu l’età d’oro del cinema del “divertissement” grazie alle cinque opere targate Gaston Schoukens-Gustave Libeau. Difatti, nel Belgio degli anni Trenta, rimasto privo di attori che erano emigrati a Parigi, la sola star popolare del cinema locale era senza dubbio Libeau, che si impose su tutte le scene brussellesi, recitando anche in diversi film muti di Julien Duvivier. La sua collaborazione con Schoukens lo portò definitivamente alla ribalta grazie alla serie di film da protagonista in cui la comicità era riposta interamente nel confronto degli accenti e delle espressioni locali.

Il grande pubblico accolse sempre favorevolmente la Bruxelles popolare e l’umorismo (a volte pesante) dei due artisti. La serie si aprì in occasione dell’Esposizione universale di Bruxelles con En avant la musique (1935), sullo sfondo di folklore, scherzi e musica. Seguì la farsa C’était le bon temps (1936), evocazione del 1900 che fece record d’incassi in Belgio. L’anno successivo venne realizzato Gardons notre sourire (1937), rivisitazione burlesca del Belgio occupato dai nazisti nel 1917. Il film, che giocava sugli accenti vallone, fiammingo e brussellese, fu ricevuto con entusiasmo dal pubblico (e malamente dalla critica). Fu poi la volta di una commedia sentimentale, Mon père et mon papa (1938), in cui furono opposti in un duello comico due istrioni del cinema popolare come Libeau e il francese Jules Berry. Infine, chiuse il ciclo Bossemans et Coppenolle (1938), con un nuovo scontro, stavolta tra due tifosi di calcio, che vide contendersi il solito Libeau contro un altro grande attore di teatro belga, Marcel Roels.

Gli anni del dopoguerra e il declino

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La guerra interruppe la corsa di Schoukens, il quale, dopo il fallimentare giallo les Invités de huit heures (1946), riadattò nel periodo post Liberazione alcuni suoi successi degli anni Trenta, rendendoli più attuali (ad esempio, Gardons notre sourire venne ribattezzato Ersatz et Kommandantur). I tempi ormai erano cambiati e Schoukens venne progressivamente abbandonato dal suo fedele pubblico. L’ultimo trionfo al botteghino fu un film “100% belge” (a detta della sua pubblicità), Un soir de joie (1955), che superò gli incassi dei film hollywoodiani dello stesso anno. Basata su un episodio patriottico-comico riguardo il giornale belga le Soir durante il controllo nazista, la commedia fu una commistione di gag, patriottismo, umorismo pesante, che piacque enormemente al pubblico (e, come al solito, poco alla critica).

Schoukens morì il 7 aprile 1961 a Bruxelles.

fu l’anno della morte di Schoukens e del “gemello fiammingo” Vanderheyden, nonché anno di chiusura di quel cinema popolare belga che intendeva far ridere la gente: il “cinéma moderne” belga voltò pagina, cambiando radicalmente il suo modo artigianale di fare film e virando verso la gravosa attualità, il dramma e gli scritti più celebri, lasciando un esiguo margine alle risate nei trent’anni successivi.

Filmografia

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  • La Prestidigation (1921)
  • Le Football belge (1922)
  • La Semois (1923)
  • L'Art de la poterie (1923)
  • Avec tambours et trompettes (1923)
  • La Grand'Place de Bruxelles (1924)
  • Florence (1925)
  • Pédagogie (1926)
  • Nos peintres (Onze schilders) (1926)
  • Monsieur mon chauffeur (1926)
  • Le Mariage princier (1926)
  • De begrafenis van Kardinaal Mercier (1926)
  • Les croix de l'Yser (1928)
  • Carrières (1928)
  • La Famille Klepkens (1929)
  • Cinq heures en ballon (1929)
  • Breughel (1929)
  • Le plus joli rêve (1931)
  • Le Cadavre no 5 (1932)
  • Si tu vois mon oncle (1933)
  • Un gosse pour 100.000 francs (1934)
  • Mes bretelles (1934)
  • Les Quatre Mousquetaires (1934)
  • Inhuld van Z.M. Leopold III te Brussel (Joyeuse entrée de S.M. Léopold III à Bruxelles) (1934)
  • Laat me dat eens zien (Une revue flamande) (1935)
  • En avant la musique (1935)
  • C'était le bon temps (1936)
  • Visages de France (1938)
  • Mon père et mon papa (1938)
  • L'Empoisonneuse (1938)
  • Zig-zag (1939)
  • Ceux qui veillent (1939)
  • Monsieur Bossemans (Bossemans et Coppenolle) (1939)
  • Gardons notre sourire (Ersatz et Kommandantur) (1939)
  • Naissance d'une cité (documentaire) (1944)
  • Les Invités de huit heures (1946)
  • Vivent les femmes (Leve de vrouwtjes!) (1947)
  • Un soir de joie (1955)
  • L'amour est quelque part... en Belgique (aussi monteur sous le nom de Félix Bell) (1956)
  • Expo en avant! (comme Félix Bell) (1958)
  • Un week-end fantastique (1959)
  • Scandale à la Belgique Joyeuse (1959)