Utente:Leticastellani/Sandbox2

Biografia modifica

Carlo D'Asburgo, nato il 17 agosto del 1887 a Persenbeug [1] è figlio di Otto e di Maria Josepha di Sassonia. Nel 1911 sposa la principessa Zita di Borbone-Parma, da cui ebbe otto figli [2]. Dal 1912 al 1914 l’arciduca fu a capo del 39° reggimento a Vienna[3]. L’attentato a Sarajevo e la rigidità delle società europee portarono allo scoppio della Prima Guerra mondiale. del 20° corpo d’Armata [4] , in Tirolo,che insieme all’8° e il 3° corpo costituiva la struttura dell’11° Armata.

Dopo l'assassinio dell’erede al trono Francesco Ferdinando, Carlo ne prese il ruolo, partì per il fronte e dal 1915 al 1916 fu generale contrammiraglio del 20° Corpo d'Armata [5]. Esso aveva come zone d’operazione i territori che andavano dall'Altipiano Fiorentini al fondovalle di Arsiero con obiettivo il piano di Thiene. Passò i primi due anni di guerra sul fronte italiano, dove con la sua semplice personalità conquistò la stima di parecchi soldati. Nello specifico, nel 1916, ebbe il ruolo di comandante dei Kaiserjager presso l'esercito austriaco nella spedizione punitiva in Val d'Astico. È registrata la deposizione del cappellano Rodolfo Spitzl che, durante una marcia forzata della truppa lungo la strada della Val d’Astico verso Arsiero, vide il futuro imperatore occuparsi personalmente di un soldato che, per le piaghe, non riusciva più a camminare: "Non credo", disse Carlo all’ufficiale medico, "che lei ed io avremmo marciato con simili piedi così a lungo come quest’uomo. Provveda al più presto ch’egli parta per un convalescenziario". Salito al trono alla morte dello zio Francesco Giuseppe nel novembre 1916, licenziò il suo Capo di Stato maggiore che era favorevole proprio alla Strafexpedition nel Trentino e nel Vicentino. Nel 1917 egli fu l’unico che dichiarò l'opposizione al comunismo di Lenin. A livello internazionale egli cercò di accordarsi con la Francia per un trattato di pace: nel 1917 il principe Sisto di Borbone — cognato di Carlo, discendente dei re francesi — iniziò a condurre assieme a Carlo una trattativa diplomatica tra Francia e Impero, mantenuta segreta per non destare sospetti tra i tedeschi. Carlo naturalmente aveva a cuore una pace da raggiungersi assieme alla Germania, ma non escludeva che, se il Kaiser non avesse accettato, l’Austria si sarebbe staccata dall'Alleanza firmando una pace separata. Questo esperimento andò a monte, oltre che per la difficoltà a trovare un accordo definitivo sui territori rivendicati dall’Italia, soprattutto per l’atteggiamento irresponsabile del ministro degli Esteri austriaco Ottokar Czernin. L’Arciduca Carlo D’Asburgo dispose regole di comportamento prudente negli attacchi e di rispetto umanitario verso il nemico sconfitto, dicendo:

  1. Dobbiamo risparmiare materiale umano per noi così prezioso. Il vero capo non deve lasciarsi abbagliare da un successo rapido ma che ci costi pesanti perdite. Lo slancio e lo spirito offensivo delle nostre splendide truppe e così grande e la rabbia contro il nostro perfido nemico di sempre si è così intensificata che i comandanti dovranno assolutamente fare in modo che la truppa non si esponga da sola a pesanti perdite in attacchi sconsiderati.
  2. È fatta proibizione di inseguire senza necessità l’avversario in ritirata a rischio del proprio sfinimento;
  3. Vi metto in guardia dal sottovalutare l’efficienza bellica del nostro comunque inferiore avversario.
  4. Ogni comandante deve farsi un sacro dovere di fare tutto il possibile affinchè ci si prenda cura sollecitamente di tutti i feriti.
  5. Proibisco l’ordine “Non si facciano prigionieri”. Per un bravo soldato uccidere un nemico disarmato che già si arrende è un comportamento infamante, che deve essere severamente punito;
  6. Proibisco in modo assoluto i furti, i saccheggi e le distruzioni inutili. Ogni soldato del 20° Corpo deve essere fermamente convinto che noi siamo i portatori di civiltà anche nel paese del traditore.»[6]

In onore del principe D’Asburgo l'imperatore Francesco Giuseppe nominò il suo primogenito,Otto, come Margravio.[7]


Durante il conflitto veniva descritto dai giornalisti come un soggetto da screditare; anche i capi di stato degli altri paesi europei lo umiliarono, giudicandolo incapace di portare avanti una guerra [8]. L’ imperatore Carlo anche nell’ultimo anno di guerra evitò stragi e scongiurò una guerra civile [9]. Assistette al crollo militare e politico dell’impero, perse la corona e infine morì a soli 34 anni in esilio a Madeira, dove era considerato quasi un santo [10].

Personalità modifica

Fu il primo tra i sovrani europei a guidare un’automobile, a volare su un aeroplano e a far installare dei telefoni. Era moderno anche nei rapporti con la moglie, che lo trattava come una pari [11]. Amava l’Italia e la lodava in molte occasioni. Era molto credente, tanto che ci sono molte testimonianze che lo ritraggono davanti a chiese e basiliche: nello specifico del nostro percorso, abbiamo una foto che lo ritrae davanti alla chiesetta di Busatti ed una davanti alla chiesa di Ponteposta [12]. Era serio e capace d’entusiasmi giovanili, fiducioso nel prossimo e talvolta ingenuo. Durante la guerra egli disapprovò i bombardamenti delle città nemiche e la distruzione delle opere d’arte. Si oppose anche all’utilizzo di gas contro il nemico, contestando l’ordine del capo di Stato maggiore tedesco Hans von Seeckt che li voleva adoperare sul fronte orientale, e si batté contro l’impiego dei sottomarini per colpire le città nemiche che si affacciavano sull’Adriatico, in primo luogo Venezia.

Beatificazione modifica

È stato proclamato beato da papa Giovanni Paolo II il 3 ottobre del 2004 per due ragioni principali:per la sua grande devozione verso la fede cattolica e perché egli insieme al papa di allora, ovvero papa Benedetto XV[13],cercarono di portare la pace durante il conflitto.

Nei pressi di Forte Cherle, di lato alla strada provinciale dei Fiorentini, è presente la Scala dell’Imperatore[14] in cui si alternano gradini ampi e stretti che salgono nel ripido pendio, in cima al quale si trovano i resti dell’ospedale militare di Val Fredda. Il nome, “La Scala dell’Imperatore”, è un omaggio a Carlo D’Asburgo giunto in visita al fronte degli Altipiani nella primavera del 1917. E’ nota anche come Scala dei Morti, appellativo dovuto dal fatto che avrebbe permesso il trasporto dei soldati deceduti nell’ospedale al sottostante cimitero del Forte. Nei pressi del piccolo abitato di Virti, in comune di Folgaria, si trovava il cosiddetto Comando Tattico di Settore[15], un edificio coperto con un centrale telefonica che lo teneva in contatto con i vari settori del fronte, coordinando le operazioni militari in atto. Si dice che nel maggio 1916 il principe D’Asburgo vi alloggiò. In onore del principe D’Asburgo il vecchio imperatore Francesco Giuseppe nominò il suo primogenito, il giovanissimo Otto, come “Margravio”.

Note modifica

  1. ^ Roberto Coaloa, Carlo D'Asburgo l'ultimo imperatore, pag 7,Il canneto editore,Genova,2012
  2. ^ Roberto Coaloa, Carlo D'Asburgo l'ultimo imperatore, pag 8,Il canneto editore,Genova,2012
  3. ^ Roberto Coaloa, Carlo D'Asburgo l'ultimo imperatore, pag 8,Il canneto editore,Genova,2012
  4. ^ Mariano de Peron,"Fucilieri imperiali all'assalto,pag. 31,Studio Immagine,Thiene,2008
  5. ^ Roberto Coaloa, Carlo D'Asburgo l'ultimo imperatore, pag 8,Il canneto editore,Genova,2012
  6. ^ Mariano de Peron,"Fucilieri imperiali all'assalto,pag. 39,Studio Immagine,Thiene,2008
  7. ^ Mariano de Peron,"Fucilieri Imperiali",pag.94,Studio Immagine,Thiene,2008
  8. ^ Roberto Coaloa, Carlo D'Asburgo l'ultimo imperatore, pag 35,Il canneto editore,Genova,2012
  9. ^ Roberto Coaloa, Carlo D'Asburgo l'ultimo imperatore, pag 43,Il canneto editore,Genova,2012
  10. ^ Roberto Coaloa, Carlo D'Asburgo l'ultimo imperatore, pag 43,Il canneto editore,Genova,2012
  11. ^ Roberto Coaloa, Carlo D'Asburgo l'ultimo imperatore, pag 18,Il canneto editore,Genova,2012
  12. ^ La Grande Guerra nella Val D'Astico-Terre di confine,Delmo Stenghele,pagina 68,2010
  13. ^ Roberto Coaloa, Carlo D'Asburgo l'ultimo imperatore, pag 10,Il canneto editore,Genova,2012
  14. ^ Il Fronte d'acciaio,pagina 28,AAVV,Istituto Pavoniano Angianelli,Trento,2014
  15. ^ Il Fronte d'acciaio,pagina 26,AAVV,Istituto Pavoniano Angianelli,Trento,2014


Bibliografia modifica

• Mariano de Peron, Fucilieri Imperiali all’assalto, Studio Immagine, Thiene, 2008

• Roberto Coaloa, Carlo D’Asburgo l’ultimo imperatore, Il Canneto, Genova, 2012

•AAVV,Il Fronte d'acciaio,Istituto Pavoniano Angianelli,Trento,2014

•Delmo Stenghele,La Grande Guerra nella Val D'Astico-Terra di confine,2010