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Chi sono

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Designer della comunicazione laureato presso la Facoltà del design del Politecnico di Milano, socio fondatore della Free hardware foundation e membro attivo di Frontiere Digitali, una rete libera di singoli e associazioni impegnati per la condivisione della conoscenza. Lavora come libero professionista. È fondatore e consulente della cooperativa Ipernico, che si occupa di servizi editoriali, comunicazione e progettazione grafica. È membro del Gruppo di ricerca CO.PI.DA. (Centro di Osservazione sulla Produzione Immateriale e il Diritto d'Autore) (comunicato stampa), presso la facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università “La Sapienza” di Roma.

Insieme all’Avv. Antonio Amelia, ha avviato il progetto Creative Commons Italia, con cui collabora come membro della comunità. Sostiene attivamente la causa della comunione della conoscenza rilasciando le sue opere contemporaneamente sotto le licenze Creative Commons e Gnu-Gpl. È utente di Wikipedia Italia. Cura il sito web Isotype. Information design e beni comuni (in costruzione).

Fondatore e collaboratore di Liberius, uno sportello di consulenza legale e grafica gratuita, ha ideato, insieme a Ermanno Pandoli, l’autorizzazione Diffusion, da abbinare a licenze che non permettono utilizzi commerciali, per incrementare le possibilità di diffusione di un’opera.

Ha insegnato all’Università Iuav di Venezia, all’Istituto Superiore di Design di Napoli, alla Scuola di scrittura Omero di Roma e all’Istituto Europeo di Design di Roma (Ied). Ha tenuto alcuni seminari all’Università degli studi di Roma La Sapienza.

Nel 2007 è rappresentante del network Frontiere Digitali (di cui fa parte anche Wikimedia Italia) all’interno della Commissione per la revisione della legge sul diritto d’autore.

Perché sono qui

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Perché ritengo Wikipedia uno dei progetti copyleft più interessanti, che concretizza l’idea di intelligenza collettiva ipotizzata da Pierre Levy e sperimenta l’attuabilità dell’oggettività enciclopedica. Pubblico su Wikipedia italiana o inglese ogni cosa che scrivo o realizzo, sia per la mia attività professionale che no-profit, e che ritengo possa essere di interesse per la comunità. Contemporaneamente ritengo che il progetto si sia ibernato dal punto di vista tecnologico e che, erroneamente, non si stia evolvendo nella direzione del web semantico, integrando tecnologie e standard che potrebbero aumentarne le potenzialità. Per quella che è la mia poca esperienza, credo anche che si sia eccessivamente burocratizzato e che abbia sviluppato un’eccessiva avversione per tutto ciò che è attribuzione personale della paternità, nascondendo all’eccesso le informazioni, anche promozionali, sulle persone che contribuiscono attivamente alla crescita quotidiana dell’enciclopedia, quasi in conflitto con i diritti morali degli autori dei paesi che hanno sottoscritto la Convenzione di Berna: penso che l’attribuzione della paternità e la promozione dei collaboratori - ovviamente limitata alla pagina utente - non siano in conflitto con gli obiettivi del progetto e che disincentivino fortemente la partecipazione ad esso.

Sostengo fortemente la nascita di attività, anche profit, basate sui contenuti liberi di Wikipedia, in ambito editoriale e multimediale, purché sia garantita in modo chiaro la paternità dell’opera e contribuisca alla crescita del progetto. In particolare, auspico un utilizzo commerciale dei contenuti, su carta stampata o in servizi online, che dimostri la possibilità di un’economia fondata sulla condivisione della conoscenza e che contribuisca alla crescita dell’enciclopedia libera grazie a un lavoro redazionale professionale e di verifica delle fonti che, ripubblicato sul web, arricchisca la fonte originale.

Sostengo fortemente la nascita di regole di editing professionali e l’adozione di standard aperti basati su xml, che facilitino la conversione in formati differenti e la pubblicazione diretta su carta stampata (in particolare dei Wikibook).